Rosso 2604 m - Cresta ENE/NNE (Costa della Pradèra) e ritorno sulle tracce di Zaza
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Il Rosso è il colore delle emozioni più intense.
Il Rosso per essere conquistato va scalato con passione.
Tutto il resto è secondario.
Una perla di roccia, selvaggia, affascinante e quasi mistica il Rosso è incastonato nella catena del Malora, tra la Val Bavona e la Val Lavizzara, nel cuore del Ticino Selvaggio.
Sono rimasto ammaliato da questa montagna ai tempi in cui con il grande
Igor avevo portato a casa numerose conquiste simili lungo la sua catena. Il Rosso era però rimasto un progetto ambizioso. Fino ad oggi non realizzato. Era nata da parte mia una sorta di riverenza. Aspettavo il compagno giusto per tentare una salita.
Un uomo con la giusta dose di grinta, audacia e passione è quindi giunto: Carlo Donati, un ragazzo fortissimo, dallo spirito allegro, ambizioso, impavido, ma anche rispettoso e sensibile. Con lui ero stato anche ai Tre Corni e al Kesch.
Il mio approccio sarebbe stato dalla via più facile: la cresta sud con la variante creata da
zaza (la cengia erbosa che conduce alla parte alta della cresta Pioda dei Müna).
Ma Carletto in auto, paglia in bocca e libro del brenna tra le mani, scorre velocemente le descrizioni, coglie l'essenziale e individua quello che per lui sarà il suo parco giochi: la cresta ENE/NNE.
Per me significa alzare l'asticella di una bella tacca. Ma sento che ci sono l'energia e la sintonia giuste. Vada per la ENE/NNE!
L'inizio dell'avventura: la cresta NNE vista dalla Costa di Cröis

Avvicinamento
Alle 07.50 ci incamminiamo presso Piano di Peccia. Imbocchiamo il sentiero che risale la valle in direzione sud-ovest verso Sovenat. È un'ottima traccia ma priva di segnaletica.
Carlo parte in quarta e mi fa correre a 600 m orari. In breve sbuchiamo a Corte di Fondo (ultima fontana). Da qui si vede bene il Malora. Procediamo sulla destra (sinistra orografica del fiume). Dopo un po' si sale dritti a Corte di Mezzo, il sentiero è molto ripido e di breve sviluppo.
Consultiamo la guida del Brenna: a quota 1800 m dobbiamo abbandonare l'itinerario per la Bocchetta di Sovenat. Pertanto proseguiamo per altri 100 metri.
Giunti alla quota 1800 m usciamo dalla traccia e risaliamo un pendio ripido su terreno ricco di rododendri, erba alta e arbusti. Ravaniamo per almeno 200 metri. Quindi aggiriamo da destra la bastionata della Costa della Pradèra per accedere ai pendii di Rabisell.
L'obiettivo è il punto quota 2228 m, che su hikr corrisponde alla vetta denominata Costa di Cröis.
La pendenza si fa sostenuta, il terreno vieppiù roccioso. Puntiamo alla vetta e, dopo un tentativo di scalarla da nord, torniamo sul versante di Rabisell, più sicuro ed agevole.
Costa della Pradèra e anticima NE del Rosso
La parte più interessante del tour inizia ora. Dal punto 2228 m, dove ci prendiamo una pausa, si delinea una bella cresta. Su alcuni tratti è una lama. Dopo un breve pezzo in piano essa si impenna decisamente. La cresta converge nell'anticima quotata 2550 m. Pertanto implica un dislivello di 300 metri.
Ci approcciamo belli entusiasti e cominciamo a percorrerla.
Inizia in leggera discesa, poi si mantiene abbastanza moderata e facile. Quindi iniziano tratti dove usare le mani, rocce, placche sempre più esposte. Il passaggio chiave non aspetta molto a presentarsi: in corrispondenza della quota 2277, dove ho fissato il waypoint, c'è un piccolo salto. Valutato di quarto grado in effetti ci ha dato un attimo di esitazione: non è alto, ma è esposto e non permette di appoggiare i piedi durante la disarrampicata. Non ci sono appigli. Sono 3 metri di "vuoto" sopra gli abissi. Il nostro modo per superarlo: giriamo la corda intorno al solido spuntone e la usiamo per tenerci scendendo all'indietro. Con una mano mi tengo alla corda e con l'altra alla roccia, un breve istante di tensione, una grattugiata alle braccia e sono giù. Lo stesso per il mio amico.
Passaggio delicato quota 2277 m (esposizione sui due versanti)

Ora inizia la parte bella: una serie di lame sempre più affilate, quindi una paretina (III) e altre lame. Questa sezione l'affrontiamo con la dovuta calma. Procediamo in conserva corta, cerchiamo di avanzare su versanti opposti, di girare la corda intorno a solidi spuntoni. Ci fidiamo delle nostre mani ma la roccia non è sempre solida. Preferibilmente cerchiamo sempre 2 appigli su 2 rocce diverse quando siamo aggrappati alla montagna sopra il vuoto.
Le lame e gli abissi intorno

Predisponiamo anche 2 soste per superare la paretina III e la sezione successiva con la posa di 2 friends. I tempi si dilatano sensibilmente ma l'obiettivo è di procedere con sicurezza. In realtà una volta arrampicati 2 metri la sensazione di esposizione svanisce perchè la cresta si allarga.
Sempre in conserva corta affrontiamo un diedro e poi arrampichiamo facili rocce fino alla quota 2550 m.
Il Rosso sta per divenire realtà. Sono incredulo.
Il Rosso 2604 m
Ora dobbiamo discendere nella bocchetta ma c'è un salto: Brenna aveva scritto di aggirarlo da sinistra. Discendiamo una ventina di metri (passaggi di II) e risaliamo un canale erboso. Ora è fatta: una settantina di metri sulla cresta NNE. Ci sporgiamo dalla bocchetta sul versante bavonese: il versante è precipite per almeno un migliaio di metri.
Senza mai smettere di usare le mani, sempre attenti a non precipitare nonostante sia più facile, arrampichiamo la parte finale della vetta e la conquistiamo con grande entusiasmo. Il Rosso è nostro!
Il Rosso visto dalla sua anticima NE

Il Rosso visto dalla Bavona in parapendio (foto di Enea Andreotti nello stesso giorno)

La via di
zaza
Esiste anche la cresta sud, valutata PD III, ma a guardarla dalla vetta scorgiamo un enorme dente apparentemente invalicabile. Enea mi spiega poi al telefono, mentre sto scendendo nel Piatto di Sovenat e lui è in volo in Val Bavona, che ci sono vari diedri da affrontare. Lui in passato ha percorso il Rosso in solitario da sud a nord.
Io, avendo letto la relazione di Zaza, decido di seguire la sua via, una variante "più facile". In effetti la parte superiore della Pioda dei Müna è facile. Si scende certamente usando le mani ma nulla di estremo. Giunti ad una quota da me stimata sui 2530 m sulla destra c'è una bella cengia erbosa. Salta all'occhio. Bisogna seguirla: prima si scende, poi si sale un poco, quindi si traversa su placche inclinate (come detto da Zaza la pioggia è tabu) e si perviene ad una paretina da disarrampicare. La cengia è piuttosto stretta ma una persona che si muove con attenzione ci passa bene. Al di sotto ci sono almeno 150 metri di scarpata sopra le ganne alla base della piramide di roccia.
Ma veniamo alla paretina da discendere: è una bella placca liscia che volendo si potrebbe aggirare a sinistra (molto esposto) o a destra se si sta salendo. In salita è sicuramente più sicuro l'aggiramento. In discesa ne abbiamo approfittato per provare una calata in doppia. Con la corda è un gioco da ragazzi.
Il cengione sulla parete sud del Rosso


Superato il passaggio non ci resta che percorrere ancora un po' di filo (cresta sud) con passaggi più semplici, raggiungere una placconata e discenderla fino alla Bocchetta di Sovenat.
Salvataggio di una pecora incastrata e rientro
Ormai è fatta! Da adesso in avanti è un'escursione.
La Bocchetta di Sovenat è divisa da uno spuntone. Noi siamo nella sezione settentrionale. Discendiamo un ripido canalino. Non sono mai scivolato tanto come in questo tratto. Ad un certo punto troviamo una pecora incastrata in un intaglio. Se avesse la capacità mentale di retrocedere potrebbe liberarsi. Ma è intestardita sul fatto di voler attraversare l'intaglio e superarlo. Proviamo per un po' a puntarla da davanti ma non riusciamo a liberarla. Carlo si intristisce. Decidiamo di contattare amici della Valle Maggia: sia tramite i miei, sia tramite i suoi risaliamo al contadino. Questo salirà in Bocchetta e libererà la pecora l'indomani in buone condizioni di salute.
Per noi il Rosso è nel frattempo diventato il salvataggio della povera pecora:)
La discesa è semplice: ganne per altri 150 metri, poi traccia fino al Piatto di Sovenat. Quindi sentiero evidente. Troviamo un ruscello a quota 1800 che ci disseterà: siamo rimasti a secco in vetta.
Il pranzo è stato un salametto di cervo e un panino. La sete si è fatta sentire nella discesa.
Lo sviluppo fino a Peccia è breve, la pendenza però sostenuta.
Fiumi di birra e un bel tagliere di salumi ci attenderanno a Cevio.
Rientriamo a Lugano con un sorriso stampato sui nostri visi.
Il Rosso è un bel bestione ma ci ha regalato tanta soddisfazione!
Video gita (1 min a scorrimento rapido): /www.instagram.com/reel/ChCc-edKHs5/?igshid=MDJmNzVkMjY
Video presentazione della cresta: [/drive.google.com/file/d/1o39HcmuMD2aze80Z5uWqG7Da1T3VRuTo/v...]
Video passaggio delicato: [/drive.google.com/file/d/15iySa6InF1LdpN1CkVvik8u5HcmEJTjF/v...]
Video della lama: [/drive.google.com/file/d/1Uy0hKmyxGvaqR1pGiAHlmk9hcjbbg3fH/v...]
Altro video cresta sottile: [/drive.google.com/file/d/1IZtxMriujkO3p_A49HFX_C_pZ1RXl-D8/v...]
Hai fatto bene a portare la frontale: [/drive.google.com/file/d/1ux71YEJ1eKYuOR6wuSI_THFBzuYIY3F4/v...]
Diedrino: [/drive.google.com/file/d/1q4wOm2z8n0YHtIF-g9KnqG_oH2duuTBU/v...]
Anticima: [/drive.google.com/file/d/1MqiB46sd5toQPyUwMpgzQagfUzt6mQuz/v...]
Ed è vetta [/drive.google.com/file/d/1MMYTRHl59dfnykKrpHAYSE57C5Rm9jpg/v...]
Pecorella vieni fuori da lì: [/drive.google.com/file/d/17p56g11sK70gn_zy-1cSMYrJd-1gavol/v...]
Il Rosso visto dal Piatto di Sovenat

Il Rosso per essere conquistato va scalato con passione.
Tutto il resto è secondario.
Una perla di roccia, selvaggia, affascinante e quasi mistica il Rosso è incastonato nella catena del Malora, tra la Val Bavona e la Val Lavizzara, nel cuore del Ticino Selvaggio.
Sono rimasto ammaliato da questa montagna ai tempi in cui con il grande

Un uomo con la giusta dose di grinta, audacia e passione è quindi giunto: Carlo Donati, un ragazzo fortissimo, dallo spirito allegro, ambizioso, impavido, ma anche rispettoso e sensibile. Con lui ero stato anche ai Tre Corni e al Kesch.
Il mio approccio sarebbe stato dalla via più facile: la cresta sud con la variante creata da

Ma Carletto in auto, paglia in bocca e libro del brenna tra le mani, scorre velocemente le descrizioni, coglie l'essenziale e individua quello che per lui sarà il suo parco giochi: la cresta ENE/NNE.
Per me significa alzare l'asticella di una bella tacca. Ma sento che ci sono l'energia e la sintonia giuste. Vada per la ENE/NNE!
L'inizio dell'avventura: la cresta NNE vista dalla Costa di Cröis

Avvicinamento
Alle 07.50 ci incamminiamo presso Piano di Peccia. Imbocchiamo il sentiero che risale la valle in direzione sud-ovest verso Sovenat. È un'ottima traccia ma priva di segnaletica.
Carlo parte in quarta e mi fa correre a 600 m orari. In breve sbuchiamo a Corte di Fondo (ultima fontana). Da qui si vede bene il Malora. Procediamo sulla destra (sinistra orografica del fiume). Dopo un po' si sale dritti a Corte di Mezzo, il sentiero è molto ripido e di breve sviluppo.
Consultiamo la guida del Brenna: a quota 1800 m dobbiamo abbandonare l'itinerario per la Bocchetta di Sovenat. Pertanto proseguiamo per altri 100 metri.
Giunti alla quota 1800 m usciamo dalla traccia e risaliamo un pendio ripido su terreno ricco di rododendri, erba alta e arbusti. Ravaniamo per almeno 200 metri. Quindi aggiriamo da destra la bastionata della Costa della Pradèra per accedere ai pendii di Rabisell.
L'obiettivo è il punto quota 2228 m, che su hikr corrisponde alla vetta denominata Costa di Cröis.
La pendenza si fa sostenuta, il terreno vieppiù roccioso. Puntiamo alla vetta e, dopo un tentativo di scalarla da nord, torniamo sul versante di Rabisell, più sicuro ed agevole.
Costa della Pradèra e anticima NE del Rosso
La parte più interessante del tour inizia ora. Dal punto 2228 m, dove ci prendiamo una pausa, si delinea una bella cresta. Su alcuni tratti è una lama. Dopo un breve pezzo in piano essa si impenna decisamente. La cresta converge nell'anticima quotata 2550 m. Pertanto implica un dislivello di 300 metri.
Ci approcciamo belli entusiasti e cominciamo a percorrerla.
Inizia in leggera discesa, poi si mantiene abbastanza moderata e facile. Quindi iniziano tratti dove usare le mani, rocce, placche sempre più esposte. Il passaggio chiave non aspetta molto a presentarsi: in corrispondenza della quota 2277, dove ho fissato il waypoint, c'è un piccolo salto. Valutato di quarto grado in effetti ci ha dato un attimo di esitazione: non è alto, ma è esposto e non permette di appoggiare i piedi durante la disarrampicata. Non ci sono appigli. Sono 3 metri di "vuoto" sopra gli abissi. Il nostro modo per superarlo: giriamo la corda intorno al solido spuntone e la usiamo per tenerci scendendo all'indietro. Con una mano mi tengo alla corda e con l'altra alla roccia, un breve istante di tensione, una grattugiata alle braccia e sono giù. Lo stesso per il mio amico.
Passaggio delicato quota 2277 m (esposizione sui due versanti)

Ora inizia la parte bella: una serie di lame sempre più affilate, quindi una paretina (III) e altre lame. Questa sezione l'affrontiamo con la dovuta calma. Procediamo in conserva corta, cerchiamo di avanzare su versanti opposti, di girare la corda intorno a solidi spuntoni. Ci fidiamo delle nostre mani ma la roccia non è sempre solida. Preferibilmente cerchiamo sempre 2 appigli su 2 rocce diverse quando siamo aggrappati alla montagna sopra il vuoto.
Le lame e gli abissi intorno

Predisponiamo anche 2 soste per superare la paretina III e la sezione successiva con la posa di 2 friends. I tempi si dilatano sensibilmente ma l'obiettivo è di procedere con sicurezza. In realtà una volta arrampicati 2 metri la sensazione di esposizione svanisce perchè la cresta si allarga.
Sempre in conserva corta affrontiamo un diedro e poi arrampichiamo facili rocce fino alla quota 2550 m.
Il Rosso sta per divenire realtà. Sono incredulo.
Il Rosso 2604 m
Ora dobbiamo discendere nella bocchetta ma c'è un salto: Brenna aveva scritto di aggirarlo da sinistra. Discendiamo una ventina di metri (passaggi di II) e risaliamo un canale erboso. Ora è fatta: una settantina di metri sulla cresta NNE. Ci sporgiamo dalla bocchetta sul versante bavonese: il versante è precipite per almeno un migliaio di metri.
Senza mai smettere di usare le mani, sempre attenti a non precipitare nonostante sia più facile, arrampichiamo la parte finale della vetta e la conquistiamo con grande entusiasmo. Il Rosso è nostro!
Il Rosso visto dalla sua anticima NE

Il Rosso visto dalla Bavona in parapendio (foto di Enea Andreotti nello stesso giorno)

La via di

Esiste anche la cresta sud, valutata PD III, ma a guardarla dalla vetta scorgiamo un enorme dente apparentemente invalicabile. Enea mi spiega poi al telefono, mentre sto scendendo nel Piatto di Sovenat e lui è in volo in Val Bavona, che ci sono vari diedri da affrontare. Lui in passato ha percorso il Rosso in solitario da sud a nord.
Io, avendo letto la relazione di Zaza, decido di seguire la sua via, una variante "più facile". In effetti la parte superiore della Pioda dei Müna è facile. Si scende certamente usando le mani ma nulla di estremo. Giunti ad una quota da me stimata sui 2530 m sulla destra c'è una bella cengia erbosa. Salta all'occhio. Bisogna seguirla: prima si scende, poi si sale un poco, quindi si traversa su placche inclinate (come detto da Zaza la pioggia è tabu) e si perviene ad una paretina da disarrampicare. La cengia è piuttosto stretta ma una persona che si muove con attenzione ci passa bene. Al di sotto ci sono almeno 150 metri di scarpata sopra le ganne alla base della piramide di roccia.
Ma veniamo alla paretina da discendere: è una bella placca liscia che volendo si potrebbe aggirare a sinistra (molto esposto) o a destra se si sta salendo. In salita è sicuramente più sicuro l'aggiramento. In discesa ne abbiamo approfittato per provare una calata in doppia. Con la corda è un gioco da ragazzi.
Il cengione sulla parete sud del Rosso


Superato il passaggio non ci resta che percorrere ancora un po' di filo (cresta sud) con passaggi più semplici, raggiungere una placconata e discenderla fino alla Bocchetta di Sovenat.
Salvataggio di una pecora incastrata e rientro
Ormai è fatta! Da adesso in avanti è un'escursione.
La Bocchetta di Sovenat è divisa da uno spuntone. Noi siamo nella sezione settentrionale. Discendiamo un ripido canalino. Non sono mai scivolato tanto come in questo tratto. Ad un certo punto troviamo una pecora incastrata in un intaglio. Se avesse la capacità mentale di retrocedere potrebbe liberarsi. Ma è intestardita sul fatto di voler attraversare l'intaglio e superarlo. Proviamo per un po' a puntarla da davanti ma non riusciamo a liberarla. Carlo si intristisce. Decidiamo di contattare amici della Valle Maggia: sia tramite i miei, sia tramite i suoi risaliamo al contadino. Questo salirà in Bocchetta e libererà la pecora l'indomani in buone condizioni di salute.
Per noi il Rosso è nel frattempo diventato il salvataggio della povera pecora:)
La discesa è semplice: ganne per altri 150 metri, poi traccia fino al Piatto di Sovenat. Quindi sentiero evidente. Troviamo un ruscello a quota 1800 che ci disseterà: siamo rimasti a secco in vetta.
Il pranzo è stato un salametto di cervo e un panino. La sete si è fatta sentire nella discesa.
Lo sviluppo fino a Peccia è breve, la pendenza però sostenuta.
Fiumi di birra e un bel tagliere di salumi ci attenderanno a Cevio.
Rientriamo a Lugano con un sorriso stampato sui nostri visi.
Il Rosso è un bel bestione ma ci ha regalato tanta soddisfazione!
Video gita (1 min a scorrimento rapido): /www.instagram.com/reel/ChCc-edKHs5/?igshid=MDJmNzVkMjY
Video presentazione della cresta: [/drive.google.com/file/d/1o39HcmuMD2aze80Z5uWqG7Da1T3VRuTo/v...]
Video passaggio delicato: [/drive.google.com/file/d/15iySa6InF1LdpN1CkVvik8u5HcmEJTjF/v...]
Video della lama: [/drive.google.com/file/d/1Uy0hKmyxGvaqR1pGiAHlmk9hcjbbg3fH/v...]
Altro video cresta sottile: [/drive.google.com/file/d/1IZtxMriujkO3p_A49HFX_C_pZ1RXl-D8/v...]
Hai fatto bene a portare la frontale: [/drive.google.com/file/d/1ux71YEJ1eKYuOR6wuSI_THFBzuYIY3F4/v...]
Diedrino: [/drive.google.com/file/d/1q4wOm2z8n0YHtIF-g9KnqG_oH2duuTBU/v...]
Anticima: [/drive.google.com/file/d/1MqiB46sd5toQPyUwMpgzQagfUzt6mQuz/v...]
Ed è vetta [/drive.google.com/file/d/1MMYTRHl59dfnykKrpHAYSE57C5Rm9jpg/v...]
Pecorella vieni fuori da lì: [/drive.google.com/file/d/17p56g11sK70gn_zy-1cSMYrJd-1gavol/v...]
Il Rosso visto dal Piatto di Sovenat

Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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