Finalmente in alto! Orecchia di Lepre 3257 m
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Tre giorni intensi, tre giorni splendidi, tre giorni da ricordare…
Quest’anno per colpa del cattivo tempo, della neve che ancora si trova a quote relativamente bassa e che intralcia sui percorsi escursionistici siamo stati costretti a diciamo “volare basso” ciò che ora sta diventando anche impossibile a causa delle temperature che inevitabilmente hanno preso a salire. Anche se in montagna abbiamo ancora un ambiente quasi primaverile, l’estate è arrivata!
Sabato mattina ci svegliamo già a Romeno ma partiamo lo stesso abbastanza presto per la Val d’Ultimo con la speranza di non dover nuotare nella neve.
Il curioso nome di questa cima è dato dal fatto che osservandola da nord, si vede il ghiacciaio diviso a metà, spaccato nel mezzo dalla “Cresta Azzurra” la salita classica alla cima. Le due vedrette sembrano proprio due orecchie di lepre.
Noi, con la nostra mania dei giri ad anello scegliamo di salire dal versante opposto, anche se ora guardando la cartina, un giro ad anello si potrebbe fare lo stesso anche li, un po’ lungo forse…in ogni caso non oggi.
Lasciamo l’auto sulla strada per Fontana Bianca, piccolo posteggio nei pressi della salita a Cima Soy, torniamo un poco indietro fino ai cartelli che indicano la Flatschbergalm inferiore e superiore. La salita si mantiene dolce fino al bivio per l'Orecchia di Lepre a dx e il P.so Flim a sx, indicato su un sasso. Noi svoltiamo a dx. La salita si fa un poco più ripida, raggiunge dei laghetti e ai piedi della ripida morena, una sorta di muro del pianto che arriva fino al P.so a 3010 m.
Ai piedi della morena chiudo le comunicazioni e comincio a contare, mi riprometto di arrivare a 500 e guardare a che punto sono. A 500 sento ancora i bastoncini di Marco più avanti, non è ancora finita mi dico, non guardo, tra l’altro ricordo che l’ultimo zig è più lungo degli altri per cui finché non faccio qualche passo in più dei soliti uno-due, destra-sinistra, non sono arrivata….arriva arietta, uno, due, tre, quattro…dai che ci siamo, alzo gli occhi e Marco è al P.so, e questa è andata!
Sul versante Val Martello c’è ancora parecchia neve ma la cresta sembra piuttosto pulita per cui aspettiamo a mettere i ramponi. Sentiero, roccette, sentiero, blocchi…neve, neve molle, neve dura e infine ultima rampetta, manca poco ma non ci fidiamo a salire senza ramponi per cui sosta. Ripartiamo ramponati e in breve siamo in cima. Facciamo qualche chiacchiera con dei ragazzi altoatesini che masticano in parte l’italiano, diamo un’occhiata al percorso di discesa e come temevamo c’è ancora parecchia neve. Una traccia recente però ci fa ben sperare sulla tenuta della neve per cui rimandiamo la sosta più lunga a più tardi e tolti i ramponi, cominciamo a scendere. Troviamo quasi sempre una bella neve primaverile che ci fa scendere tranquillamente e divertendoci anche, qualche buca, la ricerca dei bolli nella pietraia e abbastanza velocemente siamo su sentiero asciutto.
Percorriamo la lunga dorsale fino a scendere alla baita del pastore, ricovero in caso di estremo bisogno. Ancora giù fino al bivio con il sentiero della Val d’Ultimo, dove svoltiamo a dx e saliamo al micro Schusterhutte dove facciamo una doverosa sosta pranzo allietati dalla fisarmonica del figlio del gestore.
Riprendiamo il cammino per rientrare nella valle di salita. Un lungo traverso in leggera salita e poi giù a tornanti fino alla strada di collegamento tra le due malghe Flatschbergalm e poi al posteggio,
DATI GPS
Dislivello 2054 m
Km 21,50
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