Chiusarella

Ho solo qualche ora a disposizione, la giornata è bella ...decido di andare ad esplorare per la millesima volta la montagna di casa. Faccio 200 metri fino al termine della via in cui abito e mi ritrovo nel bosco. Gli alberi sono ancora spogli ma qualche gemma sta spuntando, il sottobosco è cosparso di anemoni, epatiche, viole e pervinche. Arrivo alla zona delle sorgenti pietrificanti, sempre più in abbandono, e proseguo fino a raggiungere la stradina, con ancora tracce dell'antica rizzata, che percorre il versante orientale della montagna, il sentiero si abbassa per raggiungere un ponte che permette di attraversare il torrente, passo sull'altro versante, proseguo fino ad incontrare i ruderi di un'abitazione che, nonostante anni di abbandono, continua ad ergersi con le sue magnifiche mura fatte di sassi di porfido, calcare e tufo, sul limitare del sentiero.
Sento un rumore poco sopra: è un capriolo, una femmina ben pasciuta, forse quella che fa razzia di ogni tipo di verdura nel nostro orto, sono sottovento ed immobile, pur avvertendo la mia presenza non si muove e non riesce a scorgermi, la osservo per un po' e riesco anche a fotografarla, poi in lontananza ecco l'abbaiare di un cane, in un attimo sparisce nel bosco.
Proseguo ancora, mi abbasso per attraversare un secondo torrente, risalgo l'altro versante, passo da un pianoro circondato da querce, di ghiande a terra neppure l'ombra: i cinghiali numerosissimi se le sono mangiate tutte.
Ora prendo il sentiero,percorso decine di volte, che risale lungo un costolone, qui è pieno di ellebori verdi, passo il bivio che si addentra in Valfredda, ed esco dal bosco, ecco spuntare il Campo dei Fiori, e, dietro di me, il Poncione di Ganna ed il Monarco. Arrivo alla strada militare, la percorro brevemente, poi taglio a sinistra per salire alla cima della Chiusarella, il Parco del Campo dei Fiori sta, finalmente, effettuando il taglio degli alberi e dei cespugli che stanno invadendo i prati magri, il biotopo più importante e peculiare del massiccio.Poco sotto la cima incontro un gruppo di persone fra cui un ex allievo del Corso di Introduzione alla Montagna.Una poiana volteggia sopra di noi per poi picchiare repentinamente per afferrare un topo ed allontanarsi velocemente.
Intorno, nuvole e foschia non permettono di godere appieno del panorama ma comunque è un "bel vedere".
Guardo l'orologio: è ora di scendere: giù per la strada più breve, conosco tutti i tagli dei sentieri per cui in un attimo sono al Pian Valdes, altro taglio nel bosco e sono alla Cascina Ravetta, un breve tratto sulla strada militare poi taglio a sinistra, passo sotto all'azienda agricola "I Mirtilli" e in breve eccomi alla chiesa di Bregazzana ed a casa.

Breve gite in luoghi stranoti ma è sempre belli da rivedere nel corso delle stagioni