Anello del monte Roggione - Valmalenco
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Uscita in Valmalenco per il gruppo “AnDaSer”, oggi l’assente Sergio è stato però ben sostituito con una presenza femminile; abbiamo infatti avuto il piacere di fare una uscita assieme a Maria Teresa che ha avuto il coraggio di aggregarsi al nostro sgangherato gruppo.
Il titolo dell’escursione è un po’ limitativo delle nostre iniziali intenzioni in quanto, oltre all’anello, avevamo programmato anche la salita al monte Roggione (mt. 2.359), cima poco nominata che è situata in posizione isolata e centrale nella valle così da poterla considerare un buon punto di osservazione sulle più rinomate vette della zona, dal Disgrazia al trio Roseg / Scerscen / Bernina, non tralasciando il caratteristico Pizzo Scalino.
Lungo la strada per arrivare in valle osserviamo una leggera velatura nuvolosa che contrasta con le previsioni meteo che preannunciavano invece un ampio soleggiamento; arrivati a destinazione però le nubi si sono diradate ed alle 9.45, lasciata l’auto nel parcheggio a lato del rifugio Sasso Nero, in località S. Giuseppe, ci incamminiamo. La strada asfaltata prosegue ulteriormente e sarebbe infatti possibile trovare parcheggio anche più in alto, nei pressi del rifugio Barchi, dove noi arriviamo alle 10.20 dopo percorso alcuni sentieri che in alcuni punti incrociano la strada.
Imbocchiamo il sentiero con le indicazioni per il lago Palù che sale su ampia sterrata nel bosco di larici; in alcuni tratti in ombra troviamo i residui della prima spolverata di neve della stagione. In circa mezz’ora arriviamo sulle sponde del lago Palù e in pochi minuti raggiungiamo l’omonimo rifugio dove facciamo una piccola sosta per ammirare il paesaggio.
Davanti a noi il lago e il versante esposto a nord delle piste da sci che scendono dal monte Motta e che in alcuni tratti è ben imbiancato; alla nostra sinistra osserviamo la cresta esposta del monte Roggione.
Riprendiamo il cammino alle 11 seguendo il sentiero di inizio della V tappa dell’Alta Via della Valmalenco per salire ai prati dell’Alpe Roggione, posta sotto le bastionate rocciose del Sasso Nero.
Percorriamo quindi un tratto che passa tra grossi massi, residui di cadute di vecchie frane, per arrivare al canalone roccioso dal quale scende il torrente Roggione; qui si deve porre un po’ di attenzione a causa del procedere in zona poco esposta al sole, in presenza di rocce umide per la vicinanza del corso d’acqua che in alcuni punti si deve attraversare.
Superata un’ultima rampa alle 11.50 arriviamo al passo del Bocchel del Torno dove finalmente usciamo dell’ombra e ci fermiamo una decina di minuti per riscaldarci al sole; raggiunto uno spiazzo con una grande pozza d’acqua apprezziamo la visuale che ad occidente spazia dal sottostante lago Palù alla cima del Disgrazia mentre ad oriente si staglia la sagoma piramidale dello Scalino.
Proprio di fronte a noi, in direzione sud, si eleva il monte Roggione con la sua anticima e la successiva cima; tentiamo di risalirne la cresta ma, considerata l’esposizione a nord con presenza di neve che copre la già di per sé debole traccia di sentiero e, soprattutto, l’incontro di un tratto roccioso ben innevato che probabilmente ci metterebbe in seria difficoltà nel caso di un rientro dalla stessa via, decidiamo di ritornare sui nostri passi.
Proseguiamo quindi sul sentiero della V tappa dell’Alta Via sino ad arrivare al margine della pista da sci che scende dal Sasso Nero; ad un bivio lasciamo il percorso principale e la pista da sci per rientrare nel bosco di larici e passare lungo tutto il lato orientale del monte Roccione sino ad arrivare, quando sono da poco passate le 13, sugli ampi prati dell’Alpe Campolungo.
Alla nostra sinistra è nel frattempo apparsa la diga di Campo Moro con il suo lago mentre dietro di noi, sulle cime vicine al Bernina, sembra aumentare la massa nuvolosa. Non ci resta ora che risalire, un po’ su sterrata di servizio alle piste e in alcuni punti tagliando tra prati e pista da sci, in direzione delle costruzioni (rifugio, impianti sciistici e ripetitori) poste sulla sommità del Sasso Alto o Monte Motta, dove arriviamo alle 13.50 dopo aver percorso 8,2 km in 2h35m di marcia e 1h30m di sosta.
Sostiamo per il pranzo al sole proprio sotto la statua del Cristo benedicente con vista sui sottostanti abitati della Valmalenco; l’orizzonte a si è ulteriormente allargato anche se le più elevate vette sono ora ricoperte da una coltre di nuvole ancora più fitta.
Ci rimettiamo in cammino alle 14.40 per scendere lungo la pista da sci che passa nei pressi del rifugio Motta e poi puntare decisamente verso le costruzioni dell’Alpe Palù dove transitiamo alle 15.15.
In circa 20 minuti arriviamo sulla sponda occidentale del lago Palù che percorriamo tutta; la copertura nuvolosa che nel frattempo si è ulteriormente estesa toglie brillantezza e luminosità ai colori del lago e del bosco circostante.
Ripercorriamo quindi la sterrata percorsa all’andata per arrivare alle 16.15 al rifugio Barchi e scendiamo, su strada e sentiero, sino al parcheggio del rifugio Sasso Nero dove arriviamo alle 16.45.
Tutto sommato una bella escursione autunnale in un ambiente naturale che incanta sempre per la maestosità delle montagne e dei paesaggi circostanti; un grazie anche alla nostra occasionale compagna di escursione, nella speranza di averla ancora in gruppo prossimamente.
Dati complessivi:
Km percorsi: 14,5;
Tempo marcia: 4h25xxm;
Tempo sosta: 2h35m;
Ascesa: mt. 900 circa;
Velocità media in marcia: 3,3 km/h;
Velocità media totale: 2,1 km/h.
Il titolo dell’escursione è un po’ limitativo delle nostre iniziali intenzioni in quanto, oltre all’anello, avevamo programmato anche la salita al monte Roggione (mt. 2.359), cima poco nominata che è situata in posizione isolata e centrale nella valle così da poterla considerare un buon punto di osservazione sulle più rinomate vette della zona, dal Disgrazia al trio Roseg / Scerscen / Bernina, non tralasciando il caratteristico Pizzo Scalino.
Lungo la strada per arrivare in valle osserviamo una leggera velatura nuvolosa che contrasta con le previsioni meteo che preannunciavano invece un ampio soleggiamento; arrivati a destinazione però le nubi si sono diradate ed alle 9.45, lasciata l’auto nel parcheggio a lato del rifugio Sasso Nero, in località S. Giuseppe, ci incamminiamo. La strada asfaltata prosegue ulteriormente e sarebbe infatti possibile trovare parcheggio anche più in alto, nei pressi del rifugio Barchi, dove noi arriviamo alle 10.20 dopo percorso alcuni sentieri che in alcuni punti incrociano la strada.
Imbocchiamo il sentiero con le indicazioni per il lago Palù che sale su ampia sterrata nel bosco di larici; in alcuni tratti in ombra troviamo i residui della prima spolverata di neve della stagione. In circa mezz’ora arriviamo sulle sponde del lago Palù e in pochi minuti raggiungiamo l’omonimo rifugio dove facciamo una piccola sosta per ammirare il paesaggio.
Davanti a noi il lago e il versante esposto a nord delle piste da sci che scendono dal monte Motta e che in alcuni tratti è ben imbiancato; alla nostra sinistra osserviamo la cresta esposta del monte Roggione.
Riprendiamo il cammino alle 11 seguendo il sentiero di inizio della V tappa dell’Alta Via della Valmalenco per salire ai prati dell’Alpe Roggione, posta sotto le bastionate rocciose del Sasso Nero.
Percorriamo quindi un tratto che passa tra grossi massi, residui di cadute di vecchie frane, per arrivare al canalone roccioso dal quale scende il torrente Roggione; qui si deve porre un po’ di attenzione a causa del procedere in zona poco esposta al sole, in presenza di rocce umide per la vicinanza del corso d’acqua che in alcuni punti si deve attraversare.
Superata un’ultima rampa alle 11.50 arriviamo al passo del Bocchel del Torno dove finalmente usciamo dell’ombra e ci fermiamo una decina di minuti per riscaldarci al sole; raggiunto uno spiazzo con una grande pozza d’acqua apprezziamo la visuale che ad occidente spazia dal sottostante lago Palù alla cima del Disgrazia mentre ad oriente si staglia la sagoma piramidale dello Scalino.
Proprio di fronte a noi, in direzione sud, si eleva il monte Roggione con la sua anticima e la successiva cima; tentiamo di risalirne la cresta ma, considerata l’esposizione a nord con presenza di neve che copre la già di per sé debole traccia di sentiero e, soprattutto, l’incontro di un tratto roccioso ben innevato che probabilmente ci metterebbe in seria difficoltà nel caso di un rientro dalla stessa via, decidiamo di ritornare sui nostri passi.
Proseguiamo quindi sul sentiero della V tappa dell’Alta Via sino ad arrivare al margine della pista da sci che scende dal Sasso Nero; ad un bivio lasciamo il percorso principale e la pista da sci per rientrare nel bosco di larici e passare lungo tutto il lato orientale del monte Roccione sino ad arrivare, quando sono da poco passate le 13, sugli ampi prati dell’Alpe Campolungo.
Alla nostra sinistra è nel frattempo apparsa la diga di Campo Moro con il suo lago mentre dietro di noi, sulle cime vicine al Bernina, sembra aumentare la massa nuvolosa. Non ci resta ora che risalire, un po’ su sterrata di servizio alle piste e in alcuni punti tagliando tra prati e pista da sci, in direzione delle costruzioni (rifugio, impianti sciistici e ripetitori) poste sulla sommità del Sasso Alto o Monte Motta, dove arriviamo alle 13.50 dopo aver percorso 8,2 km in 2h35m di marcia e 1h30m di sosta.
Sostiamo per il pranzo al sole proprio sotto la statua del Cristo benedicente con vista sui sottostanti abitati della Valmalenco; l’orizzonte a si è ulteriormente allargato anche se le più elevate vette sono ora ricoperte da una coltre di nuvole ancora più fitta.
Ci rimettiamo in cammino alle 14.40 per scendere lungo la pista da sci che passa nei pressi del rifugio Motta e poi puntare decisamente verso le costruzioni dell’Alpe Palù dove transitiamo alle 15.15.
In circa 20 minuti arriviamo sulla sponda occidentale del lago Palù che percorriamo tutta; la copertura nuvolosa che nel frattempo si è ulteriormente estesa toglie brillantezza e luminosità ai colori del lago e del bosco circostante.
Ripercorriamo quindi la sterrata percorsa all’andata per arrivare alle 16.15 al rifugio Barchi e scendiamo, su strada e sentiero, sino al parcheggio del rifugio Sasso Nero dove arriviamo alle 16.45.
Tutto sommato una bella escursione autunnale in un ambiente naturale che incanta sempre per la maestosità delle montagne e dei paesaggi circostanti; un grazie anche alla nostra occasionale compagna di escursione, nella speranza di averla ancora in gruppo prossimamente.
Dati complessivi:
Km percorsi: 14,5;
Tempo marcia: 4h25xxm;
Tempo sosta: 2h35m;
Ascesa: mt. 900 circa;
Velocità media in marcia: 3,3 km/h;
Velocità media totale: 2,1 km/h.
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