Lago d'Arpy e Lago di Pietra Rossa
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Il 1 novembre è forse un po' tardi per andare fino in fondo alla Val d'Aosta: il viaggio è lungo, le giornate sono corte...però pochi giorni fa abbiamo visto un servizio sui laghi di Arpy e di Testa Rossa che ci ha notevolmente intrigato. Vabbè, torneremo con il buio ma andiamo.
Il viaggio è veramente lungo ma alla fine arriviamo al Colle San Carlo, la giornata si annuncia strepitosa: non una nuvola!
Dal colle al Lago d'Arpy il dislivello è veramente minimo, attraversiamo dei magnifici lariceti che il sole e l'autunno rendono meravigliosi, qui in estate pare ci siano centinaia di gitanti ma oggi il posto è solo per noi..
Il lago è ancora avvolto dalle ultime ombre, lo costeggiamo, arriviamo al suo immissario e cominciamo a risalirlo sulla destra orografica, la pendenza aumenta e presto incontriamo la prima neve, il panorama, già incredibile alla partenza, si amplia sempre di più: Monte Bianco e Grandes Jorasses dominano la scena con la loro imponenza ma le cime attorno non sono meno belle.
Da qui il Lago d'Arpy è veramente minuscolo ma circondato dall'oro dei larici sembra un autentico gioiello.
Un ultimo risalto, ed eccoci al Lago d'Arpy, nonostante la stagione avanzata solo una piccola parte della superficie è ghiacciata, decidiamo di salire fino ad un risalto soprastante per ammirare il bacino nella sua interezza, qualche foto e ci riabbassiamo per consumare il pranzo, poi arriva l'ora di scendere, il sole si abbassa rapidamente.
In discesa ripercorriamo i nevai saliti stamane, la pendenza a tratti non è banale ma, saggiamente, ci siamo portati le piccozze per cui di problemi non ne abbiamo.
Eccoci di nuovo al Lago d'Arpy, Ci dividiamo: chi lo contorna a destra, chi a sinistra, l'acqua è immota e le montagne intorno si specchiano alla perfezione sulla sua superficie.
In breve eccoci al colle ed alle auto, il sole è già calato e la temperatura si è notevolmente abbassata, è ora di salire in macchina ed affrontare il lungo viaggio fino a casa.
Magnifica gita, in estate la difficoltà non dovrebbe superare il T2 ma ad autunno inoltrato, con la neve, un T3 ci sta tutto.
La brevità delle giornate è compensata ampiamente dalla visibilità migliore e dalla mancanza di affollamento di questi luoghi giustamente molto frequentati.
Il viaggio è veramente lungo ma alla fine arriviamo al Colle San Carlo, la giornata si annuncia strepitosa: non una nuvola!
Dal colle al Lago d'Arpy il dislivello è veramente minimo, attraversiamo dei magnifici lariceti che il sole e l'autunno rendono meravigliosi, qui in estate pare ci siano centinaia di gitanti ma oggi il posto è solo per noi..
Il lago è ancora avvolto dalle ultime ombre, lo costeggiamo, arriviamo al suo immissario e cominciamo a risalirlo sulla destra orografica, la pendenza aumenta e presto incontriamo la prima neve, il panorama, già incredibile alla partenza, si amplia sempre di più: Monte Bianco e Grandes Jorasses dominano la scena con la loro imponenza ma le cime attorno non sono meno belle.
Da qui il Lago d'Arpy è veramente minuscolo ma circondato dall'oro dei larici sembra un autentico gioiello.
Un ultimo risalto, ed eccoci al Lago d'Arpy, nonostante la stagione avanzata solo una piccola parte della superficie è ghiacciata, decidiamo di salire fino ad un risalto soprastante per ammirare il bacino nella sua interezza, qualche foto e ci riabbassiamo per consumare il pranzo, poi arriva l'ora di scendere, il sole si abbassa rapidamente.
In discesa ripercorriamo i nevai saliti stamane, la pendenza a tratti non è banale ma, saggiamente, ci siamo portati le piccozze per cui di problemi non ne abbiamo.
Eccoci di nuovo al Lago d'Arpy, Ci dividiamo: chi lo contorna a destra, chi a sinistra, l'acqua è immota e le montagne intorno si specchiano alla perfezione sulla sua superficie.
In breve eccoci al colle ed alle auto, il sole è già calato e la temperatura si è notevolmente abbassata, è ora di salire in macchina ed affrontare il lungo viaggio fino a casa.
Magnifica gita, in estate la difficoltà non dovrebbe superare il T2 ma ad autunno inoltrato, con la neve, un T3 ci sta tutto.
La brevità delle giornate è compensata ampiamente dalla visibilità migliore e dalla mancanza di affollamento di questi luoghi giustamente molto frequentati.
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