Monte Nudo 1235 m-Pizzoni di Laveno 1035 m e Sasso del Ferro 1062 m
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Dopo aver dato un’ultima occhiata allo stato delle autostrade e visto il bollettino di guerra della Liguria, rinunciamo ad andarci e decidiamo per un’escursione nell’ignoto varesotto.
Lasciamo l’auto a Casalzuigno, al posteggio per Villa Bozzolo. Seguiamo la 3V Varesina fino a incrociare Via Cavour dove la abbandoniamo svoltando a dx e subito dopo a sx, Via XX Settembre, usciamo così dal paese su strada asfaltata, attraversiamo a dx un ruscelletto, c’è una freccia su un cartello ma non si legge niente, continuiamo in salita e raggiungiamo la località Aga, veloce divagazione per dare un’occhiata all’oratorio San Bartolomeo che ricorda un po’ San Tommaso sotto il Moregallo.
Riprendiamo il sentiero, entriamo nel bosco e alternando tratti ripidi a tratti più tranquilli arriviamo in località Pozzopiano, dove c’è un casotto per l’avvistamento degli animali, a proposito, parecchi cacciatori in giro oggi!
Proseguiamo verso il P.so di Cuvignone ma notiamo il cartello che indica il Monte Nudo a 15 minuti. Il sentiero invita poco, sembra poco percorso e invaso da sterpi, ma per soli 15 minuti possiamo farcela a litigare con sta giungla! Poi non è così male come ci era sembrato all’inizio, anzi…ci sono solo delle piante sradicate da aggirare e il terreno è piuttosto scivoloso ma non potrebbe essere altrimenti viste le giornate appena passate!
Il Monte Nudo ci aveva fatto pensare a un panarozzo spoglio, un po’ come il nostro Cornizzolo, invece solo una piccola porzione sulla cima è rimasta pulita da quella manovra di rimboschimento di una quarantina di anni fa di cui ci ha parlato un arzillo 84enne incontrato al P.so di Cuvignone. In ogni caso il panorama dalla cima è molto ampio e appagante, nonostante la giornata ancora non voglia dare segni di voler migliorare.
Dalla cima quindi proseguiamo lungo una simpatica cresta tra roccette ricoperte interamente di muschio. A parte le piogge dei giorni scorsi, penso sia sempre una zona molto umida. Raggiunto un cartello che indica il termine del sentiero e il relativo pericolo nel proseguire, scendiamo sulla sterrata sottostante e in breve siamo al passo, dove ci intratteniamo con l’arzillo ottantaquattrenne che ci svela pure il segreto del suo brio!!!
Raggiunta la strada asfaltata svoltiamo a dx e poco dopo a sx per i Pizzoni di Laveno. Con vari sali scendi raggiungiamo il Pizzone con la croce da dove scendiamo ripidamente fino al P.so Barbè, altro cartello che indica la fine del sentiero e il pericolo a continuare.
Scendiamo a Casere e seguiamo le indicazioni per il ristorante Gigliola, superato il quale parte il sentiero per il Sasso del Ferro. Saliamo lungo una strada tagliafuoco fino al bivio per il Sasso del Ferro, amara sorpresa, un cartello indica la chiusura della strada per frana, accidenti avremmo dovuto prenderla per scendere a Cittiglio, non è indicato il punto, dove è stata chiusa, confidiamo che alla stazione della funivia al Poggio Elsa sappiano dirci qualcosa. Saliamo al Sasso del Ferro, dove essendoci un bel sole e niente aria, facciamo sosta pranzo. Scendiamo quindi al Poggio Elsa e chiediamo info al bar. Ci fanno notare una frana, probabilmente di sabato, che è scesa sulla tagliafuoco per Laveno, ma a noi interessa quella per Cittiglio, purtroppo non sanno nulla.
Decidiamo di tornare a Casere e chiedere info al Ristorante Gigliola. Anche qui, non ne sanno molto, ma pensano che non si riesca a passare principalmente per due motivi, perché si trova in un punto piuttosto scosceso ma anche perché alla corsa podistica del giorno prima è stato modificato l’itinerario, sembra proprio per quel motivo. Va beh per non saper né leggere né scrivere evitiamo di andare ad accertarcene di persona e a malincuore scendiamo lungo la strada asfaltata. Tagliamo i primi tornanti tramite un sentiero che parte poco dopo il cimitero, freccia che indica sentiero pedonale e per MBK. Tornati sulla strada la seguiamo fino a Cittiglio, dove reincrociamo la 3V che seguiremo fino a tornare al posteggio.
Tutto sommato un bel giro anche se i Pizzoni me li immaginavo diversi, meno boscosi…peccato per la strada interrotta, pazienza è andata bene lo stesso!
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