Tra la Via Emilia e il West... Parco del Beigua.
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |

Liguria protagonista, Liguria stretta tra una focaccia e la mitica farinata di ceci, Liguria con il santuario dei Cetacei ma anche montagne, di quelle che non ti aspetti, montagne che a volte sono imperiose e si stagliano severe contro i flutti del mare… Liguria…
Ancora una volta, è il tempo a determinare la scelta della mia escursione, perché il tempo si sa, rende tutto meno statico e prevedibile, e uno come me che ha un’atavica avversione nel calpestare neve, cerca e sceglie lidi che sulla carta dovrebbero essere meno invernali, meno tipicamente alpini, sperando non tanto in un sole di stampo africano, ma nemmeno di trovare un vento “bregagno” come l’abbiamo trovato oggi.
Ed ecco allora che mi trovo con cristina e
Marco27, un nostro primo incontro che nelle intenzioni e promesse primordiali, doveva essere dalle parti dei Corni di Canzo, nel Triangolo Lariano … quindi da tutt’altra parte… ma se ti ostini a cercare il “triangolo”, a volte, resti con una spanna di “leingua”!
Sfuggito ad una ciaspolata con Amadeus, mi ritrovo qua nel Parco del Beigua, visto molte volte in televisione ma mai visitato di persona , un balcone naturale che abbraccia i paesi della costa, e più a sud, con una giornata ideale, la Corsica ti si para davanti agli occhi.
Quando partiamo da Sciarborasca il cielo è sereno e la temperatura gradevole, un tempo che ti invoglia a camminare, e io m’immergo subito in questo territorio, seguendo quella gran coppia di camminatori che passo dopo passo martellano salite, no, non gente che va di fretta e non osserva la Natura, ma persone ben allenate, a tal punto, che mi domando come mai il mio masochismo non abbia un limite… e cammino.
E cammini su per un sentiero piuttosto ripidino, calpestando prima delle roccette affioranti e poi una sorta di crèuza acciottolata, e sali, guadagni metri sino a portarti sotto il Monte Rama, ma quando pensi di affrontare il verticale sentiero che ti si para davanti, ti senti dire: Domenico che dici se prima facciamo il Camullà? Dico sticazzi caro Marco, è la prima imboscata?
Mi dico che siamo solo alla prima ora di cammino, non posso lamentarmi già adesso, e allora sù, ci si alza di quota facendo passaggi di I° grado tra perfide roccette, sino a sbucare sulla bella e panoramica cima, dove il vento comincia a farti assaggiare di che “pasta” è fatto.
Le foto certo, come no, ma anche menare le “tolle” da questo stravento… perdendo quota e ritornando sul sentiero col segnavia romboidale, e mentre scendi, il Rama sembra sempre più alto di quello che effettivamente è. Ma insomma, sono venuto sino qua e non affronto il muro che mi si para davanti? Non sia mai! Con Marco sempre a tirare il gruppo, risaliamo il versante est del Rama, facciamo qualche passaggino esposto corredato di neve e ghiaccio, e puntiamo verso la cima tra folate di vento che potrebbero farti perdere l’equilibrio. E freddo. Merda, ma dove sono finito?
Di neve ce n’è, ma è il connubio ghiaccio/vento che preoccupa. Pragmaticamente ti domandi: ma se cado da qui? Cado e basta… oppure, mi ritrovo a suonare il “piffero” agli Angeli, che non è proprio un mio sogno...ma poi diciamocelo, fare quel tipo di solfeggi proprio non sono capace. E allora vaffanculo e spingo, poco sopra di noi c’è la vetta e guai a mollare ora, anche perché, Marco e Cristina sono tosti e a loro questo vento pazzesco, gli sembra poco più di un peto d’Usignolo.
Ci siamo! Monte Rama… e faccio una foto, una sola, inquadrando la croce e più in lontananza Zena con i suoi caruggi, poi via, inseguendo i miei soci che nel frattempo stanno cercando un riparo da questo vento polare… eccheccazzo, ridatemi le mie Alpi!
Non si sta in piedi, fa freddo, aggiungo pile su pile e cappello su cappello… mi sento goffo… vorrei fare una pipì, ma memore di ciò che mi è successo al Bregagnino, rinuncio alla minzione, e così facendo, faccio felice tutte quelle persone che stanno sciamando sul lungomare di Arenzano… non sia mai, che i turisti debbano aprire l’ombrello con una giornata di sole!
Puntiamo al rifugio Prato Rotondo, 1h di cammino… niente che mi preoccupi se penso che poi mi riscaldo un po’ le ossa osteoporotiche. Per arrivarci in sicurezza calziamo i ramponi. Utilissimi.
Il rifugio brulica di gente, dentro e fuori, dove mangiamo con ste vento? C’è un unico tavolo al sole, è nostro! Mangiamo veloci perché da fermi la temperatura corporea scende precipitosamente, e per dirla tutta, non ci piace nemmeno tutta quella gente arrivata al rifugio in macchina… con i loro bei vestitini firmati e un abbigliamento tecnico da far invidia a Messner, li guardi straniti, mentre loro orgogliosi girano come dei pirla intorno al parcheggio. Procopiooo, Eusebiooo, Panaguliiis… questi sono i nomi dei cani che senti chiamare da questi signori, cani anch’essi racchiusi nel loro sangue blu. Caro Olmo, dura la vita del bastardo ,eh? Io ne so qualcosa…
Si scende, il tempo stringe, sprofondiamo per un lungo tratto nella neve, e una volta fuori dal pantano, tutto diventa magico… boschi di Erica, qualche fiore ed il blu del mare… il sentiero ancora una volta acciottolato, ci porta stancamente alla macchina. Poi, Coca Cola e birra davanti alla spiaggia.
Nota 1: Bel giro ad anello nel Parco del Beigua, Montagne interessanti per conformazione e visuale, i sentieri sono abbastanza segnalati e i percorsi sono infiniti. Credo che verso Aprile o Maggio questi luoghi diano il meglio di se, ma anche in questa stagione, con il cielo terso e senza vento, si può apprezzare il connubio mare/montagna. Un grazie infinito a Marco e Cristina, con loro mi sono trovato benissimo ed è stato un piacere conoscerli… alle volte dietro a dei nicknames si celano persone eccezionali… come del resto sino ad ora mi è capitato di trovare.
Nota 2: Potevo lasciarvi senza i dilemmi della vita & le cose a caso?
E’ vero che il derby tra “comaschi” e “cofemmine” è una partita del cazzo?
Ingiustizie in Costa Smeralda: Chiuso il Billionaire di Flavio Briatore… adesso dove andranno a giocare a carte i disoccupati sardi?
Contr’ordine: Riaperto il Billionaire… si festeggia a colpi di pane carasau e pecorino del Gennargentu, una cooperativa di schiavi dell’Isola di Tonga servirà ai tavoli. Giustizia è fatta!
L’Italia e l’energia rinnovabile: D’ora in poi ci scalderemo con i peti di Giuliano Ferrara.
Nota 3: La poesia intimista di Eric De Flatulance ha colpito il mio cuore… eccone un’altra per Voi.
TANGO.
Musica campestre di alto rango,
rifiuto d’ ascoltarla e me la svango,
e metto la mia testa dentro al fango.
Ma Tango,
la canticchiava in coro anche Mango,
credendo fosse un’ode per Milingo,
e scappo, fuggo, sino a Bussolengo.
Ma Tango,
lo canto nel microfono bislungo,
pensando di elevarmi a gran mandingo,
sognando solo il tanga io non piango,
e in fondo mi domando… ma perché cazzo Tango?
Da mesi si pensava a un giro nei mitici Corni di Canzo per il primo incontro, va beh dai sarà il secondo o il terzo chissà!
Intanto, essendo costretti per dovere a tornare in Liguria e sapendo la poca affinità di Domenico con le ciaspole, gli proponiamo di scambiare i Corni con qualche corno più basso ma altrettanto bello…peccato che due, causa meteo improponibile siano sfuggiti…
Il percorso è stato ben descritto da Domenico, il primo tratto di Direttissima al Monte Rama gli tocca, il secondo glielo risparmiamo anche se, forse vista la situazione della militare, sarebbe stata sì più faticosa ma certamente più sicura. In più momenti abbiamo temuto di ritrovarci in mare, un guanto di Marco sarà arrivato in qualche piatto dei signorotti di Portofino!
In Liguria c’è capitato spesse volte di prendere vento e freddo ma una vento così mai successo. I ramponi sono serviti più che altro per avere un minimo di ancoraggio nel tratto di AVML che dal Rama porta a Prato Rotondo dove non c’è nulla che possa riparare.
La giornata sarebbe stata perfetta se avessimo potuto godercela un poco di più, soste minime e sempre martoriati dall’aria poi…giunti a Cogoleto, un altro mondo…un lieve brezza tipieda, 14°C e noi a pensare a come eravamo combinati solo qualche ora prima. In questa striscia di terra, è proprio vero, che a pochi km di distanza convivono due mondi totalmente agli antipodi.
Beh Domenico speriamo che il prossimo incontro sia più “tranquillo”…
Kommentare (31)