Sodadura e Cima di Piazzo
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Per il gruppo “AnDaSer” oggi ancora uscita in coppia: Angelo con Danilo; Sergio ancora latita….
Lasciata l’auto a Moggio, in via Roncaiolo, sono da poco passate le 8 quando imbocchiamo il sentiero n. 24 che conduce ai piani di Artavaggio.
Saliamo con molta calma tra boschi di faggi; l’infruttuosa ricerca di qualche porcino ha ulteriormente rallentato il nostro progredire. Si passa, tra un bosco e l’altro, su prati con vista su Zuccone Campelli e, alle nostre spalle man mano che si sale, su Resegone, Monte Due Mani e Grigna Meridionale.
La nebbiolina che di primo mattino ricopriva il fondovalle si dirada per effetto del progressivo rialzo della temperatura; nei tratti più fitti del bosco si sente però ancora un bel freschino anche se ritengo che oggi sia stata una delle migliori giornate di questa pazza estate.
Transitiamo alle 9.45 nei pressi della costruzione abbandonata dell’ex rifugio Casari (in alcune relazioni chiamato rifugio Bocia) ed alle 10 usciamo dall’ultimo tratto di bosco per arrivare alla conca di prati dei Piani di Artavaggio.
Siamo immersi nel sole, con un leggero venticello che non disturba affatto e non c’è anima viva in giro; davanti a noi è già ben visibile la forma piramidale del Sodadura, una delle nostre mete di giornata.
Proseguiamo in direzione dell’ex Albergo Sciatori e decidiamo di effettuare un giro più largo, alla base della nostra piramide, percorrendone tutto il lato meridionale.
Alle 10.50, superato un piccolo bosco di larici e giunti nei pressi della Casera Aralalta, lasciamo il sentiero che porterebbe al rifugio Battisti (chiuso) e risaliamo i prati sovrastanti per raggiungere, in circa 30 minuti, la cresta che collega la Bocchetta di Regadur al Passo Sodadura.
Completiamo ora il periplo del Sodadura percorrendo il sentiero che passa alla base del versante settentrionale per poi risalirlo della cresta nord ovest; arriviamo finalmente in vetta alle 12 dopo aver percorso 9,8 km in 2h55m di marcia e 1h di sosta.
Ammiriamo a 360 gradi il paesaggio e le vette circostanti; la leggera brezza ha mantenuto il cielo sgombro da nubi e si sta proprio bene qui al sole.
Dopo una mezz’oretta di contemplazione ridiscendiamo la cresta salita e ci portiamo , alle 12.50, all’inizio della traccia che sale verso la Cima di Piazzo che percorriamo tutta per arrivare in vetta in circa 30 minuti.
Dalla cima che è di fatto costituita da un bel dosso pratoso, possiamo ora ammirare, proprio di fronte a noi, l’imponente Zuccone Campelli; purtroppo possiamo fermarci qui solo una quindicina di minuti poiché, causa una improvvisa urgenza che nel frattempo si è manifestata, Danilo deve rientrare abbastanza velocemente.
Ridiscendiamo così il sentiero appena salito e transitiamo, dopo circa 20 minuti, dal rifugio Nicola, meta inizialmente programmata per un adeguato spuntino; proseguiamo sulla sterrata, tagliando alcuni tornanti, per arrivare alle 14.30 alla stazione a monte della funivia dei Piani di Artavaggio, giusto in tempo per prendere la corsa in partenza. All’arrivo della funivia in circa 10 minuti arriviamo all’auto.
Anche se conclusa in tempi che non erano stati programmati – il contrattempo fortunatamente è stato superato – abbiamo apprezzato la giornata sia per il gradevole clima che per le ottime visuali; per le nostre pancie…….beh, ci rifaremo la prossima volta, questo è garantito :-)
Dati complessivi:
Km percorsi: 15,1;
Tempo marcia: 4h31m;
Tempo sosta: 1h53m;
Ascesa: mt. 1.300 circa (discesa: mt. 600 circa);
Velocità media in marcia: 3,3 km/h;
Velocità media totale: 2,4 km/h.
Lasciata l’auto a Moggio, in via Roncaiolo, sono da poco passate le 8 quando imbocchiamo il sentiero n. 24 che conduce ai piani di Artavaggio.
Saliamo con molta calma tra boschi di faggi; l’infruttuosa ricerca di qualche porcino ha ulteriormente rallentato il nostro progredire. Si passa, tra un bosco e l’altro, su prati con vista su Zuccone Campelli e, alle nostre spalle man mano che si sale, su Resegone, Monte Due Mani e Grigna Meridionale.
La nebbiolina che di primo mattino ricopriva il fondovalle si dirada per effetto del progressivo rialzo della temperatura; nei tratti più fitti del bosco si sente però ancora un bel freschino anche se ritengo che oggi sia stata una delle migliori giornate di questa pazza estate.
Transitiamo alle 9.45 nei pressi della costruzione abbandonata dell’ex rifugio Casari (in alcune relazioni chiamato rifugio Bocia) ed alle 10 usciamo dall’ultimo tratto di bosco per arrivare alla conca di prati dei Piani di Artavaggio.
Siamo immersi nel sole, con un leggero venticello che non disturba affatto e non c’è anima viva in giro; davanti a noi è già ben visibile la forma piramidale del Sodadura, una delle nostre mete di giornata.
Proseguiamo in direzione dell’ex Albergo Sciatori e decidiamo di effettuare un giro più largo, alla base della nostra piramide, percorrendone tutto il lato meridionale.
Alle 10.50, superato un piccolo bosco di larici e giunti nei pressi della Casera Aralalta, lasciamo il sentiero che porterebbe al rifugio Battisti (chiuso) e risaliamo i prati sovrastanti per raggiungere, in circa 30 minuti, la cresta che collega la Bocchetta di Regadur al Passo Sodadura.
Completiamo ora il periplo del Sodadura percorrendo il sentiero che passa alla base del versante settentrionale per poi risalirlo della cresta nord ovest; arriviamo finalmente in vetta alle 12 dopo aver percorso 9,8 km in 2h55m di marcia e 1h di sosta.
Ammiriamo a 360 gradi il paesaggio e le vette circostanti; la leggera brezza ha mantenuto il cielo sgombro da nubi e si sta proprio bene qui al sole.
Dopo una mezz’oretta di contemplazione ridiscendiamo la cresta salita e ci portiamo , alle 12.50, all’inizio della traccia che sale verso la Cima di Piazzo che percorriamo tutta per arrivare in vetta in circa 30 minuti.
Dalla cima che è di fatto costituita da un bel dosso pratoso, possiamo ora ammirare, proprio di fronte a noi, l’imponente Zuccone Campelli; purtroppo possiamo fermarci qui solo una quindicina di minuti poiché, causa una improvvisa urgenza che nel frattempo si è manifestata, Danilo deve rientrare abbastanza velocemente.
Ridiscendiamo così il sentiero appena salito e transitiamo, dopo circa 20 minuti, dal rifugio Nicola, meta inizialmente programmata per un adeguato spuntino; proseguiamo sulla sterrata, tagliando alcuni tornanti, per arrivare alle 14.30 alla stazione a monte della funivia dei Piani di Artavaggio, giusto in tempo per prendere la corsa in partenza. All’arrivo della funivia in circa 10 minuti arriviamo all’auto.
Anche se conclusa in tempi che non erano stati programmati – il contrattempo fortunatamente è stato superato – abbiamo apprezzato la giornata sia per il gradevole clima che per le ottime visuali; per le nostre pancie…….beh, ci rifaremo la prossima volta, questo è garantito :-)
Dati complessivi:
Km percorsi: 15,1;
Tempo marcia: 4h31m;
Tempo sosta: 1h53m;
Ascesa: mt. 1.300 circa (discesa: mt. 600 circa);
Velocità media in marcia: 3,3 km/h;
Velocità media totale: 2,4 km/h.
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