Corno di Canzo Occidentale
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stefano58
Oggi ho un nuovo compagno di escursioni, numbers.
Non è ancora salito sui Corni di Canzo, per cui ci siamo organizzati per salire l'Occidentale.
Con qualche dubbio per le previsioni meteo non bellissime e discordanti, ma proviamo lo stesso.
Arrivati a Gajum, un caffé e ci mettiamo in marcia.
Il tempo per ora è buono, qualche nuvola, ventilato e non caldo come i giorni scorsi.
Breve sosta alla Terzalpe, dove oggi non trovo Peluche ad aspettarmi, poi riprendiamo la salita.
Passando dalla Colma arriviamo alla Forcella dei Corni; altra sostina per bere e fare qualche foto, poi affrontiamo il tratto più impegnativo della salita.
Oggi non ci sono fioriture vistose sulle rocce; saliamo veloci ed in breve siamo sulla cima, 2 ore e 15 minuti da Gajum.
Ora il cielo si è rannuvolato, ma non è minaccioso per ora.
Mettiamo qualcosa sotto i denti, qualche foto, poi per non farci sorprendere da un'eventuale pioggia, cominciamo la discesa, ma con calma.
Percorriamo la cresta Ovest, passando per il Passo dell Vacca; se il tempo fosse bello, faremmo un giro più lungo, ma decidiamo di non rischiare e ci accontentiamo della salita fatta.
Facciamo una lunga sosta alla Terzalpe dove finiamo i nostri viveri, a cui aggiungiamo un'ottima torta e un caffé.
Per la discesa propongo il sentiero dello Spirito del Bosco, dove mi pare che non ci siano nuove sculture, forse una che mi è sfuggita l'ultima volta; Mario è soddisfatto anche di questo bel sentiero e fà parecchie foto.
Il tempo è piuttosto variabile, a volte si sente qualche goccia portata dal vento, torna il sole, si rannuvola ancora ...
Arriviamo all'auto soddisfatti del giro ed anche della buona compagnia.
Ora lascio la parola a Mario.
Vista da Mario numbers : IL MIO PRIMO CORNO DI CANZO
I sentieri intorno ai Corni di Canzo li ho percorsi spesso, anche se non ancora tutti, però in cima non ero ancora riuscito ad andarci. Una volta per il ghiaccio, una volta per l'eccessiva umidità che rendeva le rocce scivolose, altre volte x mancanza di tempo o perché giravo solo, non mi ero ancora arrischiato a tentare le cime. A dispetto delle quote non eccessive, sono infatti tutte e tre cime piuttosto "tecniche"(magari l'orientale un po meno), con alcuni passaggi impegnativi per escursionisti esperti, in cui bisogna stare davvero attenti. In un commento ad un'altra relazione mi lascio scappare questa mia mancanza, e Stefano58 gentilmente si offre di aiutarmi a colmare questa lacuna. Lui è un autentico cultore dei Corni, li ha saliti parecchie volte, conosce a menadito praticamente tutti i sentieri, si può dire che a Canzo è davvero di casa. Accetto volentieri il suo invito, e riusciamo a combinare per sabato 22/6, nonostante le previsioni incerte che cambiano continuamente decidiamo di provarci lo stesso.
Così ci mettiamo d'accordo, lo recupero al treno, e raggiungiamo Gajum, da cui dopo pausa caffè al bell' albergo Sorgente (anche qui Stefano è di casa!!!), poco dopo le 8 iniziamo a salire. Intanto chiaccheriamo parecchio, così da fare conoscenza.
Prendiamo il sentiero geologico Giorgio Achermann, un interessante percorso che offre numerosi tabelloni didattici esplicativi in corrispondenza dei numerosi massi, erratici e non, presenti. Si sale quasi sempre nel bosco, costeggiando un torrente che forma numerose pozze e cascatine, ed in circa 45 minuti si arriva a Terz'alpe, fattoria agriturismo, con produzione e vendita di formaggi e yogurt, molto frequentata dalle famiglie proprio xchè facilmente raggiungibile.
Poco sopra, seguiamo il sent. 5, nuovo per me, che in circa venti minuti ci conduce alla Colma di val Ravella, deviamo a sx. verso la forcella dei Corni, che raggiungiamo dopo un ripido sentiero quasi tutto nel bosco. Il sole va e viene, il caldo non è eccessivo, ma si suda parecchio, ci fermiamo ogni tanto e continuiamo a fare conoscenza, anche raccontandoci le ns. avventure.
Dopo breve pausa, iniziamo la parte più dura del percorso, puntando verso il Corno occidentale, passando tra la fitta vegetazione, aggirando le ripide pareti rocciose e giungendo a un primo canalino che si sale rapidamente aiutandosi con le mani. Poi riprende il sentiero su un pianoro erboso che conduce infine al 2° canalino roccioso, sicuramente più ripido ed impegnativo, quasi verticale. Qui mi ero fermato in una mia precedente esplorazione, non conoscendo il percorso. Oggi però Stefano che lo conosce bene, mi guida sicuro e deciso, e quasi senza accorgermi, mi ritrovo in breve sul prato davanti alla croce di vetta, dopo circa 2 ore ed un quarto dalla partenza.
Per Stefano è solo l'ennesima salita al Corno occidentale, ma per me è una nuova grande emozione, un nuovo traguardo raggiunto, un'altra cima da spuntare sulla lista di quelle ancora da fare. E con soddisfazione ed emozione mi gusto questo momento, facendo diverse foto e guardando il panorama, nonostante la foschia copra tutto con un sottile velo.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa, e scambiamo quattro chiacchiere con alcuni escursionisti, e soprattutto con alcuni ragazzi che hanno fatto la ferrata. Sospetto che Stefano abbia voglia di tornare a rifarla!
Purtroppo nel frattempo si è rannuvolato, così verso le undici decidiamo di scendere x evitare un possibile temporale, affrontando la cresta dalla parte opposta.
E' un sentiero molto panoramico, che percorre il filo di cresta passando su gradini di roccia e roccette, divertente ma da affrontare con attenzione essendo esposto in molti punti. Un lungo tratto insomma in cui bisogna fare attenzione ad ogni passo fatto, senza distrarsi. Si giunge poi al famosissimo Passo della Vacca, un tipico intaglio nella cresta dove, a causa di una fenditura che attraversa dall’alto verso il basso l’intero Corno, la stessa si interrompe e richiede per essere attraversata un passaggio verso il basso per poi risalire in su, molto spettacolare, non difficile ma che richiede pur sempre assenza di vertigini essendo esposto. Stefano procede sicuro e mi mostra sempre il percorso migliore, una sicurezza averlo li davanti.
Proseguendo si scende su sentiero ripido, poi su un lungo scivoloso ghiaione, fino a giungere ad una sella nei pressi di una cappelletta. Da qui facciamo una breve deviazione, andando a curiosare dove c'è l'attacco della ferrata (il sospetto è ormai certezza...), e poi riprendiamo il sentiero nel bosco che ci riporta, circa alla mezza, al Terz'alpe. Dimenticavo: il saluto per nome dei gestori mi conferma che anche qui, ovviamente, Stefano è di casa!
Nel frattempo notiamo che in alto il cielo si è rasserenato e ci rammarichiamo di non aver tentato di salire anche gli altri Corni, ma per oggi va bene anche così.
Qui mangiamo ancora qualcosa ed assaggiamo le ottime torte dell' alpe, ed un buon caffè. Ci riposiamo a lungo, chiacchierando e rilassandoci. Nel frattempo il sole torna a essere velato a tratti dalle nuvole, anche se non pioverà. Poi poco dopo le 2, decidiamo di scendere, percorrendo il sentiero "spirito del bosco", un facile ed interessante sentiero, che non avevo ancora fatto, nel fresco bosco, abbellito da molte sculture in legno, divertente x tutti, soprattutto per i bambini, che ci riporta al prim' Alpe. Da li percorriamo il sent. naturalistico dello spaccasassi, nuovo anche questo per me, che ripido nel bosco si ricongiunge nell' ultimo tratto a quello di andata e ci riporta alle 3 e venti a Gajum, 4 ore e mezza di camminata.
Il tempo di cambiarsi, riporto Stefano al treno, ci ripromettiamo di organizzare ancora qualcosa insieme, ci salutiamo e si torna a casa.
Ringrazio ancora stefano58 per la compagnia e x avermi fatto da guida.
Anche oggi posso dirmi soddisfatto.
Alla prossima.
Oggi ho un nuovo compagno di escursioni, numbers.
Non è ancora salito sui Corni di Canzo, per cui ci siamo organizzati per salire l'Occidentale.
Con qualche dubbio per le previsioni meteo non bellissime e discordanti, ma proviamo lo stesso.
Arrivati a Gajum, un caffé e ci mettiamo in marcia.
Il tempo per ora è buono, qualche nuvola, ventilato e non caldo come i giorni scorsi.
Breve sosta alla Terzalpe, dove oggi non trovo Peluche ad aspettarmi, poi riprendiamo la salita.
Passando dalla Colma arriviamo alla Forcella dei Corni; altra sostina per bere e fare qualche foto, poi affrontiamo il tratto più impegnativo della salita.
Oggi non ci sono fioriture vistose sulle rocce; saliamo veloci ed in breve siamo sulla cima, 2 ore e 15 minuti da Gajum.
Ora il cielo si è rannuvolato, ma non è minaccioso per ora.
Mettiamo qualcosa sotto i denti, qualche foto, poi per non farci sorprendere da un'eventuale pioggia, cominciamo la discesa, ma con calma.
Percorriamo la cresta Ovest, passando per il Passo dell Vacca; se il tempo fosse bello, faremmo un giro più lungo, ma decidiamo di non rischiare e ci accontentiamo della salita fatta.
Facciamo una lunga sosta alla Terzalpe dove finiamo i nostri viveri, a cui aggiungiamo un'ottima torta e un caffé.
Per la discesa propongo il sentiero dello Spirito del Bosco, dove mi pare che non ci siano nuove sculture, forse una che mi è sfuggita l'ultima volta; Mario è soddisfatto anche di questo bel sentiero e fà parecchie foto.
Il tempo è piuttosto variabile, a volte si sente qualche goccia portata dal vento, torna il sole, si rannuvola ancora ...
Arriviamo all'auto soddisfatti del giro ed anche della buona compagnia.
Ora lascio la parola a Mario.
Vista da Mario numbers : IL MIO PRIMO CORNO DI CANZO
I sentieri intorno ai Corni di Canzo li ho percorsi spesso, anche se non ancora tutti, però in cima non ero ancora riuscito ad andarci. Una volta per il ghiaccio, una volta per l'eccessiva umidità che rendeva le rocce scivolose, altre volte x mancanza di tempo o perché giravo solo, non mi ero ancora arrischiato a tentare le cime. A dispetto delle quote non eccessive, sono infatti tutte e tre cime piuttosto "tecniche"(magari l'orientale un po meno), con alcuni passaggi impegnativi per escursionisti esperti, in cui bisogna stare davvero attenti. In un commento ad un'altra relazione mi lascio scappare questa mia mancanza, e Stefano58 gentilmente si offre di aiutarmi a colmare questa lacuna. Lui è un autentico cultore dei Corni, li ha saliti parecchie volte, conosce a menadito praticamente tutti i sentieri, si può dire che a Canzo è davvero di casa. Accetto volentieri il suo invito, e riusciamo a combinare per sabato 22/6, nonostante le previsioni incerte che cambiano continuamente decidiamo di provarci lo stesso.
Così ci mettiamo d'accordo, lo recupero al treno, e raggiungiamo Gajum, da cui dopo pausa caffè al bell' albergo Sorgente (anche qui Stefano è di casa!!!), poco dopo le 8 iniziamo a salire. Intanto chiaccheriamo parecchio, così da fare conoscenza.
Prendiamo il sentiero geologico Giorgio Achermann, un interessante percorso che offre numerosi tabelloni didattici esplicativi in corrispondenza dei numerosi massi, erratici e non, presenti. Si sale quasi sempre nel bosco, costeggiando un torrente che forma numerose pozze e cascatine, ed in circa 45 minuti si arriva a Terz'alpe, fattoria agriturismo, con produzione e vendita di formaggi e yogurt, molto frequentata dalle famiglie proprio xchè facilmente raggiungibile.
Poco sopra, seguiamo il sent. 5, nuovo per me, che in circa venti minuti ci conduce alla Colma di val Ravella, deviamo a sx. verso la forcella dei Corni, che raggiungiamo dopo un ripido sentiero quasi tutto nel bosco. Il sole va e viene, il caldo non è eccessivo, ma si suda parecchio, ci fermiamo ogni tanto e continuiamo a fare conoscenza, anche raccontandoci le ns. avventure.
Dopo breve pausa, iniziamo la parte più dura del percorso, puntando verso il Corno occidentale, passando tra la fitta vegetazione, aggirando le ripide pareti rocciose e giungendo a un primo canalino che si sale rapidamente aiutandosi con le mani. Poi riprende il sentiero su un pianoro erboso che conduce infine al 2° canalino roccioso, sicuramente più ripido ed impegnativo, quasi verticale. Qui mi ero fermato in una mia precedente esplorazione, non conoscendo il percorso. Oggi però Stefano che lo conosce bene, mi guida sicuro e deciso, e quasi senza accorgermi, mi ritrovo in breve sul prato davanti alla croce di vetta, dopo circa 2 ore ed un quarto dalla partenza.
Per Stefano è solo l'ennesima salita al Corno occidentale, ma per me è una nuova grande emozione, un nuovo traguardo raggiunto, un'altra cima da spuntare sulla lista di quelle ancora da fare. E con soddisfazione ed emozione mi gusto questo momento, facendo diverse foto e guardando il panorama, nonostante la foschia copra tutto con un sottile velo.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa, e scambiamo quattro chiacchiere con alcuni escursionisti, e soprattutto con alcuni ragazzi che hanno fatto la ferrata. Sospetto che Stefano abbia voglia di tornare a rifarla!
Purtroppo nel frattempo si è rannuvolato, così verso le undici decidiamo di scendere x evitare un possibile temporale, affrontando la cresta dalla parte opposta.
E' un sentiero molto panoramico, che percorre il filo di cresta passando su gradini di roccia e roccette, divertente ma da affrontare con attenzione essendo esposto in molti punti. Un lungo tratto insomma in cui bisogna fare attenzione ad ogni passo fatto, senza distrarsi. Si giunge poi al famosissimo Passo della Vacca, un tipico intaglio nella cresta dove, a causa di una fenditura che attraversa dall’alto verso il basso l’intero Corno, la stessa si interrompe e richiede per essere attraversata un passaggio verso il basso per poi risalire in su, molto spettacolare, non difficile ma che richiede pur sempre assenza di vertigini essendo esposto. Stefano procede sicuro e mi mostra sempre il percorso migliore, una sicurezza averlo li davanti.
Proseguendo si scende su sentiero ripido, poi su un lungo scivoloso ghiaione, fino a giungere ad una sella nei pressi di una cappelletta. Da qui facciamo una breve deviazione, andando a curiosare dove c'è l'attacco della ferrata (il sospetto è ormai certezza...), e poi riprendiamo il sentiero nel bosco che ci riporta, circa alla mezza, al Terz'alpe. Dimenticavo: il saluto per nome dei gestori mi conferma che anche qui, ovviamente, Stefano è di casa!
Nel frattempo notiamo che in alto il cielo si è rasserenato e ci rammarichiamo di non aver tentato di salire anche gli altri Corni, ma per oggi va bene anche così.
Qui mangiamo ancora qualcosa ed assaggiamo le ottime torte dell' alpe, ed un buon caffè. Ci riposiamo a lungo, chiacchierando e rilassandoci. Nel frattempo il sole torna a essere velato a tratti dalle nuvole, anche se non pioverà. Poi poco dopo le 2, decidiamo di scendere, percorrendo il sentiero "spirito del bosco", un facile ed interessante sentiero, che non avevo ancora fatto, nel fresco bosco, abbellito da molte sculture in legno, divertente x tutti, soprattutto per i bambini, che ci riporta al prim' Alpe. Da li percorriamo il sent. naturalistico dello spaccasassi, nuovo anche questo per me, che ripido nel bosco si ricongiunge nell' ultimo tratto a quello di andata e ci riporta alle 3 e venti a Gajum, 4 ore e mezza di camminata.
Il tempo di cambiarsi, riporto Stefano al treno, ci ripromettiamo di organizzare ancora qualcosa insieme, ci salutiamo e si torna a casa.
Ringrazio ancora stefano58 per la compagnia e x avermi fatto da guida.
Anche oggi posso dirmi soddisfatto.
Alla prossima.
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