Si ritorna sulla scena del "crimine"... Rifugio Griera.
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Il Rifugio Griera, questa la meta di oggi… perché proprio lì? Quasi una scelta obbligata, la neve caduta il giorno prima ha scombussolato i nostri piani, perché erano altre le mete a cui avevamo puntato, e visto che la Meteo si burla di noi, facciamo in questo caso di necessità virtù. Detto in tutta onestà, il Griera non è assolutamente un posto di “ripiego”, anzi… si mangia bene, si gode di una bella visuale e molteplici sono i sentieri che risalgono in quella sorta di conca dove sorge la struttura, e, last but not least, Serena, la “matrona” del rifugio, ti fa sentire subito a casa, accogliendoti in un ambiente familiare che ho avuto già il piacere di vivere durante il “raduno” di hikriani svoltosi a novembre.
Lasciata la Pianura (landa desolata) con tutto il suo carico di umidità e nebbia, giungiamo a Pagnona come se fosse la terra promessa… il sole colpisce i tetti di questo piccolo borgo e la temperatura è intorno agli zero gradi.
La cosa che colpisce subito, è che non c’è molta neve, meno che in Pianura, ma c’è un po’ di ghiaccio, e questo per chi deve affrontare le salite , non è proprio il massimo, in più c’è da “battere” il sentiero… non so com’è ma mi trovo in testa al gruppo, quindi tocca a me aprire il varco nella poca neve, una situazione che si protrarrà sino all’arrivo del nostro percorso.
E’ un continuo spogliarsi e rimettere giubbotti, al sole si sta bene, ma quando trovi le zone d’ombra, l’escursione termica si fa sentire subito; guanti, cappelli e sciarpe sono sempre a portata di mano.
Passato l’abitato di Bedoledo, il sentiero si fa più dolce, ma… un rumore “sordo” attira la nostra attenzione… proseguiamo con buon passo su per il bosco, sino a quando cominciamo ad incrociare timide folate di un vento severo, pungente, ma siamo ancora nel bosco e un po’ di riparo l’abbiamo.
Usciti dal bosco, in prossimità di una grande malga, una sorta di Blizzard ci colpisce in pieno con raffiche gelide e continue, ed i nostri vestiti termici, vengono messi a dura prova, non fosse che siamo abbastanza vicini al rifugio, verrebbe voglia di ritornare alla macchina… ma si sa, quando si ha la “zucca” dura è difficile fermarsi. Anche Patrizia, che ha rischiato di misurare la terra, continua imperterrita.
La poca pendenza ci fa viaggiare spediti, ma siamo allo scoperto, e il bosco qua è rado, rintuzzando i colpi di Eolo guadagniamo metri. Ad un certo punto provo a “tagliare” seguendo una traccia di sentiero che porta ripido verso l’Alpe Campo, mi “scontro” col ghiaccio che infido si nasconde e ritorno sui miei passi, raggiungo di nuovo il gruppo e con un ultimo slancio, giungo per primo al Rifugio. Quando metto piede oltre la porta, sono ghiacciato come una “grattachecca”(granite) e non vedo l’ora di posizionarmi davanti alla stufa!
Con mio sommo stupore, all’interno del rifugio trovo ben altri “due” escursionisti, già con i piedi sotto il tavolo e anch’essi vicini alla stufa; ci salutiamo come dei sopravvissuti, mentre il mio corpo sta ritornando a dare segni di vita. Le mani sono ghiacciate, mi scappa la pipì ma… chi cazzo ha il coraggio di raggiungere la toilette (freddissima) per estrarre la “camola”? Meglio prima bere un bicchiere di vino...
Davanti all’ottimo cibo fumante, la fatica scompare lasciando spazio all’ilarità… spesso ho raccontato di camminate dove ci si “spanciava” dal ridere, ma oggi, raggiungiamo il top! Saranno forse le feste, sarà l’alcool che scorre, ma senza esagerare, sarà la voglia di Capodanno… sarà l’intima amicizia… ma le “ganasce” proprio non riesco a farle rilassare; battute su battute, una dietro l’altra, molte risate le facciamo ricordando le foto strane che abbiamo postato in passato su Hikr, e troviamo anche il tempo per sorridere alle sfighe! Come quando Mauro C., annuntio vobis gaudium magnum, ci dice che è talmente sfigato, che quando è stato finalmente scritturato per un film hard, gli hanno appioppato la parte del “guardone”… per un tutt’ormoni come lui è una vera tragedia! Che San Riccardo Schicchi lo protegga… io nel frattempo mi riserverò di raccomandarlo a Rocco Siffredi, pòra stèla d’un Mauro!
Quando soddisfatti lasciamo il rifugio, non prima di un buon Genepì, l’atmosfera al suo interno è serafica, ed un certo affollamento è incredibilmente presente. Il freddo adesso lo affrontiamo con ben altro spirito… e baldanzosi giungiamo alle macchine dopo aver incrociato diversi giovani che facevano il sentiero al contrario. Ma sticazzi?
Nota 1: Bellissima giornata, di quelle che prima la sogni e poi la realizzi… grazie amici miei, il mio Cuore ha ripreso smalto e mi sono riconciliato col Mondo, per quanto mi riguarda ho fatto: Un piccolo passo per l’Uomo, un grande passo per l’Umanità! Forse ho un pochino esagerato… Un Buon Anno a Tutti/e e un augurio particolare a Patrizia, lei sa il perché.
Nota 2: Vi lascio con i dilemmi della vita e con le cose a caso…
Se una Rondine non fa primavera, perché un Pettirosso fa l’inverno?
E’ il vino che sa di tappo o è il contrario?
E’ vero che Lapo Elkann dopo la Punto si fa la “riga”?
A La Prochaine. Il Vostro Menek und Olmo.
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