Rüfikopf Geoweg


Publiziert von paoloski , 11. August 2014 um 12:47.

Region: Welt » Österreich » Nördliche Ostalpen » Lechquellengebirge
Tour Datum: 3 August 2014
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: A   Arlberg 
Zeitbedarf: 2:30
Aufstieg: 200 m
Abstieg: 200 m
Strecke:
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Lech am Arlberg si sale al Rüfikopf con una cabinovia (17 euro andata e ritorno).
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Giro ad anello.
Kartennummer:Oesterreichische Karte NL 32-03-19 e NL 32-03-25

Oggi è domenica, gli Uffici Turistici sono chiusi, quindi non possiamo ritirare la nostra Gäste-Card che ci permetterebbe di usufruire gratuitamente delle funivie del Bregenzerwald, per cui, come l'anno passato, decidiamo di fare una gita nel Lechquellengebirge raggiungendo Lech am Arlberg in auto. Fra l'altro a Großdorf il cielo è piuttosto coperto mentre verso Sud la meteo sembra decisamente migliore.
Arriviamo a Lech sotto un cielo azzurro e terso, parcheggiamo (gratis) nell'autosilo centrale e ci rechiamo alla vicina partenza della funivia per il Rüfikopf, i biglietti non sono proprio regalati ma, d'altronde, ci permettono di salire per ben 900 metri.
Con un impianto decisamente moderno in breve siamo alla stazione superiore della funivia, il tempo si mantiene splendido ma all'orizzonte fanno la loro comparsa delle velature e delle nuvole poco simpatiche.
Il nostro percorso ha inizio poco sotto il ristorante di vetta, è un incredibile plateau di rocce, perlopiù calcaree, di vario tipo e di varie epoche geologiche. All'inizio vi è una tavola illustrativa e con noi abbiamo un libretto che illustra con dovizia le varie tappe del percorso.
Iniziamo, seguendo i segnavia bianco-rossi,  abbassandoci sotto la stazione della funivia denominata Rüfikopf 2. I fiori creano uno spettacolo incredibile: una varietà veramente notevole che ci accompagnerà lungo tutto il percorso con specie presenti in alcune zone e non in altre a seconda della composizione chimica del substrato.
Ai Calcari del Rüfikopf segue la Dolomia della zona sottostante, quindi troviamo una zona di Stromatoliti nero - bianchi in laminazione orizzontale, ecco quindi i primi Karrenfeld, vaste superfici calcaree solcate da crepacci scavati dall'acqua, lungi dall'essere di colore uniforme le rocce hanno una vasta gamma di tinte che spaziano dal grigio chiaro, al beige, al grigio scuro fino al rosa di varia intensità. Ad ogni sfumatura si associa una flora specifica cosicchè dove vi è una quantità di Doronicum non vi sono i Gerani mentre in altre zone troviamo abbondanza di Pedicolari o di Campanule e Genziane.
Il percorso si abbassa ulteriormente ed ecco i primi fossili: sono Megalodonti di varie dimensioni, si va da esemplari di pochi centimetri ad appariscenti "cuori" di circa 30 cm.
Risaliamo e passiamo nei pressi di un paio di enormi doline di profondità notevole.
Raggiunto il punto più basso risaliamo passando al di sotto di un enorme parete calcarea su cui il lavorìo dell'acqua ha creato delle scenografiche canne d'organo.
Risaliamo una sorta di morena erbosa e ci addentriamo in un nuovo settore dove i calcari sono sostituiti da marmi rossi, in alcuni punti sono stati lucidati e la loro bellezza messa in risalto.
Ora ci troviamo su una stradina che raggiunge il Monzabonsee, un piccolo specchio d'acqua intorno a cui vi sono diverse vacche.
Da qui sarebbe possibile prendere la cresta che sale al vicino Rüfispitze ma il tempo si è rapidamente guastato: sono arrivate le nuvole e la cima della nostra meta è completamente scomparsa, inizia anche a piovigginare. Ci dirigiamo perciò verso il Monzabonjoch. Lungo il percorso troviamo altre cose molto interessanti da vedere: fossili di Belemiti, di Isocrini e di Echinozoa, alcuni evidenti, altri, più belli ma meno visibili, sono segnalati da piccoli sassi dipinti di rosso vivo e cementati vicino.
Siamo di nuovo nei pressi della stazione superiore della funivia, visto il tempo, ormai voltosi al brutto, decidiamo di consumare il nostro pranzo a Lech su una panchina riparata davanti all'ufficio del turismo. L'anno scorso avevamo trovato la chiesa vecchia chiusa, oggi invece è aperta e ne approfittiamo per una visita prima di recuperare la nostra auto: l'interno è barocco e conserva tre begli altari ed un organo non grande ma situato su un'enorme balconata dipinta e decorata, da alcune indicazioni scopriamo che le due statue lignee del '400 sono invece state trasferite nell'attigua chiesa nuova. Questa è una moderna costruzione, dall'esterno insignificante ma all'interno molto piacevole dove nel contesto contemporaneo le due statue della Madonna con Bambino e di Sankt Nikolaus non stonano assolutamente, 

Breve ma interessantissima escursione, il percorso del Geo-Weg è ottimamente segnalato ma per una maggiore comprensione è indispensabile procurarsi il libretto illustrativo (solo in tedesco) presso l'ufficio turistico: questo mostra l'intero tracciato e fornisce abbondanti spiegazioni su ogni tappa.
Il percorso è semplice ed ottimamente segnalato ma vista la complessità del terreno è necessario fare bene attenzione a dove si mettono i piedi!

Tourengänger: paoloski, annna


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