traversata Monte Boglia, 1516, Denti della Vecchia, 1492, Capanna Pairolo, 1347
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Questa gita è fatta per il piacere di camminare. Camminare a lungo, in un luogo molto bello, sereno e distensivo, su ottimi sentieri percorribili in quasi tutte le stagioni. L’ideale per abbandonarsi ad una giornata di Bergwanderung senza orologio ma con la voglia di saliere e scendere e guardarsi attorno. C’è anche la possibilità di dividere in due gite il percorso: Alpe Bolla, Monte Boglia e ritorno oppure Alpe Bolla, Denti della Vecchia, Capanna Pairolo. Chi cerca la pace e i ritmi lenti può pensare di pernottare all’Alpe Bolla, ripartendo da li il secondo giorno diretti alla Capanna Pairolo, tanto l’itinerario ripassa a pochi minuti dall’Alpe nella discesa dal Monte Boglia.
Da Villa Luganese si prosegue in auto lungo la stradina asfaltata che porta al Grotto Monte Creda, si arriva ad un comodo spiazzo per parcheggiare con la palina che indica direttamente il sentiero per l’Alpe Bolla. Si sale in un bel bosco fresco e ripido. L’Alpe Bolla, 1129, è in una piccola conca, non seguire l’indicazione Monte Boglia ma scendere e proseguire seguendo l’indicazione Monte Bar. Dopo poco si entra in una stupenda faggeta pianeggiante che ci accompagna a lungo andando sempre più verso Lugano. Ad un certo punto il percorso scende a tornanti e raggiunge la prima delle prese d’acqua con l’indicazione Monte Boglia. Si segue una strada sterrata che porta alla terza presa ( ultima acqua fino alla Capanna ). Da li il percorso diventa un sentiero e sale al Sasso Rosso dove inizia una sequenza incredibile di scorci sul Lago Ceresio. Man mano che si sale il panorama si svela e ci si rende conto della magia del luogo. La cima si raggiunge in breve e da li si possono vedere un’infinità di laghi: due punti del Maggiore (Baveno, Verbania e il basso lago), il Lago di Lugano e altri piccoli laghi e in fondo a sinistra uno scorcio del Lago di Como. Se ci aggiungiamo parecchi 4000 e valli e cime vicine abbiamo uno spettacolo incredibile. Voltandosi si vede chiaramente il proseguo della gita, il colle sotto di noi e i Denti della Vecchia. L’indicatore della Capanna Pairolo ci informa che la giornata sarà ancora lunga. Una discesa a tornanti ci riporta nel bosco di faggio e poi ai prati del Pian di Scagn, 1174,, l’Alpe Bolla è pochi metri sotto di noi. Si riprende a salire e non per poco. Il paesaggio è sempre affascinante e sono numerose le vedute sui canaloni e sulle guglie di calcare. Sempre seguendo il crinale a poco a poco ci si porta alla base della cima più alta dei denti della Vecchia. Un colletto nel bosco (Passo Streccione, 1399) con la palina che ora ci indica la discesa e permette una sosta. La gita riserva ancora delle belle sorprese, la zona del Sasso Palazzo presenta un percorso a tratti esposto anche se sempre largo e perfettamente tenuto. Ci troviamo su di una cengia tra due salti verticali, un mondo di calcare con le sue forme barocche. Ritornati nel bosco abbiamo due possibilità: seguire a sinistra il sentiero segnalato per la Capanna oppure prendere a destra tra due massi dove una scritta indica “sentiero di cresta Sasso Palazzo”. Uno o l’altro cambia poco ma arrivati li probabilmente non freschissimi la variante non aggiunge altro se non delle belle vedute sul lago sottostante, in ogni caso il sentiero è perfettamente percorribile e ben segnato (T3) senza problemi di esposizione. La traccia GPS segue questo sentiero fino a quando si congiunge con il principale che abbiamo seguito non avendo più molta voglia di risalire per poi scendere al Passo Pairolo. Pochi passi e la Capanna Pairolo, 1347, ci aspetta con la sua acqua fresca, le torte e la balconata panoramica. Una sosta ci vuole per ritemprarsi e affrontare serenamente l’ultima discesa versa l’auto. La stradina che scende con direzione Villa Luganese dopo poco incontra una deviazione. Abbiamo scelto quella di sinistra che dopo pochi metri di prato si inoltra in un bellissimo bosco di faggio. Scendi e scendi si arriva ad una carrozzabile sterrata nel punto in cui si interrompe misteriosamente nel bosco, è lei che ci conduce con l’ultimo sforzo al parcheggio, una svolta e improvvisamente appare l’auto, si chiude un anello di vera gioia di camminare dove la fatica si è stemperata in mille cose da osservare.
Ogni frequentatore della montagna su questo itinerario può trovare ciò che cerca; una sua caratteristica è proprio la flessibilità che non a caso fa rima con libertà.
Il tempo di sette ore rispecchia un passo attento a sfruttare i tratti pianeggianti e poche pause, se la gita è fatta in gruppo meglio calcolare otto/nove ore. Se si cammina poco… meglio calcolare due giorni e godersi l’itinerario.
Da Villa Luganese si prosegue in auto lungo la stradina asfaltata che porta al Grotto Monte Creda, si arriva ad un comodo spiazzo per parcheggiare con la palina che indica direttamente il sentiero per l’Alpe Bolla. Si sale in un bel bosco fresco e ripido. L’Alpe Bolla, 1129, è in una piccola conca, non seguire l’indicazione Monte Boglia ma scendere e proseguire seguendo l’indicazione Monte Bar. Dopo poco si entra in una stupenda faggeta pianeggiante che ci accompagna a lungo andando sempre più verso Lugano. Ad un certo punto il percorso scende a tornanti e raggiunge la prima delle prese d’acqua con l’indicazione Monte Boglia. Si segue una strada sterrata che porta alla terza presa ( ultima acqua fino alla Capanna ). Da li il percorso diventa un sentiero e sale al Sasso Rosso dove inizia una sequenza incredibile di scorci sul Lago Ceresio. Man mano che si sale il panorama si svela e ci si rende conto della magia del luogo. La cima si raggiunge in breve e da li si possono vedere un’infinità di laghi: due punti del Maggiore (Baveno, Verbania e il basso lago), il Lago di Lugano e altri piccoli laghi e in fondo a sinistra uno scorcio del Lago di Como. Se ci aggiungiamo parecchi 4000 e valli e cime vicine abbiamo uno spettacolo incredibile. Voltandosi si vede chiaramente il proseguo della gita, il colle sotto di noi e i Denti della Vecchia. L’indicatore della Capanna Pairolo ci informa che la giornata sarà ancora lunga. Una discesa a tornanti ci riporta nel bosco di faggio e poi ai prati del Pian di Scagn, 1174,, l’Alpe Bolla è pochi metri sotto di noi. Si riprende a salire e non per poco. Il paesaggio è sempre affascinante e sono numerose le vedute sui canaloni e sulle guglie di calcare. Sempre seguendo il crinale a poco a poco ci si porta alla base della cima più alta dei denti della Vecchia. Un colletto nel bosco (Passo Streccione, 1399) con la palina che ora ci indica la discesa e permette una sosta. La gita riserva ancora delle belle sorprese, la zona del Sasso Palazzo presenta un percorso a tratti esposto anche se sempre largo e perfettamente tenuto. Ci troviamo su di una cengia tra due salti verticali, un mondo di calcare con le sue forme barocche. Ritornati nel bosco abbiamo due possibilità: seguire a sinistra il sentiero segnalato per la Capanna oppure prendere a destra tra due massi dove una scritta indica “sentiero di cresta Sasso Palazzo”. Uno o l’altro cambia poco ma arrivati li probabilmente non freschissimi la variante non aggiunge altro se non delle belle vedute sul lago sottostante, in ogni caso il sentiero è perfettamente percorribile e ben segnato (T3) senza problemi di esposizione. La traccia GPS segue questo sentiero fino a quando si congiunge con il principale che abbiamo seguito non avendo più molta voglia di risalire per poi scendere al Passo Pairolo. Pochi passi e la Capanna Pairolo, 1347, ci aspetta con la sua acqua fresca, le torte e la balconata panoramica. Una sosta ci vuole per ritemprarsi e affrontare serenamente l’ultima discesa versa l’auto. La stradina che scende con direzione Villa Luganese dopo poco incontra una deviazione. Abbiamo scelto quella di sinistra che dopo pochi metri di prato si inoltra in un bellissimo bosco di faggio. Scendi e scendi si arriva ad una carrozzabile sterrata nel punto in cui si interrompe misteriosamente nel bosco, è lei che ci conduce con l’ultimo sforzo al parcheggio, una svolta e improvvisamente appare l’auto, si chiude un anello di vera gioia di camminare dove la fatica si è stemperata in mille cose da osservare.
Ogni frequentatore della montagna su questo itinerario può trovare ciò che cerca; una sua caratteristica è proprio la flessibilità che non a caso fa rima con libertà.
Il tempo di sette ore rispecchia un passo attento a sfruttare i tratti pianeggianti e poche pause, se la gita è fatta in gruppo meglio calcolare otto/nove ore. Se si cammina poco… meglio calcolare due giorni e godersi l’itinerario.
Tourengänger:
apv

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