Piz di Strega (2912 m) - SKT
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tapio: Oggi con me e Paolo c’è anche Silvia: evidentemente anche lei non è insensibile al richiamo della Strega. Nessuno di noi ha ancora messo piede in Val Combra. Personalmente, tutte le volte che sono salito a Cusiè - e non sono poche - mi sono sempre chiesto cosa si nascondesse dietro quella piccola deviazione all’altezza del bacino della Val Malvaglia. La riposta è deducibile dalle numerose foto accluse: una valle stupenda, verde come l’Irlanda, fresca come una birra da frigo, selvaggia come una lince del Grande Nord. Con però un bel sentiero che non lascia mai margine all’interpretazione, almeno fino a dove serve. Più in alto, sarà il pendio (e la meta) a guidarci.
Partiamo all’altezza del divieto di prosecuzione ai “non confinanti” (cioè chi non ha una cascina in valle). Pacta sunt servanda (“vetita quoque”). Percorriamo la corona della diga e passiamo la breve galleria (seppur non illuminata, la frontale non serve). Usciti dalla galleria prendiamo l’evidente sentiero a destra rispetto all’uscita e ci inoltriamo in Val Combra. Superiamo Combra (appena al di là del fiume), Pianezzo, una grossa valanga, una valanga più ridotta, Cusnìch (dove notiamo qualche camino acceso) e Pulgabi, dove Paolo scambia qualche parola con un uomo intento a tagliar legna.
Le nostre aspettative sono di calzare gli sci prima dell’Alpe di Caldözz. Invece, raggiungiamo l’Alpe, la superiamo e ancora per un lungo tratto rimaniamo così come siamo partiti, con gli sci in spalla.
Finalmente, attorno alla quota 2300, cioè dopo più di 1300 metri (disl.) ininterrotti di spallaggio, mettiamo gli sci sulla neve e ci liberiamo del gravoso fardello che appesantisce la nostra schiena.
Rimaniamo inizialmente dentro il canalone che scende dal Passo del Remulazz Nord; poi cominciamo a spostarci sull’(ex) Vadrecc – il ghiacciaio un tempo presente, ora scomparso, del Remulazz – in direzione SE. Superate alcune fasce rocciose con manovra d’aggiramento dall’alto, pieghiamo in direzione Sud sul pendio che rimane sempre abbastanza docile (PD+).
Verso la cima la pendenza aumenta: io preferisco montare i rampanti, visto che la neve è abbastanza dura e si tende a scivolare; Paolo e Silvia proseguono senza. Su pendenze leggermente aumentate (AD-) raggiungiamo la cresta NNE della Strega, dove rimane solo un breve passaggio chiave, l’aggiramento di un grosso masso e la conseguente ripida salita successiva. Grazie ai rampanti posso affrontare questo passaggio con gli sci ai piedi. Paolo li mette sulle spalle e Silvia li deposita sotto il masso.
Superato questo passaggio, un breve tratto di cresta (attenzione alle cornici e al “vuoto” sul versante calanchino) e poi siamo tutti quanti in vetta al Piz di Strega.
Tutto ciò che ci si era nascosto la settimana precedente dal Pizzo del Ramulazz, è ora visibile. La congiunzione delle tre valli (Combra, Calanca e Pontirone) sulla vetta del Piz di Strega, del resto, non lascia dubbi sulla grandiosità dei panorami.
Breve pausa, crestina, laborioso recupero degli sci di Silvia e poi assaporiamo a pieni polmoni il pendio che da tempo ci aveva stregato (stavolta il pendio giusto, anche se, un po’ a sorpresa, di neve ce n’è di più sul versante opposto, nonostante questo sia rivolto a Nord e a Ovest).
Curve dopo curve, passiamo sotto la Sud del Ramulazz e, scendendo il versante del Vadrecc, entriamo nel canalone ben più in alto di dove l’avevamo lasciato in salita. Il canalone sul finale si spegne con poca pendenza e arrivati all’ultima lingua di neve togliamo a malincuore gli sci, sapendo che lo sviluppo sul secco sarà ancora lungo.
A Pulgabi, però, la gentilezza e l’ospitalità della gens alpina si materializza sotto forma di convivio in una cascina privata, ospitati da Signora Madre e Signor Figlio, con, secondo i gusti, buon caffè (corretto) e buona birra (chissà per chi è…), e per chi non prende niente sarà sufficiente l’ambiente, la cortesia e le due chiacchiere scambiate.
Vorremmo trattenerci ancora, ma la strada è lunga e l’orario già un po’ inoltrato, per cui ringraziamo i gentili signori di Malvaglia e ci rimettiamo in cammino. Tutto sommato l’ultima parte passa via veloce e per le cinque siamo alla macchina.
Per chiudere prendo a prestito le parole di Silvia pronunciate a fine gita. “Nonostante lo sviluppo e il dislivello, tutto sommato sono/siamo ancora abbastanza in forma, perché quando l’ambiente è così bello, la fatica si sente meno”. Condivido in pieno. Un grande grazie e Paolo e a Silvia: è stato bellissimo farsi stregare insieme dalla Strega: una montagna – e la CNS lo conferma – dal fascino irresistibile.
pm1996:
https://www.youtube.com/watch?v=qOSkG1mjw7g&feature=youtu.be
Cosa posso aggiungere:
... un famoso gioco adatto a scialpinisti ed escursionisti, si può giocare in due versioni una all’aperto e una in ambienti chiusi.
Per giocare alla versione all’aperto sono richiesti strumenti come scarponi e sci e uno spazio ampio e ricco di cose o oggetti da poter indicare. Nella versione giocabile anche al chiuso servono invece un cartoncino o foglio di carta ed una penna con cui scriverci sopra.
Regole
Nella prima versione, quella all’aperto, si decide chi tra gli scialpinisti svolgerà il ruolo della strega (o dello stregone). Egli dovrà indicare al resto dei partecipanti un colore a sua scelta ed essi correranno alla ricerca di questo determinato colore rappresentato da qualsiasi oggetto o indumento (non valgono i propri vestiti). Ad esempio se la strega comanda il colore bianco i partecipanti dovranno correre ed indicare ad esempio una lingua di neve, un fiore rosso, la maglietta di un altro ecc. Chi non riesce a trovare nessun oggetto del colore corrispondente viene acchiappato dalla strega che lo fa accomodare nella sua prigione. L’ultimo che rimane in gara vince.
La seconda versione è invece adatta anche a dei locali chiusi ( vedi alpeggio con pausa caffe’ e birra) Anche in questo caso si sceglierà una strega che dovrà comandare un colore. Dopo il comando ognuno, a cui precedentemente è stato consegnato un foglio di carta ed una penna, dovrà scrivere, entro un tempo stabilito, un elenco di oggetti del colore o rappresentanti il colore scelto dalla strega. Ad esempio se la strega comanda il colore blu essi potranno scrivere sul foglio cielo, mare, puffi ecc. Ogni nome esatto corrispondente al colore vale un punto. Dopo l’assegnazione dei punteggi per ogni manche ne inizia una nuova. Vince chi ha più punti.
Punteggio
Solo nella seconda versione del gioco è previsto un punteggio corrispondente ad un punto per ogni parola corrispondente al colore scritta.
Scopo
Lo scopo del gioco è scegliere il colore adatto in rappresentanza del colore detto dalla strega in modo da salvarsi o ottenere il punteggio migliore a seconda delle versioni giocate.
Nel nostro caso il Bianco era il colore vincente !!!
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