Grigna Settentrionale (2409m) via Cresta Piancaformia e traversata nord-sud
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |

Così mi apposto su una roccia appena prima del punto dove il sentiero della Cresta si congiunge con quello di valle percorso dagli amici, attendendo il loro arrivo. Dopo un quarto d'ora circa intravedo in lontananza prima Gabri e poi Alberto; poi però il tempo passa e non accade nulla, o meglio transitano numerosi escursionisti che vengono dal Bogani ma non i miei soci. Comincio ad avere un sospetto, che si rivela esatto quando due escursionisti che passano sotto di me commentano di qualcuno che è evidentemente bloccato in qualche punto critico che esiste anche sul percorso di valle. Così ho la conferma che Max è rimasto impanatanato in qualche passaggio di quelli che ama tanto, dove può mostrare al meglio le sue doti di Elefante delle Alpi (devo dire che il soprannome dato dal Bradipo è piuttosto centrato, he he he). Ma mentre inizio a scendere per vedere di persona la situazione, ecco che i soci spuntano da una curva, ed anche Max è presente; ovviamente da qui in poi le battute del Bradipo sull'accaduto, filmato come di dovere, si sprecano. Raggiungiamo in breve la vetta con visuale quasi nulla; sosta pranzo e poi, dopo qualche resistenza, convinciamo Alberto a scendere per la direttissima invernale; breve sosta al Comolli- Riva Girani, birretta al Pialeral e rientro veloce da lì in giù (anche il Bradipo è sceso a manetta, incredibile ma vero). Arrivati a Balisio, via a Moncodeno a riprendere la seconda auto e da lì verso Lecco scendendo via Esino-Varenna.
Morale, dal mio punto di vista: la traversata è una cosa un pò particolare, non credo la ripeterei ma solo per motivi organizzativi (2 auto e quasi 2 ore per i trasferimenti), ma certamente la salita della Cresta Piancaformia in periodo autunnale e con la giornata giusta è senz'altro da considerare.
Ed ovviamente un grazie ai soci per la bella giornata in allegria.

L’obbiettivo era percorrere la Cresta Piancaformia ma visto che nessuno di noi ha impegni particolari per la sera propongo agli amici di lasciare una macchina al Balisio per poter scendere dal versante del Rifugio Pialeral, cosi Gabri si farà subito un tour completo del Grignone, comunque resto dell’idea di Ivan che la traversata richiede troppo impegno e tempo con la logistica; calcolare un’ora in più di viaggio con strada impegnativa.
Per la descrizione dell’itinerario nulla da aggiungere a quanto già detto da Ivan, bella e non impegnativa la cresta Piancaformia; peccato per l’abituale foschia agostana sulla Grigna.
Un Grazie di cuore ai compagni di escursione che hanno pazientato nell’attendere che l’elefante delle alpi superasse quell’immane sassolino al quale hanno fatto già riferimento gli amici.
Nel complesso giornata molto positiva passata in allegria con dei cari amici.
The Bradipo is working for you
Vista da Alberto: Max mi propone un giro ad anello in zona Grigne con salita tramite cresta Piancaformia.....tranquilla,non vi sono problemi.....mi rassicura ma.....vado in farmacia ad acquistare 1 kg. di vasellina e in un negozio di articoli sportivi per un po di sciolina (questa va bene quando si struscia il posteriore sulla roccia).
Sicuro di prenderlo in quel posto,mi sono attrezzato,giustamente: poi mi fa il prognostico ore....sì,con la fantasia si arriva ovunque e io gli aggiungo una buona mezz'oretta,quindi calcolo ore 3,30 alla vetta.
Ritrovo a Bione con Ivan e Gabriele+Suni alle 7,00 (orario elastico calcolato sul fatto che siamo vicini.....ma non sul resto.....: meglio partire un'oretta prima onde evitare giuste tirate d'orecchio he he he!
Alle 8,15 siamo in marcia e il cammino è rinfrescato dalla meteo "nebulosa" che non fa vedere una bella mazza di panorama ma,fiduciosi (gli amici) con Bradipo menagramo,proseguono per questa nuova avventura,giungendo alla Porta di Prada: un arco di roccia naturale con un bel bus che madre natura fece,molto probabilmente,quando il mare copriva completamente queste zone.
Ritorniamo sui nostri passi e cominciamo a risalire il sentiero 19 (segnato in ROSSO) che percorre la Cresta di Piancaformia: all'inizio per un buon tratto,nulla di particolare,tracciato adeguato al Bradipo delle Alpi che non era al momento preoccupato,anche se attendeva con "ardore" l'immancabile inchiappettamento che ci si attende in questi casi.....Cresta di Piancaformia.....chissà mai cosa mi aspetta....be,nel caso sono sempre pronto a salutare e fare dietro front!
Ecco che dopo un po,la panoramicissima cresta (non per noi considerando la giornata) comincia a mostrare alcuni passaggi ostici che rendono "disagevole" il camminare al bradipo avente già un passo lento e peggiorandoglielo ulteriormente: visto dal bradipo il percorso (da EE) potrebbe essere anche un T4/T5,se poi dove il bradipo che è passato senza notevoli difficoltà,guarda i movimenti dell'Elefante delle Alpi (ultimo seguace di Annibale ancora circolante per le vette)....in difficoltà superiore,possiamo dare un buon T10 he he he.
Giunti a superare l'innesto con il percorso proveniente dal rifugio Bietti attraverso il canalone Guzzi,mi domandavo dove diavolo era l'innesto con il sentiero proveniente dal rifugio Bogani: anche perché non si vedeva una mazza e,quando mi trovo su sentieri "acrobatici" di cresta e non vedo dove sto andando,mi mette un pochino in allarme.....ma ecco che il sole foracchia le nubi,ci fa notare la cresta.....a@@@oooooo,vedo che l'esile traccia è del tutto sparita e ora si deve passare da bradipo a stambecco....la cosa non mi sfagiola,anche se Ivan rassicura (per Ivan è entrare nel mondo che più apprezza,per il bradipo è......prenderlo in quel posto!). Già qui,faccio notare che la tempistica elaborata con tanta meticolosità da mitico Max,è andata a fare inc........biiiiiiiip!!!!!......giusto per dare l'idea che i conti si fanno con la presenza dell'oste.....in questo caso del bradipo he he he!
Guardo in basso e vedo il bel sentiero,quindi scendo di alcune decine di metri,seguito da Gabriele (per mancanza di coraggio?.....strano,fin'ora ha trovato tutto semplice!!! he he he) e da Max: in breve sono sul tracciato più consolo alla mia "falcata",mentre Max.....lentissimamente sopraggiunge. Ci dice che in zona vi è un sasso da superare: io è un po di annetti che non passo di qui,vediamo,magari anno messo qualche agevolazione per far meno fatica.....o magari anno allestito un campo base per coloro che devono attendere giorni e giorni per superare tale ostacolo .....vediamo.
Ancora qualche superamento su tratto ostico e poi......me@@@d: mi chiedo perché non fanno esplodere sto macigno,realizzando un tracciato "normale"......oppure aggirandolo.....o aggiungendo un paio di zanche per agevolare il superamento di codesto ostacolo. No! Troppo semplice.....ma c'è una catena (sperando che i fischer non si stacchino come una precedente): Gabriele è preoccupato per la Suni,passata lei,i problemi sono terminati.....per Gabri.....è come se fossero passati tutti,via,come bere un bicchiere d'acqua.....ma sfiga vuole o,come normalmente capita in questi casi,comincia la "cronostoria di una giornata indimenticabile".
In questo punto si concentra tutto,questo e il cuore della gita,qui si decide la rinuncia o attendere fin che il sole è alto he he he,se è il caso di insistere per proseguire o preparare un campo base o attrezzarsi per le prossime uscite di polvere da sparo o peperoncino di Soverato per dare il giusto "impulso"......Mi ritrovo a faccia a faccia con questo blocco di roccia,è vero che la catena pare sicura,ma tendenzialmente sono abituato per ragioni di sicurezza,mettere una mano sulla roccia.
Il mio problema è nel non avere delle articolazioni elastiche,quindi non riuscire agevolmente posizionare un piede dove altri vi riescono facilmente.....oltre al mio peso non proprio piuma: Max vorrebbe salire per prima di me,si sente più sicuro se ha qualcuno dietro.....si.....però prima che sorga il nuovo sole,quindi vedendolo "leggermente" in difficoltà.....cerco di minimizzare.....mi riesce complicato,ma ci provo,gli passo davanti e gli dico di guardare dove metto i piedi. La fatica per dare slancio al mio "gracile" corpicino non è indifferente,qualche vaffa.....lo mando volentieri a chi ebbe l'idea di creare e non di agevolare il passaggio su questo tracciato e poi.....però,sono riuscito a superarlo,evitando di scivolare,provocarmi la frattura al mento,ginocchia,costole e chissà a quanti altri ossicini.
Va bene.....no,non va bene,Max? Ecco il Messner del nuovo secolo,colui che supererà questo sasso come bere un bicchier d'acqua......alla volta e da bottiglie da 5 litri he he he!
Egli si prepara davanti a questo "totem" per affrontarlo,.....ma sembrava più che altro che pregasse.....poi,appena giungeva qualcuno,subito lasciava la catena come dire: "passate avanti che io in un salto lo scavalco!!!!". Giustamente attendere il tramonto può essere affascinante,ma la giornata non era stata predisposta per ciò e quindi si cercava di stimolare Max a prendere le catene e scavalcare il macigno: i consigli del SUPREMO VICE GURU sono stati validi (più o meno.....forse più meno che + hi hi hi) al fine di poter evitare di trascorrere le ferie restanti in questo luogo.
Ora si pensa di porre una targa su questo masso con inciso: "SASSO del SUDORE" dal quale per miracolo,si è formata una fonte perenne (più o meno come quella di San Miro in val Ravella)....di sudore che potrà dissetare (forse) i prossimi viandanti he he he!
Dopo una buona mezz'ora di sosta (faccio presente che oramai abbiamo sforato alla grande e irreparabilmente l'orario da tabella di marcia) dove ho avuto il piacere di rivedere Giancarlo e Mariangela (Cai Como),riusciamo a ripartire e raggiungere Ivan,preoccupato per il bradipo!?!.....no,per Max,avendone intuito che aveva probabilmente qualche problema "logistico". Riprendendo il cammino su sentiero poco stabile,raggiungiamo le ultime catene: davanti a me una signora che ogni tanto lamentava di avere paura,mentre Max,attaccato alle catene come un poppante al capezzolo della madre,eccolo spuntare con l'immancabile sorrisone per avercela fatta e con le fantasiose battute che qualche attimo prima,manco gli passavano per la mente ha ha ha!!!!!
Ora siamo arrivati al rifugio Brioschi,sono le 13,00 pochi metri e siamo in cima alla panoramica......e nebbiosa vetta: per l'unico ad essere salito per la prima volta quassù,Gabriele,la sfiga non gli permette di godere del superbo panorama. Facciamo la sosta pranzo dove alla fine viene assaporata la torta,la grappa e il fresco liquore di liquirizia tenuto in frigorifero la notte (va giù che è un piacere).
Nel frattempo sento il piano di discesa che comprende (anche se non lo conosco) un'altra dose di vasellina che oramai ho finito nel tratto precedente: scendere per l'erto sentiero (sentiero è una parola grossa) della via invernale,ovviamente percorrendo la cresta: io sono molto propenso di scendere dal solito percorso dedicato ai bradipi,ma a tutti i costi mi si impedisce il distaccamento dal gruppo.....allora la discesa sarà luuuuuuuunga e sofferente......per gli amici che mi aspetteranno. La temperatura in vetta non è poi così alta,tanto che ci costringe (tranne il Gabri che deve avere una temperatura corporea superiore ai 60° gradi) a metterci una felpina,poi visto che bisogna scendere sul versante erto,dico che è meglio ripartire prima del dovuto,in modo tale che la mia lentezza non intralci troppo le tempistiche.
Con passo lento (purtroppo su certi percorsi in discesa sono ulteriormente più lento) discendo lo scosceso versante che nonostante tutto mi regala il piacere di vedere tantissime stelle alpine che mi accompagnano fino poco sopra al bivacco Riva e Girani dove facciamo una breve sosta e colgo l'occasione per fare delle foto al suo interno,dato che era aperto: pensate che gli amici manco si sono accorti che era accessibile,forse troppo stanchi?
Ripartiamo e scendiamo verso il Pialeral,ma prima mi voglio dissetare e conduco gli amici alla ottima acqua fresca di cui è difficile esserne a conoscenza dato che non è visibile dal sentiero e poi al rifugio per farci una birretta bella.....calda! Ripartiamo e con passo spedito ma seguendo un percorso che conoscevo io dove il cammino era più comodo rispetto al principale,perveniamo alla strada dove la camminata si fa più lesta,anche quella del bradipo che sorprende tutti,arrivando all'auto. Il problema,anche se relativo,era di non aver pensato di lasciare i miei sandali sulla mia auto,per guidare comodamente: si offre Max.....che preso il volante e per fare manovra nel parcheggio,lamentava dolori e fatica immane,osando chiedermi se l'auto avesse il servosterzo!
Capisco che abbia lasciato il 90% delle sue forse su al SASSO del SUDORE ma io il volante lo giro con il mignolo: caspita,è già tanto che abbia i cristalli elettrici,a cui preferisco quelli a manovella,ma il servosterzo......allora mettiamo le scale mobili per salire su in cima alle montagne? he he he! FORZAAAAA,che abbiamo un casino di strada per recuperare l'auto di Ivan.
Giunti nuovamente al parcheggio situato al Vò di Moncòdeno,Max era felice di lasciarmi guidare la mia "Lince delle Alpi" al ritorno......ma io lo ero ancor di più: forse ero molto più terrorizzato io mentre Max guidava la mia auto rispetto il risalire la Piancaformia hi hi hi!
Nonostante la giornata non sia stata di quelle spettacolari,come in altre occasioni,questa è stata una di quelle memorabili,grazie all'allegra compagnia e alla bella collaborazione nei casi di aiuto tecnico,un supporto che aiuta moralmente a proseguire fiduciosi lungo i percorsi meno consoli alle capacità di ogni uno di noi: di questo ringrazio gli amici Ivan,Gabriele e Max.
Ciao a tutti e alla prossima!
Kommentare (11)