Pizzo del Forno (2695 m) – SKT da Cimalmotto


Publiziert von tapio , 6. April 2015 um 18:13.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum: 3 April 2015
Ski Schwierigkeit: ZS-
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Pizzo Quadro   Gruppo Rosso di Ribia 
Aufstieg: 1400 m
Abstieg: 1400 m
Strecke:24 km. Dettaglio: Cimalmotto (1405 m) – Balzara (1410 m) – P. 1366 m – Piano della Stufa – Mött di Tirman – Corte Nuova (1696 m) – Corte Lama (2084 m) – giro antiorario in direzione SW – Passo della Fria (2499 m) – Pizzo del Forno (2695 m) – ritorno per la stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Cannobio – Ascona – Ponte Brolla – Valle Maggia – Cevio – Cerentino – Campo Valle Maggia - Cimalmotto
Kartennummer:map.geo.admin.ch

Lunga gita molto variata che percorre i paesaggi discosti della Valle Cravariola italiana. Esistono montagne sciistiche più interessanti nella zona di Cimalmotto, ma, quando i candidi pendii luccicano in fondo alla valle, non si può far a meno di rendere visita a questa montagna”. (Massimo Gabuzzi e Giovanni Cavallero: Guida CAS Scialpinismo Ticino/Mesolcina/Calanca, p. 470)
 

E oggi i candidi pendii luccicavano…
 

Sono stato fortunato: penso che forse in tutto un inverno il Pizzo del Forno non riceva tante visite quanto oggi. La fortuna è stata nell’avere davanti a me un gruppo di sei ragazzi grigionesi con la mia stessa meta: non tanto per la traccia (su una neve simile – già leggermente rimollata di prima mattina - non c’è nessuna fatica nel tracciare, anzi, spesso mi sono portato volontariamente fuori traccia) quanto per la linea più opportuna da seguire.

Già la mia intenzione era di non replicare il tragitto proposto dal Gabuzzi, molto macchinoso (via letto del Rio Colobiasca e Alpe Groppo, per intenderci). La mia idea ha poi trovato conferma nell’eccellente linea proposta dai sei confederati. Ma andiamo con ordine.

Parto da Cimalmotto e dopo una decina di minuti di portage inforco gli sci e raggiungo il P.1366, dove incontro per la prima volta i 6 ragazzi. Loro prendono “la normale”: io, memore dell’accorciatoia sul lato orografico sinistro del riale, percorsa con Poge di ritorno dal Pizzo dei Croselli N, rimango da quella parte. La stagione che incalza, però, fa sì che l’idea si riveli malsana: devo togliere e rimettere gli sci almeno 5-6 volte, e devo altresì tribolare per oltrepassare il Piano della Stufa. Perdo almeno 20 minuti tra buchi nella neve, arrampicate tra alberelli e, come detto, molti “metti-togli”. Il vantaggio che i ragazzi hanno preso si manterrà sempre costante da qui in poi, quantificabile nei 20 minuti di cui sopra.

Per raggiungere il punto d’attacco della salita nel bosco devo poi togliere ancora un paio di volte gli sci, per attraversare ulteriori rigagnoli che mi si parano davanti (con Poge, un mese addietro, era tutto coperto dalla neve).

Comunque, salgo fino a Corte Nuova (1696 m) e qui, con mia grande sorpresa, comincio ad accorgermi che una traccia nuova (indubitabilmente la loro, anche se per ora sono fuori dal mio campo visivo) si dirige verso WSW, cioè verso Corte Lama senza passare dall’Alpe Stufa. La seguo e, uscito dal bosco, sopra i pendii che adducono a Corte Lama, noto da lontano alcuni dei ragazzi che mi precedono. La domanda qui è: andranno al Pizzo del Forno o al Pizzo di Pioda?

Per ora non è ancora il momento di sciogliere il nodo, per cui mi limito a tenere il mio ritmo, che è paragonabile al loro, e a mantenere la distanza.

Raggiunta Corte Lama e la sua croce, continuo a percorrere in senso antiorario la testata della Valle Cravariola; giunto nel solco del riale che scende dalla Scatta dei Croselli ormai non ci sono più dubbi: nessuno è salito verso il Pizzo di Pioda. La meta dei ragazzi grigionesi, così come la mia, è il Pizzo del Forno.

A questo punto la loro linea, che anch'io mantengo, è da manuale: “Sotto il Passo della Fria si sale su pendii meno ripidi (ma pur sempre di 37° su 80 m), grazie ad una conca più a est, fino alla cresta esposta (portare ev. gli sci) {non necessario, nota dello scrivente}. Seguendo la stretta cresta frastagliata da rocce si sale e si riscende al Passo della Fria (2499 m)” (Gabuzzi).  Proprio in questa “ri-discesa” c’è il passaggio-chiave della giornata. Devo saltare giù da un dente alto circa 3 metri: loro lo hanno passato sciando, ma hanno tolto neve da alcune rocce affioranti, per cui “la scivolata in avanti” è troppo rischiosa sia per me che per le solette. L’unica è saltare in verticale e scivolare poi in avanti, in modo da evitare le rocce. La zona sottostante non è rischiosa, per cui, un respiro e giù…! Riesco anche a non cadere: ora non resta altro che la pala finale sulla cresta est, “con pendenze di poco meno di 30°”. A pochi minuti dalla vetta incontro il loro capogita in discesa, che mi annuncia che per il ritorno seguiranno la via bassa, quella sul fiume (poco attraente, almeno secondo me). Poi passano anche gli altri e ci salutiamo.

Proseguo ancora brevemente ed eccomi a toccare la vetta del Pizzo del Forno in completa solitudine. Che panorami! È stupendo, e le nuvole che si stanno addensando tutt’attorno non tolgono nulla a questo bellissimo scenario.

Cambio assetto, bevo un po’ di tè e comincio la discesa. Il punto chiave dell’andata viene evitato con una discesa su ripidi pendii direttamente dal Passo della Fria, senza proseguire in cresta.

Diversamente da chi mi precede, opto per aggirare ancora la testata della Cravariola dall’alto: la via del fiume – tutta a spinta, presumibilmente – non mi attira: dovrò già sobbarcarmi il lungo tratto dal confine fino a Cimalmotto a spinta…

Cerco di restare più alto rispetto all’andata: questo mi eviterà qualche tratto a scaletta (come nei pressi di Corte Lama), oltre a darmi l’opportunità di percorrere in traversata discendente questi fantastici pendii ariosi su ottimo sulz primaverile. La discesa nel bosco da Corte Nuova fino al fiume è “dolce” considerato il luogo: la neve molle permette improvvisi cambi di direzione senza alcun rischio.

Arrivato al fiume, per evitare il penoso tratto dell’andata, e senza togliere gli sci nemmeno nel guado del Rio Colobiasca, percorro la via normale sulla destra orografica. Dopo il ponte al Piano della Stufa evito di ripellare: con questa neve si sale tranquillamente anche così. A suggello della grandiosa giornata sono atteso a Cimalmotto da una “materia nobile” (traduzione stretta di “Edelstoff”), con la quale brindo al Pizzo del Forno, luccicante gioiello in fondo alla valle.
 


Tourengänger: tapio


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Kommentare (8)


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tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 6. April 2015 um 18:33
Caparbietà ed un pizzico di follia, comply, Amis.

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. April 2015 um 19:01
Grazie Amis, ci tenevo molto. È andata!
Ciao, Fabio

veget hat gesagt:
Gesendet am 6. April 2015 um 18:40
Grazie Fabio, oltre che per la descrizione, per le foto le quali mi permettono di ammirare in veste invernale,una delle vallate delle quali sono "innamorato"..
I mitici alpeggi.... ricchi di storie e fatti "unici"... Fortunato Te!!!!
Mi fermo qua...
.
Bravo,per la perizia e le scelte onde superare i punti"ostici"

Buona continuazione

Eugenio

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 6. April 2015 um 19:06
Grazie Eugenio. Non è difficile capire il perchè di questa tua predilezione... La Cravariola è davvero una vallata magica: sono stato fortunato a visitarla nel momento opportuno. Poi ci sarà sempre l'estate, ma almeno adesso ho potuto ammirare i candidi pendii in lungo e in largo!

Buona continuazione anche a Te,

Fabio

gbal hat gesagt:
Gesendet am 8. April 2015 um 17:28
Grande Fabio. Anche l'emozione del saltino nel vuoto.
Bella gita, complimenti.

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 9. April 2015 um 11:00
Grazie mille Giulio! Sì, il saltino è stato emozionante, e nel complesso una gita davvero da ricordare.
Ciao, Fabio

scarabeo84 hat gesagt:
Gesendet am 9. April 2015 um 11:40
cotto?
complimenti
saluti gb

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 9. April 2015 um 13:30
Ciao Peppo, che piacere risentirti!!!

Cotto? Un po' sì, ma non c'è mai un limite alla cottura... :)

Ciao, Fabio


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