Monte Bregagno
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Visto che la neve latita ancora e a Nord, dove pure un po' ci sarebbe, è brutto, continuiamo la stagione escursionistica.
Non sono mai stato al Monte Bregagno, eppure non è lontano e, da quanto visto sul web e su alcune guide, la vista deve essere eccezionale.
Con me oggi ci sono Monica e Francesca.
Raggiungiamo i Monti di Breglia seguendo una strada decisamente stretta e tortuosa e lasciamo l'auto in uno spiazzo a 1,5 Kilometri dal parcheggio, seguiamo l'asfalto per un centinaio di metri finchè sulla sinistra troviamo le indicazioni per Sant'Amate e il rifugio Menaggio. Il sentiero sale fra le betulle ed in breve raggiunge il parcheggio dove vi sono già diverse auto, da qui prendiamo per Sant'Amate,saliamo ancora con pendenza costante nel bosco, il percorso offre a tratti delle viste interessanti sul Monte Grona e, quando finalmente raggiunge i pascoli la vista può spaziare sul lago sottostante, ancora coperto da una coltre di nebbia ed il Monte Legnone a Nord Est.
Salendo si vedono bene anche i monti di Palù, di Guattone e di Gargente e, più in alto, l'Alpe Rescascia.
Finora siamo stati protetti dal vento ed abbiamo apprezzato la temperatura primaverile di questo strano inverno ma, appena arriviamo sulla dorsale, dove si trova la chiesetta di Sant'Amate, le cose cambiano repentinamente: veniamo investiti da un vento gelido con raffiche micidiali, ci rifugiamo nel portichetto della cappella e indossiamo le nostre giacche a vento. Rivestiti possiamo ammirare il panorama e fare qualche foto.
Con qualche titubanza decidiamo di proseguire, il vento è decisamente freddo e, salendo al Bregagnino, veniamo investiti anche da ghiacciolini che non sappiamo classificare: neve? Grandine?
Raggiungiamo l'anticima con il suo tozzo ometto e proseguiamo verso la nostra meta che appare leggermente innevata, incontriamo altri escursionisti alcuni in salita, altri in discesa, la luce intorno è veramente particolare: il panorama salendo diviene sempre più vasto e la vista si allarga fino ad abbracciare la parte settentrionale del Lago di Como, la parte iniziale della Valtellina, il Lago di Novate Mezzola e tutte le cime attorno. Sotto di noi indugiano ancora le brume ma il vento sta rapidamente sgombrando il cielo e sciogliendo le nebbie.
La cupola sommitale è rivestita da qualche centimetro di neve crostosa ed i tratti erbosi nascondono delle placche ghiacciate, visto che, come d'abitudine, le abbiamo portate, prendiamo in mano le nostre piccozze ed in breve raggiungiamo la cima. Il vento qui sembra ancora più forte, per cui scattiamo un paio di foto e ridiscendiamo veloci.
Salendo io e Monica avevamo preso in considerazione l'ipotesi di scendere dalla cima al sottostante rifugio La Canua in modo da essere al riparo dal vento, il sentiero però compie un largo giro e tagliare questi ripidi pendii di paglierina ghiacciata, anche con le piccozze, è decisamente poco prudente per cui ripercorrriamo il costolone fatto in salita.
Un vento così è decisamente fastidioso ma, quantomeno, ha spazzato le nebbie che stagnavano sul lago e crea fantastici giochi di luce con le nuvole ancora presenti.
Di nuovo alla cappella di Sant'Amate. Monica propone di scendere al rifugio Menaggio, per cui seguiamo brevemente la cresta che porta al Monte Grona per poi deviare a sinistra per un aereo sentiero che offre degli scorci magnifici sul lago e, soprattutto, è al riparo dal vento.
Poco prima di raggiungere il rifugio attraversiamo dei pendii costellati di Rose di Natale fiorite.
Il rifugio Menaggio è pieno di gente: chi mangia dentro, chi sui tavoli all'esterno, chi sul prato antistante.
Noi consumiamo i nostri viveri nel prato godendoci la magnifica vista sulla punta di Bellagio.
Un caffè e poi scendiamo, quando raggiungiamo il parcheggio, affollatissimo, incontriamo gli Hikriani
froloccone,
Menek e
Poncione che hanno rinunciato al troppo ventoso Bregagno per salire al Grona.
Qualche parola e poi riprendiamo il sentiero per raggiungere lo spiazzo dove si trova l'auto.
Bella gita, senza difficoltà e con un panorama fra i più belli che le montagne di questa zona possono offrire.
Certo il vento non ci ha permesso di apprezzarlo più di tanto ma la luce era eccezionale, per godere al meglio del panorama avevo anche portato il binocolo che però abbiamo usato praticamente solo al rifugio.
Non sono mai stato al Monte Bregagno, eppure non è lontano e, da quanto visto sul web e su alcune guide, la vista deve essere eccezionale.
Con me oggi ci sono Monica e Francesca.
Raggiungiamo i Monti di Breglia seguendo una strada decisamente stretta e tortuosa e lasciamo l'auto in uno spiazzo a 1,5 Kilometri dal parcheggio, seguiamo l'asfalto per un centinaio di metri finchè sulla sinistra troviamo le indicazioni per Sant'Amate e il rifugio Menaggio. Il sentiero sale fra le betulle ed in breve raggiunge il parcheggio dove vi sono già diverse auto, da qui prendiamo per Sant'Amate,saliamo ancora con pendenza costante nel bosco, il percorso offre a tratti delle viste interessanti sul Monte Grona e, quando finalmente raggiunge i pascoli la vista può spaziare sul lago sottostante, ancora coperto da una coltre di nebbia ed il Monte Legnone a Nord Est.
Salendo si vedono bene anche i monti di Palù, di Guattone e di Gargente e, più in alto, l'Alpe Rescascia.
Finora siamo stati protetti dal vento ed abbiamo apprezzato la temperatura primaverile di questo strano inverno ma, appena arriviamo sulla dorsale, dove si trova la chiesetta di Sant'Amate, le cose cambiano repentinamente: veniamo investiti da un vento gelido con raffiche micidiali, ci rifugiamo nel portichetto della cappella e indossiamo le nostre giacche a vento. Rivestiti possiamo ammirare il panorama e fare qualche foto.
Con qualche titubanza decidiamo di proseguire, il vento è decisamente freddo e, salendo al Bregagnino, veniamo investiti anche da ghiacciolini che non sappiamo classificare: neve? Grandine?
Raggiungiamo l'anticima con il suo tozzo ometto e proseguiamo verso la nostra meta che appare leggermente innevata, incontriamo altri escursionisti alcuni in salita, altri in discesa, la luce intorno è veramente particolare: il panorama salendo diviene sempre più vasto e la vista si allarga fino ad abbracciare la parte settentrionale del Lago di Como, la parte iniziale della Valtellina, il Lago di Novate Mezzola e tutte le cime attorno. Sotto di noi indugiano ancora le brume ma il vento sta rapidamente sgombrando il cielo e sciogliendo le nebbie.
La cupola sommitale è rivestita da qualche centimetro di neve crostosa ed i tratti erbosi nascondono delle placche ghiacciate, visto che, come d'abitudine, le abbiamo portate, prendiamo in mano le nostre piccozze ed in breve raggiungiamo la cima. Il vento qui sembra ancora più forte, per cui scattiamo un paio di foto e ridiscendiamo veloci.
Salendo io e Monica avevamo preso in considerazione l'ipotesi di scendere dalla cima al sottostante rifugio La Canua in modo da essere al riparo dal vento, il sentiero però compie un largo giro e tagliare questi ripidi pendii di paglierina ghiacciata, anche con le piccozze, è decisamente poco prudente per cui ripercorrriamo il costolone fatto in salita.
Un vento così è decisamente fastidioso ma, quantomeno, ha spazzato le nebbie che stagnavano sul lago e crea fantastici giochi di luce con le nuvole ancora presenti.
Di nuovo alla cappella di Sant'Amate. Monica propone di scendere al rifugio Menaggio, per cui seguiamo brevemente la cresta che porta al Monte Grona per poi deviare a sinistra per un aereo sentiero che offre degli scorci magnifici sul lago e, soprattutto, è al riparo dal vento.
Poco prima di raggiungere il rifugio attraversiamo dei pendii costellati di Rose di Natale fiorite.
Il rifugio Menaggio è pieno di gente: chi mangia dentro, chi sui tavoli all'esterno, chi sul prato antistante.
Noi consumiamo i nostri viveri nel prato godendoci la magnifica vista sulla punta di Bellagio.
Un caffè e poi scendiamo, quando raggiungiamo il parcheggio, affollatissimo, incontriamo gli Hikriani



Qualche parola e poi riprendiamo il sentiero per raggiungere lo spiazzo dove si trova l'auto.
Bella gita, senza difficoltà e con un panorama fra i più belli che le montagne di questa zona possono offrire.
Certo il vento non ci ha permesso di apprezzarlo più di tanto ma la luce era eccezionale, per godere al meglio del panorama avevo anche portato il binocolo che però abbiamo usato praticamente solo al rifugio.
Tourengänger:
paoloski

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Kommentare (7)