Verso Vallard (il giro della Colmetta) - Valgrande

Introduzione
L'idea era quella di trovare il modo di raggiungere quello che resta dell'Alpe Vallard, uno degli alpeggi più remoti dell'Ossola, situato a circa 1600 m sulle pendici meridionali del Pizzo Lacina, cima satellite del Pizzo delle Pecore. Non sono riuscito a raggiungere Vallard. Il problema principale non è tanto la difficoltà dei singoli passaggi ma l'assenza di punti di riferimento (e di segnale telefonico, cosa non trascurabile quando ci si muove da soli in luoghi così poco battuti).
A differenza di altri percorsi fuori dai sentieri segnati, qui non ho trovato nessun indizio del vecchio percorso (come, ad esempio, i provvidenziali gradini seminascosti nell’erba tra l’Alpe Saler e l’Alpe Colla).

Sono quindi salito alla Colmetta (una spalla del Pizzo Lacina affacciata sull'Ossola) dal versante SE e sono sceso dal versante SSO, realizzando così un remunerativo anello - adatto alla stagione invernale - che si è chiuso a Sasso Termine.

L'andata
Parto da Colloro e in 45' sono a Sasso Termine seguendo un comodo sentiero ben segnato. Mi porto quindi a monte delle case e prendo il sentiero che traversa verso destra e in meno di 10' sono all'inizio dei prati di Ludo Termine. Prima di giungere in vista della baite, dopo avere superato quello che resta di due muretti attraversati dal sentiero, inizio a salire il ripido pendio che si trova a sinistra del prato, seguendo scomode tracce di animali. In breve incrocio un sentiero ben marcato che serpeggia nella ripida boschina (da tenere presente per una prossima volta). Si giunge ad un rudere nei pressi dell'Alpe Corone, quindi il sentiero affronta delle zone in cui si sale tra blocchi di roccia con l'aiuto delle mani. In circa 2 ore da Colloro arrivo sulla dorsale SE della Colmetta, pochi metri sopra l'Alpe Pra d'Gatt, 3 ruderi affacciati in improbabile e panoramica posizione sul versante ossolano.

Da qui tento per quasi 1 ora di arrivare all'Alpe Vallard, traversando il dirupato versante sud est del Pizzo Lacina, solcato da numerosi canaloni. I ripidi pendii di erba secca e rocce, la mancanza di traccia unita al fatto che la meta non è visibile, la completa assenza di segnale telefonico e infine un canalone ingombro di neve, mi fanno desistere dal proposito.

In 20' ritorno all'inizio del traverso e decido di rimontare il pendio sovrastante per guadagnare la sommità della Colmetta. Anche qui non c'è sentiero e il terreno è piuttosto ripido. Dopo circa 15' trovo i segnavia biancorossi del sentiero che sale alla Colmetta dall'Alpe Sui lungo la dorsale SO. Dalla Colmetta la vista spazia dai laghi prealpini fino alla piana di Domodossola, dal Campo dei Fiori fino al Cistella e i monti di Devero. Giunto alla base dello strappo finale della cresta sotto il Pizzo Lacina a 1700 m circa mi sono fermato. Ormai sono quasi le 13.00 ed è una delle giornate più corte dell'anno.

Il ritorno
Dopo una breve sosta per rifocillarmi inizio la discesa lungo il sentiero CAI per l'Alpe Sui. Ben presto iniziano le difficoltà: anche questa dorsale presenta dei salti con rocce alternate a ripidi scivoli erbosi. In 1 ora circa arrivo all'Alpe Sui (1200 m), con altri 20' di ripida discesa nel bosco dall'Alpe Sui arrivo al sentiero che collega I Pianoni con Capraga. Quest'ultimo sentiero presenta dei tratti attrezzati con catene, nonostante non presenti difficoltà. Dopo 10' arrivo a Capraga e dopo altri 10' a Sasso Termine. Da qui prendo il sentiero percorso all'andata per rientrare a Colloro. La tensione si è allenata e la stanchezza si inizia a sentire. Forse per questo, poco prima di arrivare alla chiesa di S.Bernardo, nell'attraversare un rigagnolo ridotto ad uno stillicidio, scivolo su un lastrone bagnato ricoperto di foglie di castagno. Fortunatamente, niente di rotto. In 20' sono a Colloro.