Monte Pidaggia (1528 m)
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Le mete dovevano essere altre, ma a causa di alcune vicissitudini che non sto a spiegare, dovevamo trovare in fretta un'alternativa in quel della Val Cavargna.
Un consulto veloce alla cartina e decidiamo di "ripiegare" si fa per dire, sul Monte Pidaggia, cima dal nome curioso ma allo stesso tempo isolata e con un ottimo"punto di vista" sul Monte Grona.
Cercando su HIKR trovo la bella e dettagliata relazione di
viciox (che ringrazio!) e così ci ritroviamo a partire da Gottro, piccola e soleggiata frazione di Carlazzo.
Non esiste nessuna indicazione da questo versante, dalla chiesa cerchiamo Via ai Monti e troviamo la bella mulattiera che ci porta in breve alla piacevole località dei Monti di Gottro, da li sempre senza segnalazioni al bivio con la strada asfaltata che sale dal paese pieghiamo a dx( W) sino alla fine della strada che diviene prima sterrata e poi sentiero.
Da qui è impossibile sbagliare, bisogna seguire fedelmente il sentiero che traversa inizialmente tutto il fianco meridionale del Monte Pidaggia per poi salire in maniera ripida un lungo costone che porta al primo "Casotto" (luogo molto bello!) a quota 1180 m. Il sentiero fin qui ha evidenti segni di ottima manutenzione.
La traccia successivamente traversa verso E ma dopo pochi metri non bisogna farsi sfuggire la netta deviazione verso monte(N) e con un ripido e renditizio pendio porta al secondo "casotto" dove è ormai evidente la meta finale.
Il sentiero da qui, entra nella ripida valletta tra le due cime, ma notando un velo di neve al suo interno e un'ulteriore traccia che sale verso la croce(cima 1510 m) decidiamo che la seconda opzione è sicuramente più sicura e in pochi minuti raggiungiamo la cosiddetta "anticima" e in cresta, successivamente alzandoci di qualche metro, la cima effettiva del Pidaggia ornata con un paletto di ferro.
Qualche pianta penalizza parzialmente il panorama che resta comunque bello e particolare.
Dopo un frugale pasto non ci resta che tornare sui nostri passi a Gottro ripercorrendo lo stessa via dell'andata.
Cima selvaggia e particolare come la valle che la ospita, il Monte Pidaggia pur non avendo difficoltà tecniche va salito con un minimo di attenzione a causa dei suoi fianchi molto ripidi e come in questo periodo alla paglia scivolosa su un percorso evidente ma non segnalato. Probabilmente il discorso cambia se viene salito dal versante opposto.
Poncione
Per l'ennesima volta, costretti a ripiegare in corsa, il "Piano B" ha funzionato. Importante, in caso di ostacoli o impedimenti, averne sempre uno "in canna" e pronto all'uso. ;)
Comunque, bello e particolare davvero questo Pidaggia, severo e impressionante sul lato di Cusino ed appena un minimo più dolce da quello prescelto da noi, ripido e da non sottovalutare.
Un consulto veloce alla cartina e decidiamo di "ripiegare" si fa per dire, sul Monte Pidaggia, cima dal nome curioso ma allo stesso tempo isolata e con un ottimo"punto di vista" sul Monte Grona.
Cercando su HIKR trovo la bella e dettagliata relazione di

Non esiste nessuna indicazione da questo versante, dalla chiesa cerchiamo Via ai Monti e troviamo la bella mulattiera che ci porta in breve alla piacevole località dei Monti di Gottro, da li sempre senza segnalazioni al bivio con la strada asfaltata che sale dal paese pieghiamo a dx( W) sino alla fine della strada che diviene prima sterrata e poi sentiero.
Da qui è impossibile sbagliare, bisogna seguire fedelmente il sentiero che traversa inizialmente tutto il fianco meridionale del Monte Pidaggia per poi salire in maniera ripida un lungo costone che porta al primo "Casotto" (luogo molto bello!) a quota 1180 m. Il sentiero fin qui ha evidenti segni di ottima manutenzione.
La traccia successivamente traversa verso E ma dopo pochi metri non bisogna farsi sfuggire la netta deviazione verso monte(N) e con un ripido e renditizio pendio porta al secondo "casotto" dove è ormai evidente la meta finale.
Il sentiero da qui, entra nella ripida valletta tra le due cime, ma notando un velo di neve al suo interno e un'ulteriore traccia che sale verso la croce(cima 1510 m) decidiamo che la seconda opzione è sicuramente più sicura e in pochi minuti raggiungiamo la cosiddetta "anticima" e in cresta, successivamente alzandoci di qualche metro, la cima effettiva del Pidaggia ornata con un paletto di ferro.
Qualche pianta penalizza parzialmente il panorama che resta comunque bello e particolare.
Dopo un frugale pasto non ci resta che tornare sui nostri passi a Gottro ripercorrendo lo stessa via dell'andata.
Cima selvaggia e particolare come la valle che la ospita, il Monte Pidaggia pur non avendo difficoltà tecniche va salito con un minimo di attenzione a causa dei suoi fianchi molto ripidi e come in questo periodo alla paglia scivolosa su un percorso evidente ma non segnalato. Probabilmente il discorso cambia se viene salito dal versante opposto.

Per l'ennesima volta, costretti a ripiegare in corsa, il "Piano B" ha funzionato. Importante, in caso di ostacoli o impedimenti, averne sempre uno "in canna" e pronto all'uso. ;)
Comunque, bello e particolare davvero questo Pidaggia, severo e impressionante sul lato di Cusino ed appena un minimo più dolce da quello prescelto da noi, ripido e da non sottovalutare.
Tourengänger:
Poncione,
froloccone


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Kommentare (19)