Gridone (Vetta, 2188 m & Cima Centrale, 2136 m)

“Oggi abbastanza soleggiato, in giornata formazione di cumuli a partire dai rilievi seguita da rovesci pomeridiani e serali sparsi, localmente anche temporaleschi.” Con queste premesse ma rinfrancato da una notte stellata e da un albeggiare limpido mi reco dalla mia montagna, quella che sovrasta, ancorché invisibile, il luogo dove vivo,  quella che può essere, sì, definita la montagna di casa, ma anche, e potentemente, la montagna del cuore.

Lei, anzi lui (visto che è un lui), anzi loro (visto che sono tanti) sono sempre lì, spesso silenziosi, ogni tanto urlanti, com’è nella loro natura… ma sempre pronti ad offrire i loro fianchi a chi li voglia percorrere, talvolta docili e gentili, talvolta duri ed aspri... una metafora di com’è la vita, in fondo…

Il giro non differisce di molto da questo, salvo il tratto iniziale: allora da Cavaglio alle Biuse da una via tutta da inventare, mentre stavolta da Gurrone alle Biuse su comodo terreno T2-T1. Dalle Biuse in avanti, ripetizione, salvo poi l’aggiunta finale della Cima Centrale, che, in fondo, preferisco quasi rispetto alla vetta vera e propria: più diretta, senza fronzoli, con l’unico svantaggio di non concedere la vista sulla foce della Maggia e del Ticino, ma con una prospettiva migliore sulle tanto care e vicine Rocce.

L’unica cosa da segnalare sono le tante lingue di neve ancora presenti più o meno dalla quota 2000 (dove si piega verso la vetta abbandonando la diretta per la Cima Centrale, detta anche Madone), che vanno attraversate con attenzione, data la ripidità, oppure aggirate su facili roccette, possibilmente senza complicarsi troppo la vita.

Per il resto, come già detto, questa montagna è per me più un viaggio interiore che una passeggiata in montagna, per cui ogni volta è un nuovo piccolo mattone di una costruzione che non ha mai fine, se non nel momento supremo.

Tempi:

Gurrone – Gridone, vetta: 3 ore e 30’

Gridone, vetta – Gridone, cima centrale: 45’

Gridone, cima centrale - Gurrone: 2 ore e 15’