Punta della Sabbia (2957 m) dal Vallone di Ban - Skitour
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tapio: La Cusio Gang cava dal cilindro un’ulteriore, memorabile scialpinistica, di quelle da ricordare a lungo. Con
ciolly,
alexsky, e Giuseppe partiamo da Riale al limite del congelamento e ci dirigiamo verso la diga del Lago di Morasco. Dopo esser saliti oltre il muraglione a Sud del Lago, lo costeggiamo con qualche saliscendi fino ad arrivare nei pressi del Rio di Ban. Risaliamo il pendio in direzione WSW, ci addentriamo nel canale e lo percorriamo, chi con rampanti e chi con ramponi. Quando la pendenza si fa più elevata, passiamo tutti ai ramponi. Verso la fine del canale, la pendenza ridiventa accettabile e si possono rimettere gli sci. Attorno ai 2580 m, dopo uno spostamento leggermente pronunciato in direzione del Corno di Ban, al di sotto del crestone roccioso che scende in direzione ESE dalla Punta della Sabbia, riguadagniamo la parte superiore del suddetto crestone verso N e poi continuiamo la salita verso la vetta. Arrivati al punto del deposito sci, al quale io arrivo un po’ attardato, ci attrezziamo tutti quanti con ramponi e sci sullo zaino (quindi non si deposita proprio niente). Il terzetto di testa mi precede segnando la via, su un bel pendio, definito, dai miei compagni più esperti, attorno ai 45°. Arrivato sulla cresta corniciosa che unisce la Punta della Sabbia al Monte Immel, in prossimità del P.2883 mi accorgo che la permanenza dei tre in vetta è durata lo spazio di un attimo. Procedo ancora un po’ con il traverso, a debita distanza dalla cornice ed attento altresì al pendio alla mia sinistra (una scivolata qui non potrebbe essere raccontata). A circa 25-30 metri dalla vetta vengo raggiunto dalla Cusio Gang che, sferzata dal vento, e con gli sci ancora sullo zaino, mi sconsiglia di proseguire (cosa che non avrei fatto comunque, per non attardare ulteriormente il gruppo). La vetta è molto vicina, ma non è un problema fermarsi, anche perché ci aspettano lunghe operazioni propedeutiche alla discesa. In mezzo a insistenti raffiche di vento togliamo le pelli, i ramponi, e prepariamo l’assetto da discesa.
ciolly mi conferma che, con prudenza, è nelle mie possibilità sciistiche scendere con gli sci dal pendio a 45° che precedentemente abbiamo percorso a piedi, anche perché di POLVERE IMMACOLATA si tratta.
Fatto il traverso con circospezione, arriva il momento della prima curva (sempre la più difficile, poi con questa ripidità…). Tutto bene, prendo fiducia ed il ripido pendio si addolcisce tra belle curve. La neve rimane per un bel po’ polverosa, poi un tratto di laida crosta e poi nel canale ridiventa bella, anche se non la si può più definire polvere. Sulle sponde del Lago di Morasco tocca risalire un pochino e poi, con il gruppo nuovamente sgranato, scelgo di raggiungere Riale rimanendo sulla destra orografica del Toce, restando il più possibile attorno alla quota 1800, per poi concedermi le ultime curve ed arrivare sulla pista di fondo in prossimità dell’auto.
Ringrazio ciolly e la CG per la grande giornata di montagna. Personalmente la gita odierna (cinquantesima scialpinistica per me) rappresenta un deciso passo avanti rispetto al passato, e con loro non si può che migliorare.
ciolly:Era da parecchio tempo che avevo intenzione di avventurarmi in questo angolo semi sconosciuto della Formazza, che conta davvero sull'unghia il numero dei pochi visitatori in tutto l'arco dell'Anno, infatti, anche l'accesso "normale" estivo al Vallone di Ban (qui si chiama quasi tutto Ban) che si stacca dall' alpe Nefelgiù, viene nominato " La Scala del Diavolo", lasciando così pochi dubbi a che tipo di percorso si tratti.
L'ingresso dal canale che parte dal Lago Morasco nella bella stagione è praticamente impossibile da superare in quanto, oltre che esposto a scariche di sassi, alcuni salti e lisce piodate bagnate non consentono l'accesso, invece d'inverno, con la neve, tutto si copre uniformemente e come d'incanto si crea anche questo "effimero" passaggio.
Sono 3/400 metri di ampio canale, un po' più ripido a metà, ma al massimo intorno ai 40°.
Quando si giunge nella conca del Vallone, di colpo tutto si apre e si scorgono in vari settori numerose belle possibilità di Sci Ripido (ma non troppo) tanto che dai forti Skialper nostrani, la zona ha assunto il nome del "Giardino Segreto".
Questi percorsi fino al decennio scorso non venivano nemmeno presi in considerazione, poi con la forte evoluzione degli ultimi anni, a cui anche internet ha dato un fortissimo contributo, ecco che di colpo sono diventati dei bellissimi e conosciuti itinerari di nicchia.
Così, La Punta Sabbia, l'Immel, la Punta Morasco e anche il Vallone, sono diventati bersaglio di affascinanti percorsi scialpinistici in un fantastico ambiente magico, e l'effetto di vuoto che lascia il sottostante lago rappresenta già da solo un incredibile biglietto da visita.
Questa volta, favoriti anche dalla fantastica polvere, abbiamo deciso in maniera univoca alla conquista della Punta della Sabbia, quella che nonostante la ripida ed esposta parte finale, a mio giudizio, consente la più soddisfacente sciata, ancora nel limite dello stile classico, con ampi curvoni in spazi aperti... poi la polvere, che qui c'è sempre, ha dato quel giusto tocco in più.
Abbiamo (la C.G.) preferito evitare la discesa con gli sci dei 30metri della pala finale, perchè alcuni lastroni sovrapposti di neve ventata non davano la giusta sicurezza, ma dopo questa... solo MAGIA!
alexsky:per mè è la seconda volta nel "giardino segreto" ma non l'ultima fin che resta incontaminato. questo posto assieme alla confinante conca del ghiacciao di bann (un pò piu frequentata ma non troppo), sono state per mè una scoperta. come lo è stato trovare un ghiacciao ancora ben conservato, almeno fino a qualche anno fà.sono posti che meritano di essere visitati.
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