Gridone (2188 m) per l’antico sentiero sul Rio di Cavaglio


Publiziert von tapio , 22. April 2011 um 08:11.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:20 April 2011
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Gridone 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 1747 m
Abstieg: 1747 m
Strecke:Cavaglio San Donnino (501 m) - sentiero basso per Arnascio - direttissima verso Le Biuse - Le Biuse - Tre Confini - A.Spoccia - A.Quadra - Testa Fontai - Gridone, vetta (2188 m) - ritorno per la stessa via fino alle Biuse, poi Olzeno - Cavaglio San Donnino
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Si arriva a Cavaglio San Donnino imboccando da Cannobio la SP 75 della Valle Cannobina. Al ponte per Cavaglio salire a destra. Ampio parcheggio all'entrata del paese.
Kartennummer:Cartina Zanetti 1:30000 n.54 Parco Nazionale Valgrande

Come titolo è un po’ ellittico, ma in sostanza dà l’idea di quanto percorso, quantomeno nel primo tratto di questa escursione.

Parto da Cavaglio San Donnino alle 7.00 e, tagliando in due il paese verso la montagna, mi dirigo all’inizio del sentiero ufficiale che porta verso Olzeno. Percorsi pochi metri lo abbandono, ed imbocco, come da programma, un’esile traccia che si stacca verso destra in pianura. Si tratta del sentiero, ormai dimenticato, che costeggia dall’alto il Rio Cavaglio, mantenendosi sempre circa 200 metri sopra il fiume, e che collega le varie cascine diroccate, perse nella vegetazione che si è ripresa il territorio. Dopo non molto comincio a notare i primi bolli rossi, segno che una seppur piccola frequentazione permane tuttora. La traccia, almeno nella prima parte, procede idilliaca tra saliscendi poco accentuati, con alcuni spiazzi, in uno dei quali ho la fortuna di poter ammirare degli insperati narcisi selvatici. Presto però il sentiero comincia ad affrontare dei guadi sui torrenti laterali, in cui la pendenza si fa più accentuata e la traccia, seminascosta dalle foglie e resa viscida dall’acqua, diventa man mano più impegnativa. Ai bolli rossi si uniscono ora anche dei segni azzurri, seguiti più tardi da altri di colore blu scuro. Più volte smarrisco la traccia, ma la ritrovo sempre, data l’abbondanza e la frequenza dei segnali. In un attraversamento di un rio laterale avrebbe fatto comodo una corda per il tratto in discesa, ma non avendola, ne faccio a meno e in un modo o nell’altro supero l’ostacolo. I manufatti umani, scalini, intagli, muri a secco, resistono perfettamente all’attacco del tempo; certo, nei secoli passati, la fatica, l’abilità, l’onestà costruttiva ed il duro lavoro avevano un unico obiettivo: la durata. I nostri avi sapevano come fare…

Nei pressi di un macigno dotato di bollo rosso, i segni spariscono. Perdo un’ora nella ricerca del successivo: niente da fare, provo in alto, in basso, a mezza costa, giro tutta quella porzione di bosco. Ci sarebbe la traccia più logica, in leggera discesa, continuazione “a senso” dei tre bolli precedenti, con anche dei segni delle antiche umane frequentazioni (sassi “riportati” per facilitare il passaggio), però non mi fido. In realtà la percorro per un po’, è anche fattibile, ma mancano del tutto i segni di vernice. Né rossi né azzurri né blu. Non conoscendo affatto questo sentiero, prendo la decisione che covava già prima di partire: nel caso di difficoltà avrei optato per la direttissima, con la convinzione che 400-500 metri sopra di me avrei incrociato il sentiero ufficiale, la carrozzabile che da Olzeno porta all’Alpe Spoccia.

La decisione si rivela ben presto “complicata”. Riporto qui per completezza la definizione di T6, visto che alla fin fine proprio di questo si è trattato: generalmente senza traccia, passaggi d'arrampicata fino al II grado. Di regola non segnalato. Terreno spesso molto esposto, versanti erbosi e rocciosi molto delicati, ghiacciai con rischio di slittamento.

A parte i ghiacciai, il resto è esattamente quello che mi sono trovato davanti: bosco con roccia quasi mai aggirabile, in un caso anche uso abbondante della forza per salire, nessuna traccia, ripido senza mai lasciare la presa, arrampicata inevitabile.

Comunque ad un certo punto, dopo varie vicissitudini, intravedo un cinghiale e sopra di lui un edificio ben conservato. Poi un altro, mi riposo un attimo, salgo ancora (qui i faggi hanno preso il posto di castagni e noccioli) e più in alto la pendenza si stempera; compaiono altre cascine e poi sul prato superiore noto la bandierina blu con le dodici stelle: il tripudio è grande, sono alle Biuse!

Qui, per farla breve, nonostante le 4 ore già passate nelle difficoltà, decido di investirne altre 3 per salire, come da programma, al Gridone. Nessuna difficoltà ulteriore, se si esclude il superamento di alcune lingue di neve inaspettate in prossimità della cima. La neve è però abbastanza dura, e quindi anche senza ramponi riesco a tracciare dei bei gradini che saranno molto utili per il ritorno. Dall’Alpe Quadra in su, frattanto, il cielo si rannuvola parzialmente e il vento, prima totalmente assente,  mi convince a coprirmi (anche guanti e berretto). In ogni modo, dopo 7 ore e 15’ dalla partenza, guadagno la vetta del Gridone (2188 m), mai sofferta come oggi. Il vento e l’orario (sono le 14.15) mi inducono a non tergiversare, mi fermo solo il tempo di rifocillarmi brevemente e poi attacco velocemente la via di discesa, un po’ su cresta (per evitare alcuni accumuli) e un po’ direttamente sulle predette lingue di neve. Arrivato nei pressi della Sorgente del Fornale la neve, almeno dal sentiero, sparisce e quindi posso tenere un discreto passo. Mi fermo un attimo all’A.Quadra (qui riappare anche il sole) per un panino e una birra, e poi giù per la stessa via di salita fino alle Biuse. Proseguo poi sul sentiero classico e via Olzeno raggiungo in breve Cavaglio, in 3 ore e mezza dalla cima del Gridone.

Le mie montagne del cuore, Zeda, Vogorno e Gridone, nel corso di questi primi 4 mesi del 2011 le ho già raggiunte: il loro magnetismo forse per un po’ mi lascerà tranquillo?

 

Dettaglio tempistica e difficoltà:

Cavaglio - fine del sentiero segnato: 2 ore - T4

Ricerca della continuazione del sentiero: 1 ora

Fine del sentiero segnato – Le Biuse: 1 ora - T6 II

Le Biuse – Gridone: 3 ore e 15’ - T3

Gridone – Cavaglio San Donnino: 3 ore e mezza – T3 e poi T2


Tourengänger: tapio


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Kommentare (2)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 23. April 2011 um 16:12
Giro molto bello, con degli imprevisti che hai superato egregiamente, credo per l'ottima conoscenza della tua zona. Non so quanti "foresti" avrebbero saputo improvvisare le alternative che hai intraprese.
Complimenti e, visto che ci siamo, Buona Pasqua
Giulio

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. April 2011 um 18:22
Grazie Giulio per i complimenti!
Le alternative intraprese le ho superate anche con un po' di fortuna, se avessi trovato un muro verticale senza appigli a quest'ora forse sarei ancora lì a cercare il passaggio...
Comunque, in barba a quanto dichiarato nell'ultima frase, quando vorrai provare a gustarti le meraviglie del Gridone, fammi un fischio...
Ciao e Buona Pasqua anche a te,
Fabio


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