Monte Zuccaro (1683 m), Valle Cannobina - SKT
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Nevicate durante il giorno precedente e aumentato pericolo valanghe da 2 a 3 mi fanno decidere per rimanere in Valle, alla scoperta di luoghi ben conosciuti, ma non da un profilo scialpinistico. Non che in Cannobina le valanghe non possano scendere, però stavolta non mi faccio sfuggire la quota oltre la quale il pericolo viene dichiarato marcato: 1600 m. Bene, lo Zuccaro, di poco più alto, fa al caso mio. Eventuali controindicazioni le valuterò eventualmente in loco.
Sul tragitto non mi dilungherò: fino al momento di abbandonare il sentiero, ricalca una qualsiasi delle salite cannobine al Gridone (questa, per esempio).
Capitolo neve: già a Gurrone la calpesto, ma per evitare guai porto gli sci in spalla fino ad Olzeno (~350 m di dislivello). Sulla stradina, man mano che salgo, la quota neve aumenta sempre più. È neve fresca, ma non la si può definire polvere, visto che il sole la sta riscaldando ed inumidendo. Tracciare non è difficile, solo un po’ pesante. Alle Biuse (1274 m) c’è almeno un metro di neve, cose mai viste… Superati i Tre Confini decido che non salirò il pendio Sud dello Zuccaro, quello me lo voglio riservare intonso per la discesa (la cresta Nord, pur invitante, è troppo breve). Procedo allora ancora un po’ sulla stradina e, quasi sulla verticale della cima Nord, comincio la salita sul versante Est. Le difficoltà sono solo nei pochi metri iniziali ripidi: gli strati nuovi fanno debole coesione con quelli vecchi, e sul pendio inclinato si scivola. Ma superata questa breve fase, più in alto la neve tiene bene e grazie ad un buon numero di inversioni raggiungo la cima Nord del Monte Zuccaro.
Da qui, praticamente in piano, mi sposto sulla vetta vera e propria, cioè la Sud. Cambio di assetto e giù sul bel pendio immacolato: è una specie di polvere riscaldata, comunque una bellissima neve, peccato solo che in un attimo sono di nuovo ai Tre Confini.
Evito di salire al Sasso Drosa, a motivo che la discesa dal versante opposto (La Colma), già adocchiato durante la salita, non mi garantisce una copertura nevosa sufficiente ad evitare grattate (o meglio, “grovigli pericolosi” con le ginestre; in alternativa, il fitto bosco: soprassediamo…).
Dai Tre Confini, quindi, senza molta storia (a parte un gigantesco zoccolo che elimino con i “mezzi d’ordinanza” alle Biuse) ripercorro la stradina fino ad Olzeno, dove mi carico gli sci in spalla e, ictu oculi, sono di nuovo a Gurrone.
Bella sciata, però la prossima volta, dopo la discesa dal Monte Zuccaro, ripello e torno su!

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