Alta Via dei Corni di Canzo e dei suoi fratelli
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Beh questa è una delle “mattane” che amiamo fare ogni tanto, unire questo a quello, quello a quell’altro. Un giro lungo, bello, piacevole, senza problemi di reperimento sentieri, incertezze sul da farsi, tranquilli su tutto tranne che nel riuscire a portarlo a compimento. La giornata ci ha aiutato parecchio, niente umidità, niente caldo appiccicoso, anzi di mattina stavamo tra il fresco e il freddo, tanto che sia la cresta dei Corni sia quella del Moregallo l’abbiamo fatta ben coperti!
Fine dei ponti, previsioni ottime per cui pensiamo all’inevitabile traffico del rientro, a questo punto per goderci la giornata intera scegliamo di rimanere in zona e di cercare di portare a buon fine questo giro, prendendoci tutto il tempo necessario, senza fretta e godendocelo fino in fondo!
Partiamo presto da Gajum ma non così presto da antipicare i vecchietti che devono essere a casa per il risotto…
Prima salita, cresta del Corno Occidentale e discesa dal canaletto, risalita al Corno Centrale e discesa dal sentiero attrezzato, risalita, si fa per dire poiché sono pochi metri, al Corno Orientale, sostina e quindi discesa diretta dalla Bocchetta di Luera alla Bocchetta delle Moregge tramite una traccetta segnata a bollini rossi. Risalita per cresta al Moregallo dove troviamo un po’ di persone distese al sole e qualche gruppo Cai che sta facendo corsi vari. Sosta più sostanziosa e quindi discesa alla Bocchetta di Sambrosera e successivamente Fonte di Sambrosera. Raggiungiamo quindi San Tommaso dove evitiamo la sosta che avevamo in mente. Troppa gente, tantissima, c’è una coda di una ventina di persone per accedere al bar. Posticipiamo la sosta lungo il sentiero.
Dopo qualche sali-scendi riprendiamo la salita con il sentiero Luisin. Breve sosta prima di imboccare il sentiero Dario e William per il Corno Birone. Le gambe vanno bene, ma qui fa caldo, siamo al sole e l’ora è quella più calda! Salgo pian piano, qualche foto, Marco sparisce ed io urlo. “Mi dai una pizzetta quando siamo in cima?”…”Comincia ad arrivare in cima!”…”Ci arrivo, ci arrivo non ti preoccupare!”
Nell’ultimo tratto torniamo all’ombra e il fresco fa miracoli. Raggiungiamo la croce dove ci svacchiamo. Alla fine le pizzette diventeranno cinque…la prima era attaccata alla seconda, i numeri pari mi piacciono poco, per cui se n’è aggiunta una terza…a quel punto ne rimanevano due a testa per cui meglio ucciderle subito e non pensarci più!
Se non fosse che ci mancano Monte Rai e Cornizzolo e cominciano a scarseggiare i liquidi sarebbe bello fermarsi qui a mangiare, nella quiete, ma preferiamo toglierci almeno il Monte Rai e sfruttare il rifugio per bere qualcosa. Al rifugio c’è ancora molta gente ma non come a San Tommaso e molti cominciano ad andarsene. Prendiamo da bere e ci troviamo un bel sasso appartato dove riposarci, mangiare e affrontare l’ultimo strappetto.
Pausa di un’oretta, difficile ma riuscito tentativo di prendere un caffè e poi con calma raggiungiamo il caro Cornizzolo impacchettato per la corsa di domenica prossima. Breve pausa e discesa per la cresta, e poi per il ripido sentiero chiamato dei mangia erba, il nome la dice tutta!
Mentre scendiamo, anche se sono stanca mi dispiace essere arrivata al termine del giro e della giornata. E’ stata lunga, arriveremo alla macchina alle 18,15 quasi dodici ore tra cammino e soste ma è stata bella, molto bella.
Dati GPS: Dislivello 2177 m; km 20,70
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