Strahlbann, cima principale (2781 m): vetta
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Apro la relazione con questo motto, “prima il cuore, poi la testa, poi le gambe”: l’ho appena sentito e lo trovo bellissimo, adatto per la Montagna ed in particolare per lo Strahlbann, per il quale aggiungerei, in fondo, anche “polpastrelli e denti”, perché questa montagna richiede “tutto”, cioè un impegno emotivo, mentale e fisico totale.
Dopo il tentativo che mi ha portato a conoscere il torrione 2751 dello Strahlbann, mi ripresento in quel di Bosco per ritentare l’attacco alla cima principale. Se il Brenna la dà come F+, da qualche parte dovrà pur esserci un passaggio che tenga fede a questa valutazione…
Fino alle placche verticali posizionate sotto la cima, rimando alla mia precedente relazione. Anzi, per la verità bisogna evitare di salire così in alto. Infatti, non più di 50 metri prima del passaggio sulle placche oblique, individuo un canalino che sale verso NW, cioè verso la cresta S dello Strahlbann.
Fin dall’inizio il canalino si presenta insidioso e ripidissimo. A una decina di metri dall’inizio trovo un cordino: la cosa da una parte mi rincuora, significa che il passaggio è giusto. Dall’altro mi fa pensare che qualcuno qui ha approntato una doppia: come al solito, io sono “all free”, quindi doppia o non doppia, proseguo, poi in discesa si vedrà.
Il canale è davvero arcigno (almeno PD e II), ogni tanto bisogna aggrapparsi anche ai ciuffi d’erba: il lato positivo, almeno dal profilo psicologico, è che è molto stretto, quindi non incute quel timore che potrebbe derivare, ad esempio, da placche lisce e senza appigli.
Nella parte superiore, con qualche roccia in più, che offre un appiglio migliore dell’erba, le cose diventano meno difficili e così eccomi alla “bocchetta” (si fa per dire) sulla cresta S.
Da qui in avanti, il livello di attenzione continua a rimanere alto (la ripidità e le pendenze sono sostenute), ma non si va oltre la F+ di brenniana memoria. Raggiungo ben presto lo sbocco delle placche (dove non avevo osato l’altra volta e dove fa bella mostra di sé un secondo cordino, segno che non erano poi del tutto elementari, quelle placche).
Seguendo sempre il filo di cresta (con lievi spostamenti sulla sinistra, raramente) raggiungo la vetta dello Strahlbann (2781 m), con la gioia nel cuore, sentendo spirar l’ambrosia. La montagna respingente mi ha accolto nei suoi anfratti, e “irradia il suo incantesimo” come il nome fa dedurre.
Contemplo e rimando la ricreazione a quota inferiore, visto che il canalino non mi lascia del tutto tranquillo. Lo passo con grande attenzione, vagliando ponderatamente ogni appoggio e ogni appiglio.
Per dirla tutta, credo (ma senza alcuna riprova) che una via più facile la si potrebbe individuare salendo ancora prima sulla cresta, in modo da evitare il canalino velenoso. Non so che difficoltà comporti, ma da uno sguardo verso il basso dato dallo spuntone a metà della cresta S (proprio leggermente a sinistra dello sbocco in cresta, dopo aver risalito il canalino) sembrerebbe fattibile, con il vantaggio di non dovere mai appoggiare il piede sull’erba ripida (come nel canalino).
Comunque, dopo la doverosa birretta (con frugale desco) a Herli, raggiungo Bann, dove al bivacco mi concedo una corposa pausa riuscendo a gustarmi il libro fotografico che illustra la realizzazione della cascina e del bivacco stesso, scoprendo altresì interessanti chicche sul mondo dell’arrampicata.
In breve raggiungo poi Bosco, dove, dando un’occhiata verso Nord, rivedo e ripenso e rivivo le emozioni di quella magica parete verticale che ormai mi sono lasciato alle spalle…
Tempi di percorrenza: 7 ore. Andata: 4 ore. Ritorno: 3 ore

Kommentare (25)