Finalmente il Grignone! - Piancaformia (integrale) e Carbonari
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La Grigna è un mondo a sé - questa visita al Grignone mi ha confermato quanto il suo universo sia distinto rispetto a tutto il resto.
La cresta di Piancaformia permette di assaporare la bellezza, la durezza e la fierezza del Gigante dei Laghi.
Scelta
Sono ormai due anni che dal Ticino il mio sguardo è attirato verso le Grigne. Dopo l'epica avventura in Grignetta con
debbee durante la nostra prima uscita assieme, ho studiato più volte un approccio alla sua compagna settentrionale. Siccome in questi giorni il grado valanghe è elevato oltre la linea Sonogno-Biasca colgo l'occasione per tornare nelle Orobie e soddisfare questo mio desiderio.
L'obiettivo è sicuramente la vetta. Ma la vastità e la ricchezza dei suoi versanti mi inducono a realizzare perlomeno un itinerario ad anello: la scelta ricade sulla Cresta di Piancaformia integrale in salita e sulla Ferrata dei Carbonari in discesa. Queste corrispondono anche alle due creste rispettivamente NW e SW che si vedono bene dal Ticino.
Avrei voluto partire da Rongio per poter assaporare anche i piani più bassi. Ma la giornata è ancora breve e avrei camminato inutilmente al buio. Inoltre non ho abbastanza riposo con i turni per permettermi un'uscita tanto lunga.
Quindi alla fine accetto di partire da Cainallo come tutti i cristiani: e non me ne pento. L'impegno e la concentrazione richieste non sono da sottovalutare.

La Grigna Settentrionale vista dal Ticino (dal Monte Boglia 5 giorni prima)
Piancaformia
È una delle meraviglie della Grigna.
Per percorrerla ci ritroviamo a Lugano molto presto. Io sono giù alle 04.15 e mi prendo un caffè con i colleghi della notte. Enea, mio compagno di avventura, arriva alle 04.50. Il viaggio è lungo ma le ore davanti a noi sono tante.
Con il navigatore, dopo esserci assuefatti di indicazioni per uscire da un'infinità di rotonde, risaliamo una stradina che ci porta ai parcheggi di Cainallo. Noi continuiamo e troviamo altre 2 aree di parcheggio e lasciamo l'auto nell'ultima (Vo' del Moncodeno). Quasi interamente ricoperta di neve.
Alle 07.15 ci avviamo.
Da subito si procede in un bosco di traverso sul versante est del Monte Croce. C'è un tratto con tantissime foglie secche che ricoprono sassi e radici, da prestare attenzione. Bisogna evitare di prendere la deviazione a sinistra che porta al Rifugio Bogani. Ma ci sono i cartelli. Tuttavia Enea con il suo spensierato procedere sta già andando con passo allegro al Bogani, per fortuna non mi ha staccato troppo e posso fermarlo.
Dopo il bivio si risale in pochissimo tempo alla Bocchetta di Prada e ci si affaccia al mondo delle Grigne. Compare la Valle di Prada e volendo si può anche discenderla, oppure curvare a destra verso il Monte Pilastro. Ma noi giriamo a sinistra e restiamo su quella che è un accenno di cresta, al momento boschiva. Poco dopo passiamo da una cappella. Non mi è chiaro se si tratti del Bivacco Cappella 89° Brigata. Per essere la stessa (secondo la mappa outoractive e il waypoint di Hikr) avremmo dovuto abbassarci di 50 m, cosa che non ricordo di aver fatto. Ad ogni modo ignoriamo un'ulteriore deviazione a destra, per la Porta di Prada e il Rifugio Bietti-Buzzi. Proseguiamo dritti e ci alziamo. Presto siamo fuori dai boschi e la cresta inizia a prendere forma.
Dalla Bocchetta di Piancaformia compare la neve e proseguiamo senza difficoltà. Qui è ancora possibile deviare per il Bogani. Arrampichiamo facilmente alcune rocce. Poi subentrano passaggi un po' più esposti ma ancora semplici. La brina e il verglas rendono insidiosa la roccia su tutta la cresta e dobbiamo stare molto attenti a non commettere errori.
Quando arriviamo sulla Cima di Piancaformia la nebbia si assottiglia svelandoci parzialmente la nostra meta.
L'ambiente è molto suggestivo. Noi siamo belli carichi di aspettativa sull'immediato che ci aspetta.
Ora la cresta si fa decisamente più impegnativa. I passaggi difficili se non ricordo male sono 3 e tutti evitabili.
Il primo è un piccolo ponte di roccia seguito da un muro di 3 o 4 metri, esposto ma con buone prese. Evitabile a sinistra. Io lo arrampico con cautela.
Il secondo è una grande parete da arrampicare un po' sulla sinistra. Mi ritrovo a metà a decidere di togliere i ramponi poiché non percepisco un solido appoggio. Nonostante ciò dovrei espormi troppo per i miei gusti in un singolo passaggio sprovvisto di prese per me sufficientemente sicure. Scelgo quindi di salire su misto neve e ghiaccio pochi metri a sinistra. Ma adesso sono senza ramponi! Con la piccozza in mano tentenno parecchio. Alla fine trovo il modo ma in totale impiego quasi mezz'ora soltanto per questo passaggio. Enea è invece passato avanti in un secondo. Lo ritroverò in vetta. Sa che ce la farò e a me piace essere indipendente sebbene in vetta la battutina gliela farò.
Il terzo passaggio è un'ulteriore parete da affrontare questa volta in modo frontale. Dotata di alcuni spit, la trovo molto più semplice. Brina e ghiaccio aumentano la delicatezza dei passaggi. Subito dopo c'è da disarrampicare un pochino per scendere e proseguire ma ormai le difficoltà sono terminate. Il resto della cresta è facile e su neve durissima per cui senza ramponi occorre stare all'occhio.
Sono al Rifugio Brioschi anche io! Corro a vedere la vetta e la croce. Siamo al sole sopra un mare di nebbia. Nebbia che da sud impatta sull'isolata enorme montagna per dissolversi a nord.
Ci prendiamo una lunga pausa e abbiamo il piacere di conoscere Claudio, un locale ben più avanti negli anni rispetto a noi ma molto allenato. Ci dice che è salito da Balisio e che con oggi sono 5882 per lui le ascensioni in Grigna: un giorno sì e un giorno sì direi.

Cima di Piancaformia - momento suggestivo e punto in cui la salita si fa seria
Ferrata dei Carbonari
Per me è bella quanto la Piancaformia o anche di più. Una cresta frastagliata, superpanoramica e selvaggia. Attrezzata di catene le sue difficoltà sono nettamente ridotte. Tuttavia non è banale e potrebbe essere utile una fettuccia per tenersi attaccati alle catene. Soprattutto nel punto di attacco alla sua base.
Alle 12.45 dalla vetta della Grigna inizio la discesa verso sud sul crinale spartiacque. Mi tengo lontano da una pericolosa cornice di neve. Presto una deviazione indica la via del Caminetto sulla destra: la evito proprio a causa della cornice. Forse a percorrerla in salita si potrebbe pulire la cuffia e saltare in cresta con sicurezza.
Proseguo e imbocco la via attrezzata, immediatamente successiva. Enea lascia il Brioschi solo in questo momento.
La via è un saliscendi dove si usano molto le mani, ci si cala, si risale e si ridiscende. Le catene sono molto utili. Si tocca anche una cima: il Sasso dei Carbonari. Da essa la visione sulla Grigna è spettacolare! È una bella roccia, per certi versi mi ricorda il Gran Sasso.

Scatto di Enea sulla ferrata: io sono in cima al Sasso dei Carbonari
Di nuovo giù e raggiungiamo la scaletta: una scala a pioli su una parete verticale, seguita da staffe. Qui forse è meglio attaccarsi. Noi non abbiamo usato niente ma siamo stati molto concentrati. Dal sentiero sopra il rischio di fare cadere sassi è alto.
Ora si risale ancora un poco su un colle stretto e il sentiero meno intuibile attraversa molti arbusti. Siamo di fronte al peculiare Sasso Cavallo. In modo definitivo ci abbassiamo nella grande corte del Rifugio Buzzi e seguiamo la mezzacosta fino allo stesso. La neve è dura e scivolosa e dobbiamo fare alcuni saliscendi. In totale dalla cima alla macchina guadagniamo ulteriori 200 m di dislivello.
Dal Rifugio infatti si scende e si risale alla bellissima Porta di Prada. Il percorso è al sole quindi privo di neve.
Chiudiamo poi l'anello presso l'omonima bocchetta e in poco tempo siamo alla macchina.
Grande soddisfazione!

Porta di Prada: non avevo la minima idea di trovare anche questo magnifico arco
La cresta di Piancaformia permette di assaporare la bellezza, la durezza e la fierezza del Gigante dei Laghi.
Scelta
Sono ormai due anni che dal Ticino il mio sguardo è attirato verso le Grigne. Dopo l'epica avventura in Grignetta con

L'obiettivo è sicuramente la vetta. Ma la vastità e la ricchezza dei suoi versanti mi inducono a realizzare perlomeno un itinerario ad anello: la scelta ricade sulla Cresta di Piancaformia integrale in salita e sulla Ferrata dei Carbonari in discesa. Queste corrispondono anche alle due creste rispettivamente NW e SW che si vedono bene dal Ticino.
Avrei voluto partire da Rongio per poter assaporare anche i piani più bassi. Ma la giornata è ancora breve e avrei camminato inutilmente al buio. Inoltre non ho abbastanza riposo con i turni per permettermi un'uscita tanto lunga.
Quindi alla fine accetto di partire da Cainallo come tutti i cristiani: e non me ne pento. L'impegno e la concentrazione richieste non sono da sottovalutare.

La Grigna Settentrionale vista dal Ticino (dal Monte Boglia 5 giorni prima)
Piancaformia
È una delle meraviglie della Grigna.
Per percorrerla ci ritroviamo a Lugano molto presto. Io sono giù alle 04.15 e mi prendo un caffè con i colleghi della notte. Enea, mio compagno di avventura, arriva alle 04.50. Il viaggio è lungo ma le ore davanti a noi sono tante.
Con il navigatore, dopo esserci assuefatti di indicazioni per uscire da un'infinità di rotonde, risaliamo una stradina che ci porta ai parcheggi di Cainallo. Noi continuiamo e troviamo altre 2 aree di parcheggio e lasciamo l'auto nell'ultima (Vo' del Moncodeno). Quasi interamente ricoperta di neve.
Alle 07.15 ci avviamo.
Da subito si procede in un bosco di traverso sul versante est del Monte Croce. C'è un tratto con tantissime foglie secche che ricoprono sassi e radici, da prestare attenzione. Bisogna evitare di prendere la deviazione a sinistra che porta al Rifugio Bogani. Ma ci sono i cartelli. Tuttavia Enea con il suo spensierato procedere sta già andando con passo allegro al Bogani, per fortuna non mi ha staccato troppo e posso fermarlo.
Dopo il bivio si risale in pochissimo tempo alla Bocchetta di Prada e ci si affaccia al mondo delle Grigne. Compare la Valle di Prada e volendo si può anche discenderla, oppure curvare a destra verso il Monte Pilastro. Ma noi giriamo a sinistra e restiamo su quella che è un accenno di cresta, al momento boschiva. Poco dopo passiamo da una cappella. Non mi è chiaro se si tratti del Bivacco Cappella 89° Brigata. Per essere la stessa (secondo la mappa outoractive e il waypoint di Hikr) avremmo dovuto abbassarci di 50 m, cosa che non ricordo di aver fatto. Ad ogni modo ignoriamo un'ulteriore deviazione a destra, per la Porta di Prada e il Rifugio Bietti-Buzzi. Proseguiamo dritti e ci alziamo. Presto siamo fuori dai boschi e la cresta inizia a prendere forma.
Dalla Bocchetta di Piancaformia compare la neve e proseguiamo senza difficoltà. Qui è ancora possibile deviare per il Bogani. Arrampichiamo facilmente alcune rocce. Poi subentrano passaggi un po' più esposti ma ancora semplici. La brina e il verglas rendono insidiosa la roccia su tutta la cresta e dobbiamo stare molto attenti a non commettere errori.
Quando arriviamo sulla Cima di Piancaformia la nebbia si assottiglia svelandoci parzialmente la nostra meta.
L'ambiente è molto suggestivo. Noi siamo belli carichi di aspettativa sull'immediato che ci aspetta.
Ora la cresta si fa decisamente più impegnativa. I passaggi difficili se non ricordo male sono 3 e tutti evitabili.
Il primo è un piccolo ponte di roccia seguito da un muro di 3 o 4 metri, esposto ma con buone prese. Evitabile a sinistra. Io lo arrampico con cautela.
Il secondo è una grande parete da arrampicare un po' sulla sinistra. Mi ritrovo a metà a decidere di togliere i ramponi poiché non percepisco un solido appoggio. Nonostante ciò dovrei espormi troppo per i miei gusti in un singolo passaggio sprovvisto di prese per me sufficientemente sicure. Scelgo quindi di salire su misto neve e ghiaccio pochi metri a sinistra. Ma adesso sono senza ramponi! Con la piccozza in mano tentenno parecchio. Alla fine trovo il modo ma in totale impiego quasi mezz'ora soltanto per questo passaggio. Enea è invece passato avanti in un secondo. Lo ritroverò in vetta. Sa che ce la farò e a me piace essere indipendente sebbene in vetta la battutina gliela farò.
Il terzo passaggio è un'ulteriore parete da affrontare questa volta in modo frontale. Dotata di alcuni spit, la trovo molto più semplice. Brina e ghiaccio aumentano la delicatezza dei passaggi. Subito dopo c'è da disarrampicare un pochino per scendere e proseguire ma ormai le difficoltà sono terminate. Il resto della cresta è facile e su neve durissima per cui senza ramponi occorre stare all'occhio.
Sono al Rifugio Brioschi anche io! Corro a vedere la vetta e la croce. Siamo al sole sopra un mare di nebbia. Nebbia che da sud impatta sull'isolata enorme montagna per dissolversi a nord.
Ci prendiamo una lunga pausa e abbiamo il piacere di conoscere Claudio, un locale ben più avanti negli anni rispetto a noi ma molto allenato. Ci dice che è salito da Balisio e che con oggi sono 5882 per lui le ascensioni in Grigna: un giorno sì e un giorno sì direi.

Cima di Piancaformia - momento suggestivo e punto in cui la salita si fa seria
Ferrata dei Carbonari
Per me è bella quanto la Piancaformia o anche di più. Una cresta frastagliata, superpanoramica e selvaggia. Attrezzata di catene le sue difficoltà sono nettamente ridotte. Tuttavia non è banale e potrebbe essere utile una fettuccia per tenersi attaccati alle catene. Soprattutto nel punto di attacco alla sua base.
Alle 12.45 dalla vetta della Grigna inizio la discesa verso sud sul crinale spartiacque. Mi tengo lontano da una pericolosa cornice di neve. Presto una deviazione indica la via del Caminetto sulla destra: la evito proprio a causa della cornice. Forse a percorrerla in salita si potrebbe pulire la cuffia e saltare in cresta con sicurezza.
Proseguo e imbocco la via attrezzata, immediatamente successiva. Enea lascia il Brioschi solo in questo momento.
La via è un saliscendi dove si usano molto le mani, ci si cala, si risale e si ridiscende. Le catene sono molto utili. Si tocca anche una cima: il Sasso dei Carbonari. Da essa la visione sulla Grigna è spettacolare! È una bella roccia, per certi versi mi ricorda il Gran Sasso.

Scatto di Enea sulla ferrata: io sono in cima al Sasso dei Carbonari
Di nuovo giù e raggiungiamo la scaletta: una scala a pioli su una parete verticale, seguita da staffe. Qui forse è meglio attaccarsi. Noi non abbiamo usato niente ma siamo stati molto concentrati. Dal sentiero sopra il rischio di fare cadere sassi è alto.
Ora si risale ancora un poco su un colle stretto e il sentiero meno intuibile attraversa molti arbusti. Siamo di fronte al peculiare Sasso Cavallo. In modo definitivo ci abbassiamo nella grande corte del Rifugio Buzzi e seguiamo la mezzacosta fino allo stesso. La neve è dura e scivolosa e dobbiamo fare alcuni saliscendi. In totale dalla cima alla macchina guadagniamo ulteriori 200 m di dislivello.
Dal Rifugio infatti si scende e si risale alla bellissima Porta di Prada. Il percorso è al sole quindi privo di neve.
Chiudiamo poi l'anello presso l'omonima bocchetta e in poco tempo siamo alla macchina.
Grande soddisfazione!

Porta di Prada: non avevo la minima idea di trovare anche questo magnifico arco
Tourengänger:
Michea82

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