Capanna Osola (1418 m)


Publiziert von siso , 19. Oktober 2014 um 21:10.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:18 Oktober 2014
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione Piancascia   Gruppo Pizzo delle Pecore   Gruppo Monte Zucchero   CH-TI 
Zeitbedarf: 5:15
Aufstieg: 463 m
Strecke:Parcheggio Daghéi di Dentro (955 m) – Pianell di Mott (980 m) – Arnasèd (1027 m) – Capanna Osola (1418 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 – uscita Bellinzona Sud – Gordola – Valle Verzasca – Brione Verzasca – Val Osola – Bolastro – Daghéi di Dentro.
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Osola
Kartennummer:C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000.

Escursione in Val d’Osura, una laterale della Valle Verzasca, in una splendida giornata autunnale, con temperature estive.

Il rifugio, con 18 posti letto, appartiene alla “Comunità Compadroni Alpe Osola, un’associazione che ha origini molto antiche, formata da famiglie patrizie di Brione prettamente legate al mondo agricolo. Quest’ultime, proprietarie di diritti d’erba, potevano usufruire delle risorse naturali presenti sul territorio delimitato in alta Valle Osola secondo un regolamento tramandato che ne definiva i diritti.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.00

Fine dell’escursione: ore 13.10

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1022 hPa

Temperatura alla partenza da Draghéi di Dentro: 10°C

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3900 m

Temperatura al rientro a Draghéi di Dentro: 24°C

Velocità media del vento: 0 km/h

Sorgere del sole: 7.46

Tramonto del sole: 18.33

 

Raggiunta la bella località di Brione Verzasca, molto amata dai turisti, aggiro a sinistra la chiesa e imbocco la stradina che si addentra nella selvaggia Val Osola: una meraviglia della natura. Il fiume Osura ha creato un percorso caratterizzato da cascatelle e pozze con acqua smeraldina, che scorre fragorosa fra enormi macigni levigati. È una valle molto profonda, che non permette ancora al sole di illuminare il fondovalle. Qui il tempo si è fermato: se non fosse per la presenza di qualche pannello fotovoltaico, potremmo pensare di essere nel Medioevo.

Dopo 3,7 km, poco dopo la località di Daghéi di Dentro, a circa 955 m di quota, parcheggio l’auto su uno slargo della strada.

In pochi minuti raggiungo una cappella, esteticamente discutibile; non ha nulla da spartire con quelle antiche, che arricchiscono numerose località della Valle Verzasca. Mi trovo in località Pianell di Mott a 980 m di quota; un segnavia indica che per la capanna occorrono 2 h di cammino.

Superato un primo ponticello sul torrente che scende dalla Cima di Cazzài, attraverso un piccolo insediamento dal toponimo assai curioso: Arnasèd (1027 m). Non è facile parlare di toponomastica per i non addetti ai lavori, senza cadere in facili semplificazioni e imprecisioni. Azzardo comunque un’ipotetica traduzione in “alneto”, ossia bosco di ontani, con riserva, ovviamente. Una targa di legno sulle mura di un rustico vuole sottolinearne l’identità: “Al Birocc”. Il gioco preferito delle bambine che vi soggiornano non sono i giochini elettronici, bensì l’arrampicata libera sui macigni presenti nel giardino naturale della baita.

Il sentiero mi porta ad un moderno ponte metallico, che mi permette di superare il selvaggio e incantevole fiume Osura. Sono le 8:40, i primi raggi di sole raggiungono il fondovalle. Risalgo ora la fitta faggeta sulla destra orografica del torrente. Pochi gli scorci che si aprono: il primo mi consente di ammirare il soleggiato alpeggio di Vald (1147 m), un nome forse di lontane origini walser; il secondo mi offre un ampio panorama sull’anfiteatro a meridione del Pizzo dei Chént (2444 m) e del Monte Zucchero (2735 m), dove è ubicato il Corte del Sambuco. Nel magnifico quadro multicolore, una stella scintillante indica la presenza della Capanna Osola. Mi ci vorranno ancora 30 minuti di piacevole cammino.

Alla base del Vallone, il sentiero si perde fra macerie portate dal fiume in piena, poco prima di immettersi nell’Osura. In questo punto occorre seguire con attenzione i segnavia disegnati sui tronchi; è infatti facile perdersi su tale terreno molto sconnesso. Il rifugio appare all’improvviso, non appena si raggiunge un pianoro prativo contornato da abeti bianchi e larici. Dopo circa un paio d’ore di cammino posso affermare Capanna Osola geschafft!
 

                                       Capanna Osola (1418 m)


Non sono solo, una coppia basilese ha pernottato nella tenda piazzata di fianco alla capanna.

Costruita nel 1986, è stata ampliata e completamente risanata con un investimento di 140 mila franchi, su progetto dell’architetto Renato Buzzini di Arcegno; l’inaugurazione risale al 31 agosto del 2013. Una moderna cucina e dei bellissimi servizi con doccia invitano ad un soggiorno con pernottamento. L’unico aspetto poco piacevole è la mancanza di copertura del telefonino. Pare comunque che l’eventuale chiamata alla REGA funzioni anche in assenza di segnale (almeno così mi è stato detto: forte la mia perplessità in merito).

 

L’Alpe Osura è vecchia di almeno 160 anni; gli statuti più antichi risalgono al 1856. Da sempre l’alpeggio è sfruttato da famiglie di Brione Verzasca e, data la sua estensione, c’è da ritenere che fosse la più importante risorsa estiva per Brione. Nella lunga storia dell’Alpe Osola quella del 1965 è stata l’ultima stagione con la produzione del formaggio. Negli ultimi trent’anni vi pascola una mandria di bovine da carne.

 

Un segnavia indica possibili traversate verso la Vallemaggia e verso due capanne raggiungibili da qui: il Rifugio Sambuco (1895 m), a 1:40 h di cammino, già visibile, e la Capanna Alpe Spluga (1838 m) a 2:55 h.

Decido di non salire ulteriormente, per avere ancora il tempo di osservare con calma e con buona luce le vecchie case di Brione, un villaggio che apprezzo sempre di più.

 

Ritornato a Brione Verzasca tralascio la chiesa, già visitata recentemente per fotografare gli affreschi alto gotici, per dedicarmi all’architettura civile.

L’architettura delle case rustiche di Brione presenta edifici di misure contenute, stalle quasi sempre raggruppate ma isolate ai limiti del paese, monolocali sovrapposti, murature in pietra grezza, scale esterne (spesso senza transenne né corrimano), lobbie lignee, finestre piccole ma spesso incorniciate da ampi collarini imbiancati, che le fanno apparire più ampie, architravi in pietra o in legno di notevoli dimensioni, sovente contrassegnati da “millesimi” incisi e intagliati. Alcuni “millesimi” hanno la data incisa in senso inverso, cioè da destra a sinistra, e in cifre romane. In taluni casi la data compare due volte sullo stesso supporto, ossia anche in cifre arabe. Le datazioni iniziano dal 1420 e continuano fino al 1900.

 

Escursione in una valle poco conosciuta rimasta pressoché intatta. Il paesaggio, impreziosito dai colori autunnali e dal cielo sereno è sicuramente degno di un parco naturalistico. Tuttavia, è forse meglio che rimanga così, senza riconoscimenti ufficiali che le toglierebbero la discrezione. L’appellativo di “Ticino selvaggio” in questa valle è di rigore!

 

Tempo di salita: 2:05 h

Tempo totale: 5 h 10  min

Dislivello in salita: 463 m

Sviluppo complessivo: 11,4 km

Difficoltà: T2

Coordinate Capanna Osola: 697'470/ 131'460

Copertura della rete cellulare: Swisscom assente.

 

Percorso: Parcheggio Daghéi di Dentro (955 m) – Pianell di Mott (980 m) – Arnasèd (1027 m) – Capanna Osola (1418 m).

 

Accesso alla località di partenza:

Autostrada A2 – uscita Bellinzona Sud – Gordola – Valle Verzasca – Brione Verzasca – Val Osola – Bolastro – Daghéi di Dentro.

 

Possibilità di alloggio: Capanna Osola.

 

Numero delle carte geografiche:

C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000.

Tourengänger: siso


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Kommentare (1)


Kommentar hinzufügen

tapio hat gesagt:
Gesendet am 20. Oktober 2014 um 08:47
L'unico riconoscimento ufficiale di cui certi luoghi hanno bisogno è quello stesso della natura...

Grazie Siso per la tua bella relazione e per le altrettanto belle foto: senza tema di smentite questo è davvero "Ticino selvaggio"!

Ciao, Fabio


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