Piz di Renten (invernale) – Val Calanca
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Avevo letto alcuni rapporti su questa zona della Val Calanca, valle che apprezzo tanto, e così ho deciso di andare a….dare un’occhiata con ciaspole e ramponi al seguito. Devo subito dire che l’unica relazione in italiano fatta in inverno è quella di Roga che più sfortunato di me si era dovuto fermare a ca. 1600m causa la molta neve.
Ho seguito il percorso di molti che parte da Santa Maria in Calanca e tocca prima Dasga (che si raggiunge su comoda ma noiosa strada asfaltata) e poi Nadi. In paese, un signore, informatosi delle mie intenzioni, mi raccomandava di fare attenzione al ghiaccio più che alla neve. Infatti la nevicata recente aveva depositato pochi centimetri di neve nella parte bassa del percorso che però si era trasformata in fastidioso ghiaccio piuttosto insidioso perché non giustificava l’uso dei ramponi ma più volte aveva rischiato di…..mandarmi a gambe levate. Però dopo un pianoretto incantevole posto a ca. 1500m (forse Pian Giò?) la neve cominciava a diventare a tratti importante anche se riuscivo a procedere fino a Pian di Renten (1914m) con i soli scarponi e ghette. La parte superiore del percorso, dopo Nadi, si impenna raggiungendo pendenze ragguardevoli, è spesso esposta e alcune catene semisepolte da neve e ghiacccio, possono dare qualche conforto. Arrivato a Pian di Renten, bellissimo crocevia, attirava la mia attenzione il Piz di Russ con le sue due cime la più bassa delle quali (2126m) sembrava a….portata di mano; fortunatamente non cedevo alle lusinghe e facevo bene come si vedrà. Calzavo le ciaspole e con i miei superstiti bastoncini NON dotati di rotella mi dirigevo a Sud verso la vetta del Piz di Renten Nord, il più basso e accessibile delle due cime omonime (1973m.) Circa 60m di dislivello, una bazzecola mi sono detto! Invece c’è voluta quasi 40’ netti ed una brutale opera di “scavo” della via con le ciaspole che affondavano fino nella neve “ariosa” che salvo rare eccezioni non era per nulla portante. Una volta in vetta, voltandomi e considerando la mia opera, mi sembrava di vedere il risultato dei lavori per la Pedelombarda. Comunque giungere lì, sulla neve vergine, mi dava una immensa soddisfazione sia per esserci riuscito che per la magnifica vista che questo cocuzzolo “cenerentolo” offriva. Naturalmente subito si affollavano nella mia mente progetti “estivi” per giungere fino al Piz di Renten Sud (2000m) e per percorrere la cresta dei Piz di Russ e del Piz di Groven; tutta roba ambiziosa e da fare non certo in quelle condizioni ma in altra stagione e forse anche allora si riveleranno per me degli insuccessi, chissà. Però si sa…..i sogni, no quelli riescono sempre alla grande e se ne possono fare a iosa.
Per concludere, una discesa fatta con molta attenzione seguendo la mia traccia, o meglio il mio scavo, fino a Pian di Renten e poi il ritorno per la stessa via dell’andata fino a Santa Maria.
I tempi (per i precisi):
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Santa Maria in Calanca |
0 |
0 |
Dasga |
0:19 |
0:19 |
Nadi |
0:41 |
1:00 |
Pian di Renten |
1:54 |
2:54 |
Piz di Renten Nord |
0:49 |
3:43 |
Pian di Renten |
0:15 |
3:58 |
Nadi |
1:21 |
5:19 |
Dasga |
0:28 |
5:47 |
Santa Maria in Calanca |
0:13 |
6:00 |
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello salita 1016m
Dislivello discesa 1016m
Lunghezza totale 9.8 km
Tempo totale lordo 6h00’
Tempo totale netto 5h25’
Soste 35’

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