P.ta di Valrossa o Rotentalhorn (2968 m) da Riale di Formazza
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Dopo la canicola settimanale, la voglia di fresco è tanta, l’alta Valle Formazza fa il caso mio; escludo la zona dei Sabbioni a causa del sovraffollamento e opto per la Punta di Valrossa.
Parto da Riale, ancora deserta, alle 8:00 con un’accettabilissima temperatura di 15°, ma nel primo tratto di salita capisco subito che non sarà una giornata fresca…in compenso le condizioni meteo sono meravigliose, nemmeno una nube all’orizzonte. Raggiunto il rif. Maria Luisa, salgo a dx, riferimento cippo commemorativo (assenza totale di indicazioni) e mi inoltro nella splendida Valrossa, dopo aver rabboccato la borraccia alla fontana. Raggiungo alcuni escursionisti che hanno le idee poco chiare sul da farsi e guado il torrente portandomi sul lato sx, qua ho la folgorante idea di seguire una traccia che sale ripida, quando capisco che conduce alla dorsale tra la Valle delle Marmotte e la Valrossa è troppo tardi, quindi decido di rimanere alto senza perdere quota percorrendo il fianco scosceso e instabile del Corno Mutt, fino ad intersecare il sentiero proveniente dal basso. In questo tratto mi si presenta una scena incredibile, un giovane camoscio sceso incautamente per abbeverarsi non si accorge di me, riesco addirittura ad avvicinarmi a lui fino a una decina di metri, quando grazie al suo fiuto percepisce la mia presenza e fugge confuso, le cose mi sono chiare quando mi accorgo il motivo del singolare incontro, che riguarda la mancanza di un occhio da parte dell’ungulato, cosa che l'ha reso vulnerabile. Proseguo l’ascesa senza problemi fino a quota 2600 m quando, a causa della mancanza di allenamento inizio a rallentare il passo, in effetti quest’estate ho tralasciato la montagna per la bici da corsa, un ritorno di fiamma dopo quasi vent’anni di inattività, ma il motivo principale è il caldo torrido odierno, nemmeno un refolo d’aria, inoltre la conformità morfologica aumenta l’effetto calorico, gli ultimi 300 metri diventano veramente penosi, in compenso a causa della lentezza riesco a trovare il lato positivo, apprezzando quanto sia interessante e particolare questo ambiente d’alta quota, dove regna il colore monocromatico costituito da ghiaia e terra, senza la presenza di fauna e flora, inoltre colgo l'occasione per studiarmi l'itinerario scialpinistico per la prox stagione. Guadagnato l’apice mi riprendo al volo, alcuni scatti, una firma sul libro di vetta e via in picchiata, dove finalmente incontro un gruppo di sei escursionisti che stanno salendo, anche loro duramente provati dalla calura, tre di loro vogliono rinunciare all’ascesa, riesco a fargli cambiare idea, preannunciandogli la vastità del panorama di cui si può godere dalla cima. Giunto di nuovo in Valrossa non mi sfiora nemmeno la tentazione di salire alla P.ta d’Elgio come ho fatto le volte precedenti, tuttavia la voglia di allungare la gita e aumentare il dislivello mi stuzzicano, decido così di risalire il versante orientale della valle e scendere su terreno libero alla casa dei guardiani del Lago Toggia, in questo tratto capisco quanto sia stata buona l'idea di salire con gli sci alla P.ta d'Elgio quest'inverno, passando dalla Valrossa e non da questa parte, non ne saremmo usciti più... Attraversata la diga, risalgo al Lago Castel per poi scendere a Riale letteralmente presa d’assalto dai turisti, intanto la temperatura è salita a 26°.
Dati GPS: dislivello complessivo 1360 m
sviluppo planimetrico 17,5 Km

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