Monte Zuccaro in Val Cannobina

Un amico scova questa montagna, una "spalla" erbosa del Monte Limidario, per fare una gita in un tempo contenuto perché non ci fidiamo del meteo. Partiamo in cinque con tempo sereno. Seguendo le indicazioni e i segni colorati attraversiamo verso monte i vicoli di Gurrone, frazione che non trasmette senso di abbandono come spesso succede altrove. Alcuni cartelli e segni bianco-rossi e giallo-rossi ci accompagneranno per quasi tutto l'itinerario.
 
Il sentierino sale a svolte nel bosco di latifoglie, a circa 1000 metri di quota incrocia una stradina asfaltata e poco dopo raggiunge il terrazzo erboso dove si trova la frazione di Olzeno, agglomerato di numerose case in pietra per la maggior parte sistemate. Qui arriva anche la stradina asfaltata, non sappiamo se percorribile solo dai residenti. Verso valle la vista è aperta sul Monte Zeda e sulle altre montagne che chiudono a nord la Valgrande fino alla Laurasca, verso monte dominano il Monte Limidario e le Rocce del Gridone.
 
Attraversato Olzeno saliamo su un prato a monte delle case e intercettiamo il proseguimento della stradina asfaltata. La seguiamo e dopo pochi minuti diventa sterrata. Più avanti si passa dalla località Le Biuse, dove ci sono alcune case in pietra sistemate e altre ridotte a ruderi e il piccolo rifugio "delle nevi", che troviamo chiuso. Proseguendo sulla sterrata si sale fino alla sella di quota 1334 sul crinale tra il boscoso Sasso Drosa e il Monte Zuccaro. Qui la nostra stradina ne riceve un'altra da sinistra. Continuiamo salendo a destra, verso il Monte Zuccaro proprio davanti a noi, e grazie al colpo d'occhio di una nostra amica vediamo una cerva che attraversa la strada. Dopo un tratto in salita la sterrata continua a mezza costa e qui, dove c'è anche un paletto con cartelli, continuiamo a seguirla senza notare un segno giallo-rosso che indica di seguire il crinale. Dopo pochi minuti ci accorgiamo che dobbiamo salire sul crinale e lo raggiungiamo salendo il pendio erboso dove ritroviamo la traccia segnata. Circa a quota 1500 metri la traccia si perde sul pendio erboso del Monte Zuccaro, ora decisamente più ripido e che si segue senza percorso obbligato fino alla cima. Nella zona il tempo si mantiene bello, ci fossero meno nuvole sulle Alpi vedremmo anche alcuni "4000".
 
E' mezzogiorno e facciamo la pausa. Poi iniziamo la discesa sul crinale nord, per traccia prima su erba poi tra cespugli di rododendri. Arrivati sopra gli edifici dell'Alpe di Spoccia la traccia si perde e scendiamo su erba e tra rododendri verso le case dell'alpe dove ritroviamo la stradina sterrata. Poco più a monte c'è una baita che deve essere il bivacco Alpe La Quadra. Seguiamo la sterrata verso valle fino al punto in cui l'avevamo abbandonata e poi a ritroso fino a Olzeno e da qui al punto di partenza. Il cielo si rannuvola appena lasciata la Val Cannobina.
 
Itinerario che ci è sembrato poco frequentato ma abbastanza ben segnato tranne il punto dove un segno poco visibile indica di prendere il crinale. Ad ogni alpeggio si trova una fontanella. Il cosiddetto passaggio-chiave, se non si vuole aggiungere un tratto a piedi, consiste ... nell'attraversamento in auto della località Cavaglio. Un'ultima nota: abbiamo trovato la zona particolarmente a rischio di zecche.