Drusator
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Secondo giorno della gita in Rätikon, sveglia alle 7: guardiamo fuori...piove, vabbè, fortunatamente alla Sulzfluh siamo saliti ieri.
Facciamo una colazione veramente abbondante, sul tavolo c'è qualsiasi cosa uno possa pensare di mangiare di primo mattino!
Poi ci prepariamo ad affrontare la pioggia, non è che diluvi ma è quel'acquerugiola che nel giro di mezz'ora ti infradicia fino al midollo.
Pantavento, giaccavento, coprizaino, chi ce l'ha si tiene a portata di mano anche l'ombrello. Partiamo e la pioggia smette, anche se il cielo è tuttora plumbeo, la prima parte del sentiero è una sorta di trincea fra i pini mughi, arriviamo ad uno spiazzo e ci rendiamo conto che stiamo facendo una sauna, cominciamo a spogliarci confidando in un miglioramento del tempo, riprendiamo la salita, il sentiero è ben segnato e sale a larghi tornanti fra bei pascoli di un verde brillante.
Le nuvole e la nebbia a tratti ci avvolgono ma subitaneamente spariscono finchè arriva anche un'occhiata di sole, le campanule riaprono le loro corolle, buon segno, ad un tornante incontriamo una piccola salamandra nera, di altri animali in giro non c'è traccia, accontentiamoci.
Più avanti l'erba lascia spazio ad una sterminata ganna di sassi grigi inframezzati da altri rossi del tutto simili a cocci di terracotta. Passiamo la traccia che sale alla Sporahoehle, la bocchetta che da accesso alle Dri Turme, e poco oltre ecco le quattro mura perimetrali di una casermetta della guardia confinaria austriaca, in passato il contrabbando fra Svizzera ed Austria era fiorente e poco sotto la linea confinaria si trovano i resti di diverse casermette, a questa manca il tetto che ritroviamo però, integro, ad una ventina di metri sotto l'edificio, il vento da queste parti deve essere tremendo: il tetto sembra proprio essersi involato per una folata eccezionale.
Manca poco alla Drusator, saliamo al disotto di bizzarre torri calcaree, il passo è un'autentica porta, uno stretto pertugio in cui si incunea il sentiero, superatolo ci accoglie un vento freddo e fastidioso. Cerchiamo riparo in qualche anfratto poi, decidiamo di ingannare l'attesa degli ultimi del nostro gruppo salendo una delle torri che sovrastano il passo, parte Gianni, il direttore, e ben presto, alla spicciolata, lo seguiamo in una decina, la cima sovrasta la forcella sottostante solo di un'ottantina di metri ma offre una bella vista sul mare di torri e campanili che circondano il passo.
Ridiscendiamo, il gruppo si è riunito e ci dirigiamo su un sentiero, che presto diviene quasi pianeggiante, verso la Carschinahütte.
Sotto al rifugio c'è una lunga consultazione delle cartine per decidere quale percorso seguire per tornare alle auto, non riuscendo a decidere, e visto che ognuno rimane della propria idea, ci dividiamo: io, Monica e un paio di allievi (Monica e Davide) prendiamo il sentiero che va in piano verso l'attacco della ferrata per poi seguire dapprima una traccia che passa per dei favolosi e panoramici pascoli e che arriva ad incrociare la strada sterrata che serve l'Alp Garschina, da dove parte il sentiero segnalato che percorre il costolone denominato Mälbergeggen, fino ad incontrare il torrente, da qui senza guadarlo scendiamo per una bella traccia che in breve ci porta a Garstett ed al suo ponte posto ad una ventina di metri dalle auto.
La due giorni è finita, bilancio più che positivo: località veramente belle, ottimo trattamento in rifugio e, soprattutto, la meteo, smentendo le previsioni, si è rivelata più che buona.
Penso che tornerò sicuramente in zona per salire le Dri Turm ed il Gross Drusaturm.
Facciamo una colazione veramente abbondante, sul tavolo c'è qualsiasi cosa uno possa pensare di mangiare di primo mattino!
Poi ci prepariamo ad affrontare la pioggia, non è che diluvi ma è quel'acquerugiola che nel giro di mezz'ora ti infradicia fino al midollo.
Pantavento, giaccavento, coprizaino, chi ce l'ha si tiene a portata di mano anche l'ombrello. Partiamo e la pioggia smette, anche se il cielo è tuttora plumbeo, la prima parte del sentiero è una sorta di trincea fra i pini mughi, arriviamo ad uno spiazzo e ci rendiamo conto che stiamo facendo una sauna, cominciamo a spogliarci confidando in un miglioramento del tempo, riprendiamo la salita, il sentiero è ben segnato e sale a larghi tornanti fra bei pascoli di un verde brillante.
Le nuvole e la nebbia a tratti ci avvolgono ma subitaneamente spariscono finchè arriva anche un'occhiata di sole, le campanule riaprono le loro corolle, buon segno, ad un tornante incontriamo una piccola salamandra nera, di altri animali in giro non c'è traccia, accontentiamoci.
Più avanti l'erba lascia spazio ad una sterminata ganna di sassi grigi inframezzati da altri rossi del tutto simili a cocci di terracotta. Passiamo la traccia che sale alla Sporahoehle, la bocchetta che da accesso alle Dri Turme, e poco oltre ecco le quattro mura perimetrali di una casermetta della guardia confinaria austriaca, in passato il contrabbando fra Svizzera ed Austria era fiorente e poco sotto la linea confinaria si trovano i resti di diverse casermette, a questa manca il tetto che ritroviamo però, integro, ad una ventina di metri sotto l'edificio, il vento da queste parti deve essere tremendo: il tetto sembra proprio essersi involato per una folata eccezionale.
Manca poco alla Drusator, saliamo al disotto di bizzarre torri calcaree, il passo è un'autentica porta, uno stretto pertugio in cui si incunea il sentiero, superatolo ci accoglie un vento freddo e fastidioso. Cerchiamo riparo in qualche anfratto poi, decidiamo di ingannare l'attesa degli ultimi del nostro gruppo salendo una delle torri che sovrastano il passo, parte Gianni, il direttore, e ben presto, alla spicciolata, lo seguiamo in una decina, la cima sovrasta la forcella sottostante solo di un'ottantina di metri ma offre una bella vista sul mare di torri e campanili che circondano il passo.
Ridiscendiamo, il gruppo si è riunito e ci dirigiamo su un sentiero, che presto diviene quasi pianeggiante, verso la Carschinahütte.
Sotto al rifugio c'è una lunga consultazione delle cartine per decidere quale percorso seguire per tornare alle auto, non riuscendo a decidere, e visto che ognuno rimane della propria idea, ci dividiamo: io, Monica e un paio di allievi (Monica e Davide) prendiamo il sentiero che va in piano verso l'attacco della ferrata per poi seguire dapprima una traccia che passa per dei favolosi e panoramici pascoli e che arriva ad incrociare la strada sterrata che serve l'Alp Garschina, da dove parte il sentiero segnalato che percorre il costolone denominato Mälbergeggen, fino ad incontrare il torrente, da qui senza guadarlo scendiamo per una bella traccia che in breve ci porta a Garstett ed al suo ponte posto ad una ventina di metri dalle auto.
La due giorni è finita, bilancio più che positivo: località veramente belle, ottimo trattamento in rifugio e, soprattutto, la meteo, smentendo le previsioni, si è rivelata più che buona.
Penso che tornerò sicuramente in zona per salire le Dri Turm ed il Gross Drusaturm.
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