Cima di Lago
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Bello svegliarsi qui, scendere e con le facce ancora addormentate far colazione...
Al tavolo Monica e Davide, la simpatica e bella coppia che di tanto in tanto incontro tra le montagne (ragazzi, se mi scrivete organizziamo un'uscita ufficiale!!!) ci stanno già aspettando.
La giornata è splendida, decidiamo che la prima gita dell'anno sarà alla Cima di Lago.
In vetta, al cospetto del Basodino e del Finster che tante emozioni mi ha regalato, si sta benissimo..ridiamo e scherziamo e grazie a Giovanni, inquadro la posizione di molte cime a me familiari.
Siamo un bel gruppo, tutti indipendenti, ma per l'occasione tutti insieme.
Proponiamo di scendere All'Acqua e Micaela, accetta senza fare una piega, così tra un pendio e l'altro, un canalino e un tratto pianeggiante, arriviamo all'odiato boschetto, dove io e Davide ci affrettiamo nella speranza di trovare un passaggio per tornare ad Ossasco a prendere le macchine...siamo fortunati, un cittadino che si trova lì per sbaglio ci fa salire sulla sua auto immacolata ed in breve arriviamo alle nostre macchine.
Da qui in poi inizia il rito del rientro, le chiacchiere e il rivivere i momenti più belli della giornata, alcuni con il tempo si dimenticheranno, altri invece saranno indelebili.
Micaela...grazie di tutto e, a la prochaine fois!
Ah...dimenticavo...certo che ti ho sentito cantare, la tua voce e la canzone che cantavi sono tra i ricordi indelebili!

Capodanno.
Proprio quando mi sveglio in piena notte per andare in bagno, arriva Laura nella stanza.
Ho potuto dire a qualcuno che gli volevo bene, accarezzare una guancia.
E' bello.
Colazione. Abbondante. Anche resti di panettone e della torta al cioccolato di ieri, puro oro bruno che voluttuoso cola in gola.
Canto per i nostri compagni di tavolo, per Giovanni Kappenberger, per i capannari Idalgo ed Eliana. E' il mio mestiere, e oggi è Capodanno. La voce è roca; è mancato il sonno.
"Black is the colour of my true love' s hair.
Oh, I love my lover and well he knows,
Yes, I love the ground where on he goes."
Oggi saliamo alla Cima di Lago, prima di ritrovare la Val Bedretto. Ehi, ma prima si scende!
Lungo e dolce percorso tra collinette di neve, panettoncini bianchi, dolcezza di una salita che non stanca fisicamente, anche se la Cima sembra ancora lontana, lassù.
Più si sale, più il suo profilo assomiglia alla pinna di uno squalo, di un biancore accecante.
Continuo a ammirare la pinna bianca, affascinata, come affascina il temuto grande predatore dei mari...
Saliamo gli ultimi dieci metri di pinna con i soli scarponi e la picozza.
Lo spiazzo al sole è bello largo, ci si sta comodamente seduti, noi, Giovanni e sua moglie Maja, Monica e Davide. Non c' è il vento di ieri, ci godiamo la compagnia e il caldo, tranquilli.
Il panorama è grandioso!
"Oggi sarà la più bella giornata di tutte queste Feste!"
Applauso di Vetta festoso per Giovanni!
Impossibile descrivere il ritorno con precisione. Prima si deve scendere, e anche un bel pò, perchè la ripidità, le placche nevose e le bastionate rocciose sotto la cresta che collega la Pinna alla sua bocchetta omonima sono pericolose.
Sarà, fino a All' Acqua un continuo sciare per loro sciatori, aspettare la ciaspolatrice, io, valutare il passaggio migliore, la conca più dolce, il dislivello negativo più piccolo, le tracce di altri sciatori.
"Micaela! tu passa piuttosto là sulla sinistra, è più facile! Micaela! Vai su a destra, non abbassarti troppo!"
Bello, avere Laura e Davide che mi guidano sciata dopo sciata!
Le risalite sembrano non finire mai, ogni risalita una nuova Pinna da ascendere.
Ma la neve è bella, porta bene le ciaspole, il peso del corpo; non faccio fatica, si affonda poco.
"Micaela! Ti conviene seguire le tracce di sci! Micaela! Rimani bassa, non raggiungerci!"
Dalla bocchetta in poi miei amici se le godono finalmente, le loro sciate pazze! Li ammiro volteggiare con grazia e maestria, uccelli sulla neve; ogni tanto scompaiono alla vista...
Non sono da meno, nel godere la mia discesa: scivolate sciistiche, salti, ma non troppo audaci, perchè la neve cambia continuamente di consistenza e mi devo in una frazione di secondo adattare al cartone, alla crosticina ghiacciata, alla polverosa nella quale si sprofonda fino alle ginocchia, e la pendenza è comunque di tutto riguardo per la ciaspolatrice!
"Ciao, Micaela, ah, sei lì? Ti avevamo persa di vista! Tutto bene?"
"E un sogno questa neve, bellissimo, me la godo! E voi, è neve che permette belle sciate?"
"Fantastico! Splendido!"
Continuano a fermarsi, i miei amici, per osservare canali, passaggi, stato della neve. Li raggiungo. Ascolto e commento le loro considerazioni di appassionati sciatori con interesse.
"Guarda che secondo me, la discesa dalla bocchetta senza nome, che ci ha sconsigliata Idalgo, da qui sembra fattibile, passando nel canale a lato di quelle roccette, tu che ne pensi?"
"Eh si, sembrava molto più pericolosa vista dalla parte della Pinna! Però, troppo ripido per Micaela, il corridoio è molto in piedi, la neve è stata spazzata via, è tutto un ghiaccio, non ce la farebbe nemmeno con le sue racchette super tecniche!"
"Ma se hanno dentoni aguzzi da squalo!...Però quel canale fa paura, non credo oserei nemmeno con i ramponi!
Un'altro canale...
"Laura, che succede se scivolo?"
"Guarda quel dosso giù lì, basta a arrestare la caduta! Tranquilla! Ti aspetto!"
Discesa che sembra non finire mai: ancora un panettone a nasconderne altri, magari più grandi; cosa c' è dopo quella curva? in fondo a questa discesa? Altre piccole risalite, lunghi traversi, una conca dove adagiarmi. Una sorpresa dopo l' altra, una scoperta dopo l' altra: oramai faccio il mio percorso da sola, a naso, a mio piacimento, in maglietta, maniche accorciate. A ciaspolare non si sente il freddo, anche se tutta la discesa si è svolta già in ombra.
I miei compagni sono saliti su un bel cocuzzolo roccioso, al Sole! gli faccio ciao dal basso!
Poi ci ritroviamo, per l' ultimo, interminabile (ma che si vorrebbe non terminasse mai!) tratto di discesa fino al bosco, con loro a guidarmi nel percorso migliore e meno ripido e faticoso per le racchette.
Mi sto facendo le cosce per il mio Rondadura, eh? Ridiamo come matti!
Uno a zero per la ciaspolatrice, nel bosco, seguendo il sentiero a stretti tornanti molto ripido e ghiacciato!
Li ho ingelositi, non mi dicono nemmeno più dov' è il passaggio migliore; tanto per me è facile far curve, andar giù tranquilla. Sicuramente ancorata al suolo gelato con i coltelli e le lame taglienti delle mie racchette.
"Non mi piacerebbe ferirmi con una di queste lame, che impressione fanno! Il coltello tagliente sul davanti mi seziona il braccio in due se gli scivolo addosso! Stiamo lontani da questa pericolosa dentatura acuminata!"
No! già si attraversa il ponte sul torrente, l' asfalto è vicino! ma se sono appena le tre e mezza! c' è ancora tanta luce! non si può continuare la sciata fino a Ossasco? non può già essere finita la giornata!
Laura, non c' eri quando cantai, perciò ti dedico lo struggente live di Nina Simone su You Tube:
"nina.simone.black.is.the.colour"
Grazie, Laura, per Audacia e Poesia condivise; par la tua pazienza e la competenza, per la dolce tranquillità provata ciaspolando accanto a te; per Gioia e Solarità condivise.
Sai, ci siamo appena lasciate alla mia auto e già mi manca il tuo sorriso...
"Black is the colour of my true love' s hair,
Yes, I love the ground where on he goes
And still I hope that the time will come
When he and I will be as one."
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