E' passato solo un mese... Punta Cunicolo, da Marone!
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Quando il gioco si fa duro… le Ladies mancano! Qualcuno potrebbe interpretare questa breve introduzione come qualcosa di vagamente erotico, ma giuro sulla testa di Yul Brynner, che a sto giro, a tutte le battute ho pensato fuorché spingermi tanto in avanti in fatto di irrispettose manipolazioni linguistiche, quindi cari doppio sensisti hikriani, evitate di puntualizzare sulle parole “spingermi” - “manipolazioni” - “linguistiche” e ascoltate un po’ che ho da raccontarvi…
Giusto un mese fa, io e il fedele Olmo salimmo alla Punta Cunicolo partendo da Cusato… fu un bel giretto quasi privo di rischi a parte la neve sulla cresta, e nonostante la bassa quota della cima, restai meravigliato sia dal belvedere e sia dal fatto che li, non c’era anima viva pur essendo una zona interessante. Partii da Cusato sapendo che la salita più bella per arrivare alla Punta, era quella che partiva da Marone, ma allora la neve era troppo presente su quel sentiero descritto come non banale dalle rare relazioni trovate , così mi ero detto, ci sarei risalito a Maggio con la Patrigang. Ma Maggio è lontano e la neve ha lasciato spazio ad ampie fioriture, perché non provarci adesso?
Come avrete capito, in questa escursione siamo orfani delle donne; Isi e Giusy ci avevano già avvisato in anticipo che avrebbero “paccato”, mentre Patrizia, è stata messa fuorigioco all’ultimo momento da un doloroso torcicollo. Col senno di poi, le nostre care amiche ci sono mancate enormemente, è duro ammetterlo, ma ringrazio Pino per aver camminato con in testa una parrucca bionda che lo rendeva simile a Mara Venier … un gesto questo, fatto per sopperire alla carenza del genere femminile. Belle intenzioni guastate da una vista terribilmente raccapricciante.
Lasciata l’auto nel comodo parcheggio prima della galleria, ci incamminiamo per Via Risorgimento (costeggiando il Rio Bagnadore), e giunti in fondo alla via, proseguiamo per Via M. Marone calpestando una bella strada acciottolata e gradinata nella parte centrale (Cai 264). Saliamo in discreta pendenza, mentre il sole ci abbrustolisce la pelle nonostante sia ancora presto, oltrepassiamo l’Agriturismo El Giardì, e ignorata una prima indicazione a sinistra per la P. Cunicolo (sentiero invaso da rovi), proseguiamo dritti su strada cementata avendo sempre come meta la medesima cima. Questo primo tratto su strada bitumata non è che ci entusiasmi troppo, ma pian piano che si prende quota, la bella visuale verso il sottostante paese di Marone ed il lago, ci ripaga con gli interessi.
Seguendo sempre l’evidente bollatura, passiamo prima davanti ad una santella, ed imboccata la sterrata che sale tenendo la sinistra, giungiamo in breve tempo ad un bivio dove troviamo un pannello informativo; come da evidente indicazione , risaliamo una ripida scalinata ben curata posta alla nostra sinistra.
Dopo esserci messi in abbigliamento primaverile, abbiamo continuato il nostro cammino su questo bel sentiero mai troppo ripido, e raggiunto un trivio, abbiamo proseguito verso nord (dx) affrontando una breve ma vigliacca salita che ci ha portato dopo qualche minuto all’Anticima Cugniculì… giù gli zaini e avanti con una prima gorgata d’acqua fresca! Adesso il sentiero diventa un po’ più problematico.
Avendo sempre davanti a noi la Punta Cunicolo, abbiamo perso un po’ di quota camminando su un sentiero stretto ed esposto, raggiunto il forcellino sottostante, abbiamo puntato verso la parete ovest della Punta stessa stando attenti alla bollatura di colore rosso posta sugli alberi. Dopo pochi passi, siamo usciti dal boschetto di agrifogli, e con un’ esposto traverso su traccia di sentiero, ci siamo portati in prossimità dell’ennesima salitella ripida, breve strappo ed eccoci su una sorta di crestina immersa tra micro pinnacoli e selvagge bastionate. Sotto di noi, il lago si mostra in tutta la sua interezza.
Dopo le doverose foto, abbiamo continuato il nostro cammino su quello che a noi sembrava il sentiero più evidente, e fatti altri 10 minuti di traverso esposto, ci siamo ritrovati sulla cresta nord che risale con passaggi di I° verso la Punta Cunicolo, un’ultimo sforzo, ed eccoci finalmente sulla panoramicissima cima… sopra le nostre teste un’Aquila volteggia ad ali spiegate. Spettacolo!
Qua ci siamo sbracati a dovere, e sotto un sol leone, abbiamo dato fondo alle nostre cibarie ripassando per immagini, la bella ed impegnativa salita appena effettuata. Dopo oltre un’ora di riposo, la nostra pelle era più cotta di un doner kebab, e non volendo peggiorare ulteriormente la situazione, siamo ridiscesi per la cresta nord sino al Forcellino del Gadol, abbiamo imboccato il comodo sentiero 229, ed in meno di 30 minuti ci siamo portati alla frazione di Cusato; il tempo di imboccare il sentiero giusto (foto 29), e via spediti su una bella sterrata che ha attraversato alcuni agriturismi, poi con un bel sentiero boschivo, abbiamo puntato istintivamente verso Marone, siamo sbucati al bivio con pannello trovato all’andata, e da qua in poi è stato un gioco da ragazzi tornare alla nostra macchina. Fine.
Nota 1): Bellissimo giro parzialmente ad anello, impegnativo e con qualche passaggio non banale, ma una volta arrivati in cima sarete ripagati dello sforzo effettuato. La segnaletica è più presente di quello che mi aspettassi, comunque fate attenzione alla doppia bollatura posta qua e la sul sentiero. A chi soffre di vertigini o non ha il passo sicuro, sconsiglio vivamente di intraprendere questo giro . Parcheggio gratuito in quel di Marone.
Nota 2): Cose a caso & dilemmi della vita:
Strane denunce: Se ci rubano un’ora di sonno, perché la chiamano Ora Legale?
Monica Lewinsky è tornata…vendita boom di scrivanie negli USA!
Farmacia canaglia: Duello “intestino” tra Guttalax e il confetto Falqui!
Così disse “Quelo”: Se manca , missing- Se baci, kissing- ma se porno, pissing!
Automobilismo: il cavallino rampante è tornato a vincere, e per una volta non è Furia!
Regione Lombardia: d’ora in avanti si pagheranno i costosi interventi effettuati con l’elisoccorso, come prima misura precauzionale, il ferito verrà stabilizzato con del sano lubrificante anale.
Nota 3): Per questo poetico giro, chiedo ad Eric un piccolo aiuto…
ISEO.
Dall’alto della cima ti faccio marameo,
sentendomi un po’ stronzo ed anche un po’ babbeo,
ma questa è la cultura del tantrico ateneo.
Ma Iseo,
risalgo l’irta cima negando il piagnisteo,
ma sfoggio nei traversi un pubico pareo,
e incido le pareti pensando al grande Orfeo.
Ma Iseo,
descrivo le mie gite sfoggiando il galateo,
parola torna indietro io non mi sento reo,
ma penso alla mia Punta e non all’Eliseo.
Io faccio la mia chiusa credendomi plebeo, e in fondo mi domando: cazzo faccio a Iseo?
A La Prochaine! Menek und Olmo.
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