Pizzo Marona (2051)- Val Grande
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Ascensione al Pizzo Marona in una giornata piovosa. Sono ormai 4 domeniche che piove e, anche se per la quinta, le previsioni meteo non sono un granché, decidiamo comunque di fare la gita.
L'escursione, organizzata dal CAI di Laveno e condotta da Massimo, vede la partecipazione di 11 camminatori.
In realtà la meta era il Monte Zeda ma, viste le condizioni del tempo, peggiori delle previsioni, ci possiamo ritenere soddisfatti della cima raggiunta e della giornata passata in montagna anche se la vista era totalmente assente.
Lasciamo le macchine nel piazzale della Cappella Fina (1102). Ci attrezziamo, ognuno alla sua maniera, per ripararci dalla pioggia ed iniziamo il cammino sulla pista sterrata in direzione del Pian Cavallone. La strada sale dolcemente nel bosco, quindi si affaccia alla Val Intragna. Entriamo in una nebbia che ci accompagnerà per tutta la giornata e che riduce la visibilità ad una ventina di metri. La via diventa sentiero, supera qualche comodo passaggio tra le rocce e arriva al bivio dove si dirama il sentiero che scende all'Alpe Curgei e a Cicogna. Proseguiamo diritto sulla dolce costa e ci fermiamo brevemente per uno spuntino al ricovero invernale del CAI. Riprendiamo il cammino salendo alla vicina croce del Pian Cavallone (1564). Scendiamo nei prati e raggiungiamo la Cappella del Pian Cavallone (1544). Proseguiamo sul sentiero che aggira la cima del Todano. In questo tratto incontriamo dei passaggi su rocce, attrezzati con catene, che mettono in difficoltà i meno esperti. Arriviamo alla Forcola (1518), sella che unisce il Todano al gruppo del Marona. Il sentiero prosegue, ora sul versante est del Cugnacorta, tagliando ripidamente la costa della montagna. Superiamo diversi tratti rocciosi, attrezzati con catene, che presentano insidie dovute al terreno bagnato e alla rottura degli agganci delle catene stesse. Arriviamo alla località segnalata con "Scala Santa" dove una serie gradoni protetti da paletti di ferro supera un ripido tratto. Attraversiamo il "Ponte del Diavolo"(1883), stretto passaggio roccioso tra Cugnacorta e Marona, ed affrontiamo l'ultimo tratto di salita che porta alla cappella e, poco dopo, alla cima del Pizzo Marona (2051) sempre immersi nella nebbia. Torniamo alla cappella dove, al riparo dalla pioggia, facciamo uno spuntino. Riprendiamo il cammino iniziando prudentemente la discesa resa insidiosa dal terreno scivoloso. Ci dividiamo in due gruppi: lenti e veloci, restando in contatto con le radioline. Sullo stesso percorso della salita scendiamo alla Forcola (1518) dove optiamo per una variante. Per evitare i passaggi esposti dell'andata risaliamo sulla ripida cresta che sale alla cima del Monte Todano (1667) per poi scendere alla cappella del Pian Cavallone. Raggiunta la croce di vetta, non ci sono cartelli, e proseguiamo su quello che appare come la continuazione del nostro sentiero. Dopo un po', visto che il percorso non si abbassa, ci rendiamo conto di aver sbagliato direzione. Consultiamo le cartine e decidiamo di tornare alla croce dove troviamo il sentiero giusto. Sul comodo pendio erboso scendiamo brevemente alla cappella del Pian Cavallone (1544). Ci fermiamo ad aspettare la seconda parte del gruppo che, contrariamente a noi, aveva evitato la salita al Todano. Ricompattato il gruppo scendiamo sulla stessa via dell'andata fino alle nostre auto.
Partecipanti 11: Massimo (capogita), Roberto, Dario, Giulio, Stefano, Beppe, Andrea, Luigi R., Luigi L., Emilia, Carolina.
Tempi di percorrenza: salita 3h43', discesa 4h01'. Tempo impiegato 8h33' (6h28' marcia, 2h05' stop).
Lunghezza del percorso: 15,2km.
Meteo: pioggia, da debole a moderata, nebbia.
Nonostante le condizioni meteo avverse la nostra giornata è da considerarsi positiva: abbiamo trascorso ore in piacevole compagnia e condiviso fatiche. Abbiamo fatto esperienza su come ci si muove sotto la pioggia e su come è facile sbagliare sentiero in caso di nebbia.
L'escursione, organizzata dal CAI di Laveno e condotta da Massimo, vede la partecipazione di 11 camminatori.
In realtà la meta era il Monte Zeda ma, viste le condizioni del tempo, peggiori delle previsioni, ci possiamo ritenere soddisfatti della cima raggiunta e della giornata passata in montagna anche se la vista era totalmente assente.
Lasciamo le macchine nel piazzale della Cappella Fina (1102). Ci attrezziamo, ognuno alla sua maniera, per ripararci dalla pioggia ed iniziamo il cammino sulla pista sterrata in direzione del Pian Cavallone. La strada sale dolcemente nel bosco, quindi si affaccia alla Val Intragna. Entriamo in una nebbia che ci accompagnerà per tutta la giornata e che riduce la visibilità ad una ventina di metri. La via diventa sentiero, supera qualche comodo passaggio tra le rocce e arriva al bivio dove si dirama il sentiero che scende all'Alpe Curgei e a Cicogna. Proseguiamo diritto sulla dolce costa e ci fermiamo brevemente per uno spuntino al ricovero invernale del CAI. Riprendiamo il cammino salendo alla vicina croce del Pian Cavallone (1564). Scendiamo nei prati e raggiungiamo la Cappella del Pian Cavallone (1544). Proseguiamo sul sentiero che aggira la cima del Todano. In questo tratto incontriamo dei passaggi su rocce, attrezzati con catene, che mettono in difficoltà i meno esperti. Arriviamo alla Forcola (1518), sella che unisce il Todano al gruppo del Marona. Il sentiero prosegue, ora sul versante est del Cugnacorta, tagliando ripidamente la costa della montagna. Superiamo diversi tratti rocciosi, attrezzati con catene, che presentano insidie dovute al terreno bagnato e alla rottura degli agganci delle catene stesse. Arriviamo alla località segnalata con "Scala Santa" dove una serie gradoni protetti da paletti di ferro supera un ripido tratto. Attraversiamo il "Ponte del Diavolo"(1883), stretto passaggio roccioso tra Cugnacorta e Marona, ed affrontiamo l'ultimo tratto di salita che porta alla cappella e, poco dopo, alla cima del Pizzo Marona (2051) sempre immersi nella nebbia. Torniamo alla cappella dove, al riparo dalla pioggia, facciamo uno spuntino. Riprendiamo il cammino iniziando prudentemente la discesa resa insidiosa dal terreno scivoloso. Ci dividiamo in due gruppi: lenti e veloci, restando in contatto con le radioline. Sullo stesso percorso della salita scendiamo alla Forcola (1518) dove optiamo per una variante. Per evitare i passaggi esposti dell'andata risaliamo sulla ripida cresta che sale alla cima del Monte Todano (1667) per poi scendere alla cappella del Pian Cavallone. Raggiunta la croce di vetta, non ci sono cartelli, e proseguiamo su quello che appare come la continuazione del nostro sentiero. Dopo un po', visto che il percorso non si abbassa, ci rendiamo conto di aver sbagliato direzione. Consultiamo le cartine e decidiamo di tornare alla croce dove troviamo il sentiero giusto. Sul comodo pendio erboso scendiamo brevemente alla cappella del Pian Cavallone (1544). Ci fermiamo ad aspettare la seconda parte del gruppo che, contrariamente a noi, aveva evitato la salita al Todano. Ricompattato il gruppo scendiamo sulla stessa via dell'andata fino alle nostre auto.
Partecipanti 11: Massimo (capogita), Roberto, Dario, Giulio, Stefano, Beppe, Andrea, Luigi R., Luigi L., Emilia, Carolina.
Tempi di percorrenza: salita 3h43', discesa 4h01'. Tempo impiegato 8h33' (6h28' marcia, 2h05' stop).
Lunghezza del percorso: 15,2km.
Meteo: pioggia, da debole a moderata, nebbia.
Nonostante le condizioni meteo avverse la nostra giornata è da considerarsi positiva: abbiamo trascorso ore in piacevole compagnia e condiviso fatiche. Abbiamo fatto esperienza su come ci si muove sotto la pioggia e su come è facile sbagliare sentiero in caso di nebbia.
Tourengänger:
morgan

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)