Hübschhorn (m.3192)
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Partendo da casa il cielo si mostra inaspettatamente coperto: decido di ignorarlo, ma quando arriviamo all'Ospizio del Sempione troviamo la nebbia e una temperatura che raggela il mio entusiasmo...Bruno però è incoraggiante e categorico "poi si apre": deve aver preso accordi con qualche divinità del meteo per esserne così sicuro!
Dal piazzale dell'Ospizio ci dirigiamo verso il laghetto e ne costeggiamo il lato destro , seguendo un sentierino che si alza tra i mirtilli e qualche raro larice in direzione di un traliccio ben visibile, qualche vetta scintillante comincia ad apparire sopra le nuvole, come se qualcuno stesse pulendo un vetro appannato con un dito.
Il sentierino diventa ben presto pietraia e si sale seguendo gli abbondanti bolli azzurri, mentre è meglio diffidare degli ometti perchè seguono spesso percorsi più fantasiosi, un po' come improvvisazioni sul tema (una salita jazz?). Mentre passiamo accanto a rocce gigantesche e a suggestive pareti rossicce la nebbia si dirada e poco alla volta appare la magnificenza di quello che si stende sotto di noi (e posso togliermi i guanti!); ripidamente i bolli ci guidano fino al colletto, da qui all'anticima il percorso è intuitivo, seguendo grosso modo l'imbastitura data da lunghe pietre evidentissime posizionate verticalmente a mò di segnavia fino ad una mezza torre di sassi con una corte di ometti più piccoli...già da qui la vista sul Breithorn è impressionante e io sono pronta a festeggiare la vetta, ma Bruno mi indica (lontano!) un cocuzzoletto con la croce, apparentemente inaccessibile: "è quello là". Ah, ancora? Sì, la salita può dirsi finita, in compenso cominciano le difficoltà, non molte per la verità, concentrate nelle immediate vicinanze alla croce di vetta; questi passaggi delicati consistono in una breve dirupata discesina da fare con molta attenzione e nel raggiungere la croce stessa su delle rocce inclinate, più paura a pensarci che a passarci comunque!
La giornata è splendida nonostante le vette più alte siano nelle nuvole, l'abbagliante bellezza del Breithorn gareggia con la forma a creme caramel del Terrarossa e con lo stupore nel vedere ai piedi del Chaltwassergletscher il laghetto ancora ghiacciato della Bocchetta d'Aurona; vediamo Briga, il ghiacciaio dell'Aletsch e il lungo nastro del Sempione srotolato nella valle, il Fletschhorn e il Boshorn si sono un po' immusoniti dopo un'apparizione nella mattinata, ma poi compare nitido l'Andolla: che festa! E' presente un libro di vetta con la copertina rossa che è qui dal 1994, lo firmiamo in un angolo dell'ultima pagina, ormai completa, pensando che in tutti questi anni ha custodito la traccia della gioia di chi è arrivato qui, tante vite diverse che in questo luogo riconoscono l'identica emozione.
Grazie Hübschhorn, grazie Bruno...e grazie anche alle mie gambe scarse che mi hanno portata qui
P.S. non è vero che le pietraie sono noiose, i licheni fanno degli affreschi tali che sembra di camminare in una galleria d'arte!
La classificazione come T4 riguarda solo il tratto tra l'anticima e la croce di vetta, fino all'anticima credo sia da ritenersi T3
Dal piazzale dell'Ospizio ci dirigiamo verso il laghetto e ne costeggiamo il lato destro , seguendo un sentierino che si alza tra i mirtilli e qualche raro larice in direzione di un traliccio ben visibile, qualche vetta scintillante comincia ad apparire sopra le nuvole, come se qualcuno stesse pulendo un vetro appannato con un dito.
Il sentierino diventa ben presto pietraia e si sale seguendo gli abbondanti bolli azzurri, mentre è meglio diffidare degli ometti perchè seguono spesso percorsi più fantasiosi, un po' come improvvisazioni sul tema (una salita jazz?). Mentre passiamo accanto a rocce gigantesche e a suggestive pareti rossicce la nebbia si dirada e poco alla volta appare la magnificenza di quello che si stende sotto di noi (e posso togliermi i guanti!); ripidamente i bolli ci guidano fino al colletto, da qui all'anticima il percorso è intuitivo, seguendo grosso modo l'imbastitura data da lunghe pietre evidentissime posizionate verticalmente a mò di segnavia fino ad una mezza torre di sassi con una corte di ometti più piccoli...già da qui la vista sul Breithorn è impressionante e io sono pronta a festeggiare la vetta, ma Bruno mi indica (lontano!) un cocuzzoletto con la croce, apparentemente inaccessibile: "è quello là". Ah, ancora? Sì, la salita può dirsi finita, in compenso cominciano le difficoltà, non molte per la verità, concentrate nelle immediate vicinanze alla croce di vetta; questi passaggi delicati consistono in una breve dirupata discesina da fare con molta attenzione e nel raggiungere la croce stessa su delle rocce inclinate, più paura a pensarci che a passarci comunque!
La giornata è splendida nonostante le vette più alte siano nelle nuvole, l'abbagliante bellezza del Breithorn gareggia con la forma a creme caramel del Terrarossa e con lo stupore nel vedere ai piedi del Chaltwassergletscher il laghetto ancora ghiacciato della Bocchetta d'Aurona; vediamo Briga, il ghiacciaio dell'Aletsch e il lungo nastro del Sempione srotolato nella valle, il Fletschhorn e il Boshorn si sono un po' immusoniti dopo un'apparizione nella mattinata, ma poi compare nitido l'Andolla: che festa! E' presente un libro di vetta con la copertina rossa che è qui dal 1994, lo firmiamo in un angolo dell'ultima pagina, ormai completa, pensando che in tutti questi anni ha custodito la traccia della gioia di chi è arrivato qui, tante vite diverse che in questo luogo riconoscono l'identica emozione.
Grazie Hübschhorn, grazie Bruno...e grazie anche alle mie gambe scarse che mi hanno portata qui
P.S. non è vero che le pietraie sono noiose, i licheni fanno degli affreschi tali che sembra di camminare in una galleria d'arte!
La classificazione come T4 riguarda solo il tratto tra l'anticima e la croce di vetta, fino all'anticima credo sia da ritenersi T3
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