Pizzo dei Croselli “Cima Lucia” (Cima Nord, 2690 m)
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tapio: Con previsioni meteo non certo incoraggianti ma sorretti da una buona dose di ottimismo io e
Poge partiamo da Cimalmotto con un cielo ancora sorprendentemente sereno. Affrontiamo il lungo avvicinamento e dopo aver varcato il confine in un punto imprecisato ci ritroviamo sulla sponda giusta del Rio Colobiasca senza dover affrontare guadi improbabili e soprattutto senza dover togliere gli sci. La salita comincia adesso. Il bosco è di quelli “stretti” ma alcune vecchie tracce ci permettono di non perdere tempo a scovare i labili segni di vernice sugli alberi. Usciamo all’Alpe Corte Nuova con un cielo già guastato: l’azzurro è sparito, il grigio è dovunque ma la visibilità è ancora buona. Ancora un breve tratto di bosco e nei pressi dell’Alpe Stufa comincia a nevicare. Un leggero nevischio, per ora, che più in alto si trasforma però in bufera. La visibilità è andata, il vento soffia impetuoso. Sembra la fotocopia del giro fatto con
ciolly tempo fa e terminato nostro malgrado al Passo del Groppo.
Anche oggi, ormai, sul fatto di raggiungere la cima ci mettiamo una pietra sopra: in un ambiente così ostile, dopo breve consulto decidiamo sì di proseguire, ma solo per raggiungere i classici “mille metri sindacali” di dislivello.
In queste condizioni guadagniamo la conca dell’Alpe Corona dove a poco a poco il vento diminuisce, la nevicata termina ed il grigio imperante lascia trasparire qualche piccolo sprazzo più chiaro, con un lieve tocco d’azzurro.
Rinvigoriti da questo improvviso cambio di prospettiva decidiamo di continuare: evitiamo il Passo del Groppo e saliamo direttamente verso i pendii est della Cima Lucia. Il Pizzo dei Croselli è alla nostra sinistra con la sua arcigna forma; noi in breve raggiungiamo la sua Cima Nord, chiamata per l’appunto anche Cima Lucia.
La visibilità non è granché, ma è già bello essere qui, dopo la travagliata salita immersa nel grigio. Riusciamo però a scorgere Premia, il Monte Gorio ed il fondovalle di Antigorio, oltre che, a tratti, il Pizzo Quadro ed il Pizzo di Pioda. Anche sul lato della Valle di Campo sembra che ci sia un piccolo squarcio.
La discesa si svolge in gran parte su crosta portante con una leggera spolverata di neve fresca. Più in basso la neve addirittura migliora, anche se c’è un tratto in cui fatichiamo a dominare le impetuosissime folate del vento che annuncia la sua entrata da Nord. Nella zona dell’Alpe Corte Nuova il vento cessa ed è la polvere a farla da padrona. Poi ci lasciamo alle spalle il bosco (zona critica, ma con neve ancora abbastanza buona) ed infine il lungo tratto in piano con leggera risalita finale verso Cimalmotto, in cui evitiamo entrambi di ripellare.
Un grosso grazie a Poge per averci creduto: sia in fase di progettazione, sia, soprattutto, sul terreno, quando tutto remava contro. Alla fine i Croselli hanno ceduto, anche se per la cima maggiore bisognerà probabilmente aspettare la stagione asciutta. Ma i Croselli da sciare, quelli li abbiamo sciati. E va bene così.
Poge:
Bello.
Bello rendersi conto, durante la giornata, che se fossimo stati da soli, molto probabilmente oggi saremmo stati a casa sul divano e molto probabilmente durante la gita, con l'arrivo della nebbia, saremmo subito tornati indietro.
Invece "unire le forze" ci ha permesso di motivarci a vicenda e riuscire ad arrivare in cima e vivere così un'altra bella giornata.
Grazie Tapio, alla prossima.
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