Pizzo Malora (2639.9 m) per la “via delle catene”, Pizzo d’Ogliè (2604 m), Rosso (2604 m)


Publiziert von barbara2 , 5. September 2013 um 09:20.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:21 August 2013
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS+
Klettern Schwierigkeit: III (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Castello 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 2700 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Sabbione, Val Bavona
Kartennummer:CNS 1:25000 Basòdino

21/22 agosto 2013 
Guide:

  1. Giuseppe Brenna, Alpi Ticinesi, Volume 2, Dal Cristallina al Sassariente, Club Alpino Svizzero, Berna 1993.
  2. Giuseppe Brenna-Luigi Martini, Alpi di Val Bavona, Edizioni Salvioni-Dadò, Bellinzona 2011. 



Pizzo Malora (2639.9 m)
Partiamo da Sabbione (645 m) in Valle Bavona per “una due giorni con bivacco”.
Raggiunto il Màter e poi il promontorio di Malüra (1845 m) con l’itinerario 22.12 dello “Scarampo” (Brenna-Martini), seguiamo l’itinerario 1006 della guida del CAS (la “Via delle catene”) e raggiungiamo infine per la cresta sud-ovest il Pizzo Malora (2639.9 m). T6.
La conoscenza della storia di queste montagne è essenziale per sentirsi parte integrante del territorio e per provare emozioni vere e intense. La “Via delle catene” è qualcosa di veramente strabiliante per bellezza e arditezza, che ha pochi uguali (ne trovo, per esempio, nella via 24.5 – Brenna-Martini – della Costa di Chint-Corte di Fondo della Bèdu che ho descritto in hikr lo scorso anno - http://www.hikr.org/tour/post57412.html ).
Queste catene che resistono nei secoli, appese ad alta quota sopra gli strapiombi bavonesi, portano a unirsi col pensiero e chi le sistemò per avere, almeno qui, un passaggio un po’ meno ostico durante la salita che veniva fatta per cercare capre disperse. Un pensiero va anche a Giuseppe Brenna, che ha scoperto questa via grazie alla sua perseverante e metodica ricerca e ce ne ha fatto partecipi (“Un dono integrale delle conoscenze acquisite”: Maurice Brandt, nell’introduzione alla Guida del CAS).


Le catene del Pizzo Malora

Sulla cima del Pizzo Malora si trova un’artistica croce che, mi è stato detto, è stata posata da poco dalla famiglia Patocchi di Peccia.
 
Pizzo d’Ogliè (2604 m)
Nel poetico commento all’itinerario 998 della guida del CAS relativo alla cresta nord del Pizzo d’Ogliè si legge che il Brenna percorse da solo il 6 giugno 1987, ossia 26 anni fa, tutto il filo di cresta tra l’Alpe Fiorasca e la Bocchetta di Sovènat.
La cresta est-sud-est del Malora la lasciamo per un’altra volta. Scendiamo arrampicando per la rocciosa cresta nord-ovest del Malora (itinerario 1008 della Guida del CAS, difficoltà PD, passaggi di III), e raggiungiamo la Bocchetta di Magnasca (2409 m).
Al Pizzo d’Ogliè saliamo per la cresta est-sud-est (itinerario 999a, PD+) e poi continuiamo l’ “avvincente traversata per cresta”, sempre sulle tracce del Brenna, scendendo per la sua “aerea cresta rocciosa” (itinerario 998, PD, passaggi di III) fino alla Bocchetta di Sovénat (2434 m).
 
Rosso (2604 m)
Il Rosso, al pari, per esempio, della Ciavena Alta, del Pizzo Pecora e della Punta di Val Scaradra, è tra le montagne ticinesi con la via normale più difficile. Già che ci invita da breve distanza, ne raggiungiamo la cima con gran soddisfazione.
Dalla Bocchetta di Sovènat aggiriamo a destra il rilievo 2515 m e quindi scaliamo la rocciosa e abbastanza impegnativa cresta sud (itinerario 990, PD, III+).
Il Rosso e i suoi dintorni sono pieni di storia e il Brenna nella sua guida ce ne racconta parecchia: parla della Valle di Foiòi (del grande Giuseppe Zan Zanini); delle sovende e della pietra ollare; della “piramide umana” lungo la via normale che fecero Kaufmann e Patocchi nel 1909; della via della “cresta col buco”, percorsa da Cattaneo e Sottocasa nel 1955; della via di sesto grado alla Pioda dei Müna aperta nel 1985 da Brenna, Deglise e Valenti.
Da aggiungere la via aperta da Matthias Gurtner il 12 ottobre 2008 per la cresta nord-nord-ovest e che porta il nome “1001 Grazie a Giuseppe Brenna”, ringraziamento al quale ci uniamo completamente anche noi. Dettagli su questa via e su altre nuove vie nella regione si trovano nel libro di Christoph Blum e Daniel Silbernagel “Ticino keepwild! climbs”, edito nel 2009 da Mountain Wilderness e dall’Akademischer Alpenclub di Berna.
 
Ritorno a Sabbione via Bocchetta di Magnasca
Il ritorno dal Rosso avviene per la via di salita. Scendiamo nell’anfiteatro dell’Alpe di Sovénat senza perdere troppa quota e quindi saliamo alla già toccata  Bocchetta di Magnasca tra il Pizzo d’Ogliè e il Pizzo Malora.
Con l’itinerario 1001 della Guida del CAS ritorniamo in Valle Bavona, passando dallo “Splugo murato di In Scima ai Piènch” (2060 m circa), descritto all’itinerario 22.9 del citato libro “Alpi di Val Bavona”: a conclusione del nostro magnifico girovagare tra queste montagne, non c’è nessun migliore arricchimento che la visione di questo posto e di un po’ di presa di coscienza sulla vita dei suoi UOMINI.
 
 
Onore e grazie a Giuseppe Brenna
Non finiremo mai di stupirci di fronte a quanto, senza paragoni, ha fatto da solo questo uomo.
La sua incredibile passione, unita a una eccellente preparazione alpinistica e mentale, ha portato a frutti grandiosi che, anche sotto forma di scelta, come la nostra, tra migliaia di itinerari descritti nei suoi libri sulle Alpi ticinesi e mesolcinesi, possiamo noi ora apprezzare e potranno pure godere coloro che ci seguiranno.
 

Tourengänger: barbara2


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