Zuccone Campelli 2159 m-Cima di Piazzo 2057 m e Sodadura 2010 m
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Sono in ferie, ne ho una vagonata da smaltire e oggi come non approfittare di una giornata così spettacolare. Purtroppo il mio problema auto o meglio guida è ancora da risolvere (penso sia una cosa senza speranza però!) per cui non mi allontano troppo.
Allo Zuccone Campelli ci sono stata parecchie volte ma mai con una giornata di sole pieno, vediamo se oggi è la volta buona!
Lascio la smartina a Moggio e salgo alla Bocchetta di Pesciola, mentre salgo un piccolo banco nuvoloso mi passa sopra la testa, la cosa mi fa pensare, vuoi vedere che l’unico angolo d’Italia con nuvole è questo qui?!?! Un po’ com’è successo per anni quando, invano, tentavamo la traversata Rifugio Curò-Rifugio Coca. Dopo vari tentativi siamo riusciti a farla con il bel tempo solo la volta che eravamo saliti per fare altro e non avendo trovato le condizioni giuste avevamo ripiegato sulla traversata.
In ogni caso è un falso allarme. Le nuvole si dissolvono velocemente e per il resto della giornata sole, sole, sole con temperature ideali per camminare.
Dalla Bocchetta di Pesciola proseguo con il Sentiero degli Stradini e quindi cima dello Zuccone Campelli. Bella sosta, voglio godermi questo panorama finalmente. Fino a qui le gambe hanno risentito della scarpinata di ieri ma dopo la sosta Camilla (tortina) mi sento rivitalizzata e proseguo per la Cima di Piazzo che non ho mai salito senza neve. Altra sosta, poi scendendo per cresta decido di salire anche la Sodadura e completare il giro che avevo in mente da tempo. Su ogni cima mando un sms a Marco per tranquillizzarlo, anche se penso che si preoccupi di più quando sono in macchina che non in montagna!
Sulla Sodadura faccio una lunga pausa pranzo con pisolino e poi scendo al rifugio Cazzaniga dove il gestore mi svela il mistero dell’assenza di gente in giro. Dopo mesi che la funivia di Artavaggio pubblicizzava la chiusura settimanale, oggi, viste le previsioni ottimali, è rimasta aperta, ma, la gente non sapendone nulla non ha potuto sfruttare l’occasione. Boh! Mi sembra un po’ un errore chiudere già adesso in settimana, almeno fino all’inizio delle scuole potrebbero fare uno sforzo. Famiglie con bambini non possono pensare di salire a piedi.
Come al solito la chiacchiera con il rifugista si prolunga. Faccio conoscenza con il simpaticissimo nipotino che già dà informazione sui percorsi come fosse un veterano e poi mi avvio in discesa lungo il vallone. Anche questa volta non azzecco il bivio e arrivo quasi alla malga dei Campelli, poco male, prendo la sterrata verso sinistra e senza più sbagliare trovo l’imbocco del sentiero che scende nel vallone. Da qui mi riattacco alla discesa classica dai Piani di Artavaggio.
Bellissima giornata anche se amo poco, a differenza di tanti di voi, camminare da sola.
Allo Zuccone Campelli ci sono stata parecchie volte ma mai con una giornata di sole pieno, vediamo se oggi è la volta buona!
Lascio la smartina a Moggio e salgo alla Bocchetta di Pesciola, mentre salgo un piccolo banco nuvoloso mi passa sopra la testa, la cosa mi fa pensare, vuoi vedere che l’unico angolo d’Italia con nuvole è questo qui?!?! Un po’ com’è successo per anni quando, invano, tentavamo la traversata Rifugio Curò-Rifugio Coca. Dopo vari tentativi siamo riusciti a farla con il bel tempo solo la volta che eravamo saliti per fare altro e non avendo trovato le condizioni giuste avevamo ripiegato sulla traversata.
In ogni caso è un falso allarme. Le nuvole si dissolvono velocemente e per il resto della giornata sole, sole, sole con temperature ideali per camminare.
Dalla Bocchetta di Pesciola proseguo con il Sentiero degli Stradini e quindi cima dello Zuccone Campelli. Bella sosta, voglio godermi questo panorama finalmente. Fino a qui le gambe hanno risentito della scarpinata di ieri ma dopo la sosta Camilla (tortina) mi sento rivitalizzata e proseguo per la Cima di Piazzo che non ho mai salito senza neve. Altra sosta, poi scendendo per cresta decido di salire anche la Sodadura e completare il giro che avevo in mente da tempo. Su ogni cima mando un sms a Marco per tranquillizzarlo, anche se penso che si preoccupi di più quando sono in macchina che non in montagna!
Sulla Sodadura faccio una lunga pausa pranzo con pisolino e poi scendo al rifugio Cazzaniga dove il gestore mi svela il mistero dell’assenza di gente in giro. Dopo mesi che la funivia di Artavaggio pubblicizzava la chiusura settimanale, oggi, viste le previsioni ottimali, è rimasta aperta, ma, la gente non sapendone nulla non ha potuto sfruttare l’occasione. Boh! Mi sembra un po’ un errore chiudere già adesso in settimana, almeno fino all’inizio delle scuole potrebbero fare uno sforzo. Famiglie con bambini non possono pensare di salire a piedi.
Come al solito la chiacchiera con il rifugista si prolunga. Faccio conoscenza con il simpaticissimo nipotino che già dà informazione sui percorsi come fosse un veterano e poi mi avvio in discesa lungo il vallone. Anche questa volta non azzecco il bivio e arrivo quasi alla malga dei Campelli, poco male, prendo la sterrata verso sinistra e senza più sbagliare trovo l’imbocco del sentiero che scende nel vallone. Da qui mi riattacco alla discesa classica dai Piani di Artavaggio.
Bellissima giornata anche se amo poco, a differenza di tanti di voi, camminare da sola.
Tourengänger:
cristina

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