Monte Emilius m.3559......un sogno realizzato!
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Ci sono montagne che esercitano su di noi un fascino unico e particolare.....dalle quali siamo attratti più che da altre.....
L'Emilius è sempre stata per me una di quelle montagne.....la rincorrevo da anni....forse da quando l'ho vista per la prima volta dal fondovalle....ed è stato amore a prima vista.
Mi davo ormai per vinta.....ma le condizioni favorevoli spesso si verificano inaspettatamente e sabato pomeriggio mi ritrovo con Mauro e Pino a salire verso il Rifugio Arbolle, che sarà il nostro "campo base".
Devo dire che le premesse per questa salita non sono state proprio favorevoli.....
Poco prima dell'orario stabilito per la partenza squilla il telefono: è Pino che ci comunica di essere rimasto a piedi!
Poco male, passiamo a prenderlo noi.....ma neppure la nostra auto dà segni di vita e alla fine dobbiamo far ricorso al "muletto" ovvero la nostra "Pandina", che si mostra all'altezza della situazione e ci scarrozza egregiamente fino in Val d'Aosta.
Saliamo con calma fino al Rifugio, superando prima il Lago Chamolè e poi l'omonimo Passo, godendoci i panorami....sempre superbi.
Il Rifugio, di proprietà del comune di Charvensod, non è affollato, una ventina di persone in tutto, e i gestori si mostrano accoglienti e disponibili.
Il mattino successivo puntiamo la sveglia alle 6:15 e dopo aver fatto colazione imbocchiamo il sentiero, sempre ben segnato, che porta verso l'Emilius.
All'inizio il percorso non è particolarmente impegnativo e dopo alcuni saliscendi arriviamo nei pressi del Lago Gelato, da dove possiamo vedere chiaramente la cresta che divide il Monte Emilius dalla Punta dei Tre Cappuccini tra i quali si trova il colle che dobbiamo raggiungere.
Qui la musica cambia poichè la salita comincia a diventare ripida e grossi massi rendono il percorso un po' più complesso.
Arrivati al Colle ci prendiamo un momento di pausa, convinti ormai di aver concluso le nostre fatiche....ma non è così......il bello, se bello vogliamo chiamarlo, viene adesso.
Da qui in poi il percorso diventa di più difficile lettura, non tanto per la mancanza di segni, ma per l'eccessiva presenza di tracce su un terreno che, pur non essendo particolarmente difficile, a causa di tutti questi passaggi costringe a continui aggiustamenti che, uniti alla quota, rendono più complicata l'ascesa.
L'arrivo in vetta emoziona tutti quanti e io non riesco a trattenere quattro "gioiose" lacrime tanta è la soddisfazione che provo.
Dalla cima la vista è assolutamente incomparabile perchè la posizione dell'Emilius, al centro della Val d'Aosta, permette di ammirare tutti i quattromila della Alpi occidentali, oggi in grande spolvero, grazie alla giornata tersa e alla scarsità di nuvole.
Dopo alcuni minuti di "meraviglia" siamo costretti a scendere, perchè il ritorno sarà lungo e noi, che siamo notoriamente furbi, ci lasciamo consigliare dal Rifugista a seguire una variante che permette di visitare il vallone di Comboè, che sicuramente vale una visita tanta è la bellezza che lo contraddistingue, ma allunga di parecchio la via del ritorno.
Riusciamo persino a sbagliare sentiero.....
Arriviamo all'auto quasi alle 19:00, piuttosto sullo "stanco andante", ma la soddisfazione di questa bella salita ci ripaga delle tribolazioni.
Un grande GRAZIE ai miei due soci, che mi hanno permesso di realizzare questo desiderio a lungo rimandato!
Con me hanno camminato: Mauro e Pino
L'Emilius è sempre stata per me una di quelle montagne.....la rincorrevo da anni....forse da quando l'ho vista per la prima volta dal fondovalle....ed è stato amore a prima vista.
Mi davo ormai per vinta.....ma le condizioni favorevoli spesso si verificano inaspettatamente e sabato pomeriggio mi ritrovo con Mauro e Pino a salire verso il Rifugio Arbolle, che sarà il nostro "campo base".
Devo dire che le premesse per questa salita non sono state proprio favorevoli.....
Poco prima dell'orario stabilito per la partenza squilla il telefono: è Pino che ci comunica di essere rimasto a piedi!
Poco male, passiamo a prenderlo noi.....ma neppure la nostra auto dà segni di vita e alla fine dobbiamo far ricorso al "muletto" ovvero la nostra "Pandina", che si mostra all'altezza della situazione e ci scarrozza egregiamente fino in Val d'Aosta.
Saliamo con calma fino al Rifugio, superando prima il Lago Chamolè e poi l'omonimo Passo, godendoci i panorami....sempre superbi.
Il Rifugio, di proprietà del comune di Charvensod, non è affollato, una ventina di persone in tutto, e i gestori si mostrano accoglienti e disponibili.
Il mattino successivo puntiamo la sveglia alle 6:15 e dopo aver fatto colazione imbocchiamo il sentiero, sempre ben segnato, che porta verso l'Emilius.
All'inizio il percorso non è particolarmente impegnativo e dopo alcuni saliscendi arriviamo nei pressi del Lago Gelato, da dove possiamo vedere chiaramente la cresta che divide il Monte Emilius dalla Punta dei Tre Cappuccini tra i quali si trova il colle che dobbiamo raggiungere.
Qui la musica cambia poichè la salita comincia a diventare ripida e grossi massi rendono il percorso un po' più complesso.
Arrivati al Colle ci prendiamo un momento di pausa, convinti ormai di aver concluso le nostre fatiche....ma non è così......il bello, se bello vogliamo chiamarlo, viene adesso.
Da qui in poi il percorso diventa di più difficile lettura, non tanto per la mancanza di segni, ma per l'eccessiva presenza di tracce su un terreno che, pur non essendo particolarmente difficile, a causa di tutti questi passaggi costringe a continui aggiustamenti che, uniti alla quota, rendono più complicata l'ascesa.
L'arrivo in vetta emoziona tutti quanti e io non riesco a trattenere quattro "gioiose" lacrime tanta è la soddisfazione che provo.
Dalla cima la vista è assolutamente incomparabile perchè la posizione dell'Emilius, al centro della Val d'Aosta, permette di ammirare tutti i quattromila della Alpi occidentali, oggi in grande spolvero, grazie alla giornata tersa e alla scarsità di nuvole.
Dopo alcuni minuti di "meraviglia" siamo costretti a scendere, perchè il ritorno sarà lungo e noi, che siamo notoriamente furbi, ci lasciamo consigliare dal Rifugista a seguire una variante che permette di visitare il vallone di Comboè, che sicuramente vale una visita tanta è la bellezza che lo contraddistingue, ma allunga di parecchio la via del ritorno.
Riusciamo persino a sbagliare sentiero.....
Arriviamo all'auto quasi alle 19:00, piuttosto sullo "stanco andante", ma la soddisfazione di questa bella salita ci ripaga delle tribolazioni.
Un grande GRAZIE ai miei due soci, che mi hanno permesso di realizzare questo desiderio a lungo rimandato!
Con me hanno camminato: Mauro e Pino
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