Corno Occ. 1373 m-Corno Centrale 1308 m-Corno Occ. 1232 m e Moregallo 1147 m
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Tanta voglia di camminare per esorcizzare questa triste settimana. Poca voglia di andare lontano e di pensare a qualcosa di nuovo per cui ci buttiamo sui fidati Corni di Canzo e compagni che offrono numerosi sentieri per passare in tranquillità una giornata intera.
Lasciamo l’auto a Gajum e prendiamo il sentiero geologico per lasciarlo poco dopo e imboccare il sentiero Spaccassassi per il Primo Alpe. Dal Primo Alpe proseguiamo lungo la sterrata che lasciamo in favore del sentiero N. 5 che ci porta ai piedi del Corno Occidentale che risaliamo lungo la cresta. Infida la discesa dal canalino oggi bagnato e molto scivoloso, già la roccia di per sé non è un granché ora è una saponetta più che mai. Alla Forcella dei Corni incontriamo due tipi, il più anziano attratto dal Corno è richiamato all’ordine dal giovane con queste parole: “Se vuoi ammazzarti, vai pure, io vado al rifugio!”. Tocchiamo tutto il toccabile per buon auspicio, incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri. Anche i Corni pur nella loro semplicità hanno le loro insidie, anche qui l’elicottero si è fatto i suoi giretti! Saliamo al Corno Centrale e scendiamo sul versante opposto, dove ci sono delle catene si sicurezza. Ora tocca al più piccolo che compensa la sua più modesta altezza con una croce enorme!
Sosta, abbiamo ancora diverse ore di luce davanti a noi per cui scendiamo alla Bocchetta delle Moregge e proseguiamo per il Moregallo lungo la panoramica cresta, anche le nebbioline che c’erano sul lago si sono dissolte e lo spettacolo da qui è sempre grandioso. Anche qui qualche catena prima della cima un poco più impegnativa di quelle del Corno Centrale e siamo in cima. Altra sosta anche per fare il punto della situazione. Comunque la guardiamo se vogliamo fare un giro ad anello, ci aspetta una risalita che può variare dai 300 a 600 m e volendo anche più. Scendiamo direttamente dalla Bocchetta di Sambrosera, il sentiero è ripido, ma offre dei begli scorci sui vari pinnacoli del Moregallo. Alla fonte di Sambrosera ci pare evidente che quello che speravo di fare io non è più fattibile (giornata troppo corta, mannaggia all’inverno e alle poche ore di luce!) per cui a malincuore riprendiamo la salita verso la Bocchetta delle Moregge, poco dopo aver imboccato questo sentiero, c’è la deviazione per l’Acqua del Fo che abbrevierebbe la risalita ma visto che non abbiamo ancora mangiato, preferiamo tornare alla Bocchetta e approfittare del rifugio aperto per bere qualcosa. Per fortuna questo sentiero sale con bei tornati e la fatica non è eccessiva. Naturalmente al rifugio non c’è più nessuno, tranne un gran casinista che si vanta del fatto che lui del coniglio mangia tutto, ma proprio tutto, sarà sordo o solo un esibizionista?!?! Propendo per l’esibizionista vista la giovane età. Non sopporto chi parla a voce alta e anche il rifugista è del mio stesso parere mi è parso di capire, fortunatamente la cosa dura poco e appena esce nel rifugio non si sente più volare una mosca, bene possiamo mangiucchiare qualcosa in pace.
Non ci resta ora che la breve risalita alla Colma dei Corni e la discesa per tornare a Gajum mentre le nebbie cominciano a velare il panorama.
Dislivello 1794 m; km 17,40
Lasciamo l’auto a Gajum e prendiamo il sentiero geologico per lasciarlo poco dopo e imboccare il sentiero Spaccassassi per il Primo Alpe. Dal Primo Alpe proseguiamo lungo la sterrata che lasciamo in favore del sentiero N. 5 che ci porta ai piedi del Corno Occidentale che risaliamo lungo la cresta. Infida la discesa dal canalino oggi bagnato e molto scivoloso, già la roccia di per sé non è un granché ora è una saponetta più che mai. Alla Forcella dei Corni incontriamo due tipi, il più anziano attratto dal Corno è richiamato all’ordine dal giovane con queste parole: “Se vuoi ammazzarti, vai pure, io vado al rifugio!”. Tocchiamo tutto il toccabile per buon auspicio, incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri. Anche i Corni pur nella loro semplicità hanno le loro insidie, anche qui l’elicottero si è fatto i suoi giretti! Saliamo al Corno Centrale e scendiamo sul versante opposto, dove ci sono delle catene si sicurezza. Ora tocca al più piccolo che compensa la sua più modesta altezza con una croce enorme!
Sosta, abbiamo ancora diverse ore di luce davanti a noi per cui scendiamo alla Bocchetta delle Moregge e proseguiamo per il Moregallo lungo la panoramica cresta, anche le nebbioline che c’erano sul lago si sono dissolte e lo spettacolo da qui è sempre grandioso. Anche qui qualche catena prima della cima un poco più impegnativa di quelle del Corno Centrale e siamo in cima. Altra sosta anche per fare il punto della situazione. Comunque la guardiamo se vogliamo fare un giro ad anello, ci aspetta una risalita che può variare dai 300 a 600 m e volendo anche più. Scendiamo direttamente dalla Bocchetta di Sambrosera, il sentiero è ripido, ma offre dei begli scorci sui vari pinnacoli del Moregallo. Alla fonte di Sambrosera ci pare evidente che quello che speravo di fare io non è più fattibile (giornata troppo corta, mannaggia all’inverno e alle poche ore di luce!) per cui a malincuore riprendiamo la salita verso la Bocchetta delle Moregge, poco dopo aver imboccato questo sentiero, c’è la deviazione per l’Acqua del Fo che abbrevierebbe la risalita ma visto che non abbiamo ancora mangiato, preferiamo tornare alla Bocchetta e approfittare del rifugio aperto per bere qualcosa. Per fortuna questo sentiero sale con bei tornati e la fatica non è eccessiva. Naturalmente al rifugio non c’è più nessuno, tranne un gran casinista che si vanta del fatto che lui del coniglio mangia tutto, ma proprio tutto, sarà sordo o solo un esibizionista?!?! Propendo per l’esibizionista vista la giovane età. Non sopporto chi parla a voce alta e anche il rifugista è del mio stesso parere mi è parso di capire, fortunatamente la cosa dura poco e appena esce nel rifugio non si sente più volare una mosca, bene possiamo mangiucchiare qualcosa in pace.
Non ci resta ora che la breve risalita alla Colma dei Corni e la discesa per tornare a Gajum mentre le nebbie cominciano a velare il panorama.
Dislivello 1794 m; km 17,40
Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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