Monte Pidaggia da Gottro (CO)
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Poldo è ancora alle prese con la fastidiosa tallonite, non può affrontare percorsi impegnativi. Pensiamo quindi di ripetere una facile escursione, sul monte Pidaggia, che ci era piaciuta per gli ampi panorami su Lario, Ceresio e lago di Piano. Cambieremo un po' il percorso.
Purtroppo decifriamo male le previsioni meteo, le nuvole basse non sono poi così basse come pensavamo, ci avventuriamo in un'escursione che da 'panoramica' diventa di 'orientiring' essendo purtroppo dominata dalla nebbia.
Partiamo dai monti di Gottro camminando sulla strada asfaltata che sale verso l'alpe Erba. Al primo tornante a destra troviamo i segnavia che indicano l'imbocco del sentiero che sale verso l'alpe Longone lungo la valle Mesino. In breve raggiungiamo l'alpe.
Sperando che le nuvole si dissolvano allunghiamo il percorso, in modo da perdere un po' di tempo in movimento, raggiungendo la Madonna della Salute a Malè. Ridiscendiamo verso la sella di Cusino dove abbiamo qualche difficoltà a trovare il sentiero che ci riporta sul versane sud del Pidaggia.
In corrispondenza della sella sulla mappa si dovrebbero incrociare 4 sentieri, noi troviamo una strada asfaltata che si sovrappone a due tracce, il sentiero che arriva da Longone e verso sud-est tracce di sentiero che corrono parallele ad una strada sterrata. La direzione sarebbe quella.
I segnavia indicano diverse destinazioni, ma nessuna fa cenno al nostro Pidaggia. Ci affidiamo quindi alla mappa.
Imbocchiamo la sterrata ma in breve vediamo che si dirige verso il Sasso di Cusino. Noi dobbiamo andare dalla parte opposta. Tornati alla sella proviamo allora a seguire le tracce di sentiero che però in breve quasi spariscono. Proseguiamo ugualmente seguendo un muretto a secco e quando ormai disperiamo di trovare il sentiero giusto notiamo dei bolli rotondi arancioni sui fusti degli alberi.
Ci inoltriamo nella faggeta seguendo i bolli, non c'è sentiero visibile ma l'inclinazione del percorso questa volta coincide con quello indicato dalla cartina. Salendo, il sentiero diventa più evidente, stretto, un po' scivoloso a causa del fondo di foglie fradice. Aggiriamo la costa del monte e l'ambiente cambia repentinamente. Ci ritroviamo sulle ampie praterie del versante sud. Pur essendoci nebbia si intravedono i laghi ed il paesaggio è comunque suggestivo.
Raggiungiamo un capanno con due panche in legno. Da qui parte deciso in verticale il sentiero che raggiunge l'anticima del monte Pidaggia, a quota 1510, dove vi è un croce di vetta. Purtroppo le nuvole riprendono velocemente a salire e non essendo sicuri di ritrovare il sentiero di discesa nella nebbia, preferiamo rinunciare ad arrivare alla cima vera e propria. Tanto ormai siamo di nuovo avvolti dalla nebbia e non godremmo dei panorami sulla val Cavargna.
Tornati al capanno proseguiamo a memoria in direzione sud-ovest verso il casottino dei cacciatori punto di riferimento per trovare il sentiero. Il paglione ha completamente ricoperto la traccia ma per fortuna i miei dubbi erano infondati e ritroviamo facilmente il rustico. Dal casottino in avanti il sentiero è stato sfalciato e non ci sono più difficoltà per tornare al punto di partenza.

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