Pizzo di Brünesc (2429 m)
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Già che mi sono da poco iscritto al network per poter commentare alcune foto, ne approfitto per segnalare e descrive una bella ascesa effettuata lo scorso week-end , e che peraltro sul sito non vanta ancora una relazione… eccola di seguito.
La meta odierna si trova in una zona a me sconosciuta, nonostante gli ormai 25 anni di “peregrinaggio” su e giù per i monti del Cantone: l’appartato mondo dell’Alpe Piètt con ascesa finale al Pizzo di Brünesc, sopra Brontallo. Come in ogni luogo sconosciuto, le sorprese sono state parecchie.
Preparando l’escursione sulla CN mi ero rassegnato a litigare tra rododendri ed ontani alla ricerca del cammino meno faticoso attraverso un accidentato sentiero che mi avrebbe dovuto portare dal fondovalle verso i pascoli di Piètt. Beh, mi sbagliavo di grosso, tanto da pensare d’aver preparato l’itinerario su una vecchia Siegfried :-) Per cominciare, mi si è invece presentato sotto i piedi un sentiero messo a nuovo (con tanto di segnavia fino a Cantone) che mi ha portato praticamente a 100 metri di dislivello dalla vetta. Altra scoperta… due nuovi (credo) rifugi, messi a disposizione dal Patriziato di Brontallo (credo)… il primo a quota 1827 m, sul Monte Spulüi, il secondo a quota 2086 m sull’Alpe di Cantone.
Parto dunque di buona lena da Brontallo ed attraverso splendidi rustici, fontane e lavatoi, passando prima per Margonègia (933 m) raggiungo i graziosi Monti di Scinghiöra (1182 m). Proseguendo in direzione di Spulüi mi rendo conto che la mia CN (tuttavia datata 2008) non è ormai più aggiornata. Come detto in precedenza, un sentiero con segnavia (a quota 1520 m ca. incrocia una strada forestale in costruzione) porta senza fatica al primo rifugio di quota 1827 m. Da qui proseguo nel bosco viepiù rado e superando una larga traversa nella roccia giungo in breve a Cantone.
Altra sorpresa… con piacere scorgo un evidente traccia che punta proprio in direzione della meta odierna. Lasciando il rifugio capisco subito che non si tratta di una traccia bensì di un bel sentiero (non ancora segnato - immagino verrà pennellato a breve) che mi permette di compiere altri 300 metri di dislivello, senza fatica proferire. Ora avvolto dalla bruma mattutina che via via si staglia di fronte a me, pervengo sotto la verticale del Pizzo di Brünesc.
Individuo dapprima il canale che mi porterà dritto in vetta, dopodiché la mia curiosità mi porta prima ad esplorare il culmine del sentiero che, noto, porta ad una bocchetta poco sopra, sulla cresta NE del Pizzo di Brünesc. Risalgo dunque gli ultimi 50 metri che mi separano dall’intaglio, ed in cima come immaginavo, un altro bel sentiero scavato nella roccia discende sull’altro versante, permettendo l’accesso all’Alpe di Brünesc (oppure collegamento con il Rifugio Fiorasca attraverso l’omonima bocchetta).
Mi godo il panorama e ridiscendo in breve all’attacco della via per la cima. Da tale punto (come del resto da Cantone) la vetta appare di difficile accesso e nemmeno semplice da individuare, in quanto si tratta di fatto di una lunga cresta dentellata (chi possiede buona vista può comunque scorgere l’ometto di vetta anche dal basso). L’edificio sommitale, grazie ad un canale/rampetta si lascia invece superare con inaspettata “facilità”. A quota 2330 m, appena sopra il citato sentiero, vi sono 2 ometti di sasso (affianco ad una roccia con venatura di quarzo), messi forse lì per segnare l’inizio della via. Si sale dunque attraverso l’evidente canale, perlopiù erboso con qualche roccetta e placca qua e là. A tratti, un quasi impercettibile sentierino di capre ne facilita la ripida ascesa, che si svolge in diagonale verso sinistra. A metà via, si scorge più in alto un ometto di sasso, che oltre ad agevolare l’orientamento, delimita di fatto l’uscita dal canale. Raggiunto l’ometto, non resta che percorrere il breve facile tratto roccioso che porta in vetta.
Visto l’orario (9:45), e siccome non ho altri obiettivi per la giornata, mi concedo un lungo riposo approfittando del sole, che poco ci ha accompagnati in questo inizio di stagione. A mezzodì firmo il libro di vetta (cima poco frequentata, noto) e, per la stessa via di salita, mi decido a ridiscendere pian piano a Brontallo, dove mi scolo una canonica birretta, avvolto nello splendido nucleo di rustici.
Note:
Vetta: un “omone” di sasso ospita il libro di vetta
Brontallo: ampia possibilità di parcheggio all’inizio del paese (ca. 20 posteggi).
E’ molto apprezzabile la rivalorizzazione del territorio che si sta attuando in questa zona (nucleo di rustici di Brontallo con percorso tematico, Monti di Scinghiòra - 2 agriturismo, demarcazione sentieri e riattazione rifugi).
Valutazione:
Brontallo - quota 2330 m ca.: T3
2330 m ca. - vetta: ho percepito un terreno T4+, ma si prenda come riferimento la guida CAS che valuta F.
La meta odierna si trova in una zona a me sconosciuta, nonostante gli ormai 25 anni di “peregrinaggio” su e giù per i monti del Cantone: l’appartato mondo dell’Alpe Piètt con ascesa finale al Pizzo di Brünesc, sopra Brontallo. Come in ogni luogo sconosciuto, le sorprese sono state parecchie.
Preparando l’escursione sulla CN mi ero rassegnato a litigare tra rododendri ed ontani alla ricerca del cammino meno faticoso attraverso un accidentato sentiero che mi avrebbe dovuto portare dal fondovalle verso i pascoli di Piètt. Beh, mi sbagliavo di grosso, tanto da pensare d’aver preparato l’itinerario su una vecchia Siegfried :-) Per cominciare, mi si è invece presentato sotto i piedi un sentiero messo a nuovo (con tanto di segnavia fino a Cantone) che mi ha portato praticamente a 100 metri di dislivello dalla vetta. Altra scoperta… due nuovi (credo) rifugi, messi a disposizione dal Patriziato di Brontallo (credo)… il primo a quota 1827 m, sul Monte Spulüi, il secondo a quota 2086 m sull’Alpe di Cantone.
Parto dunque di buona lena da Brontallo ed attraverso splendidi rustici, fontane e lavatoi, passando prima per Margonègia (933 m) raggiungo i graziosi Monti di Scinghiöra (1182 m). Proseguendo in direzione di Spulüi mi rendo conto che la mia CN (tuttavia datata 2008) non è ormai più aggiornata. Come detto in precedenza, un sentiero con segnavia (a quota 1520 m ca. incrocia una strada forestale in costruzione) porta senza fatica al primo rifugio di quota 1827 m. Da qui proseguo nel bosco viepiù rado e superando una larga traversa nella roccia giungo in breve a Cantone.
Altra sorpresa… con piacere scorgo un evidente traccia che punta proprio in direzione della meta odierna. Lasciando il rifugio capisco subito che non si tratta di una traccia bensì di un bel sentiero (non ancora segnato - immagino verrà pennellato a breve) che mi permette di compiere altri 300 metri di dislivello, senza fatica proferire. Ora avvolto dalla bruma mattutina che via via si staglia di fronte a me, pervengo sotto la verticale del Pizzo di Brünesc.
Individuo dapprima il canale che mi porterà dritto in vetta, dopodiché la mia curiosità mi porta prima ad esplorare il culmine del sentiero che, noto, porta ad una bocchetta poco sopra, sulla cresta NE del Pizzo di Brünesc. Risalgo dunque gli ultimi 50 metri che mi separano dall’intaglio, ed in cima come immaginavo, un altro bel sentiero scavato nella roccia discende sull’altro versante, permettendo l’accesso all’Alpe di Brünesc (oppure collegamento con il Rifugio Fiorasca attraverso l’omonima bocchetta).
Mi godo il panorama e ridiscendo in breve all’attacco della via per la cima. Da tale punto (come del resto da Cantone) la vetta appare di difficile accesso e nemmeno semplice da individuare, in quanto si tratta di fatto di una lunga cresta dentellata (chi possiede buona vista può comunque scorgere l’ometto di vetta anche dal basso). L’edificio sommitale, grazie ad un canale/rampetta si lascia invece superare con inaspettata “facilità”. A quota 2330 m, appena sopra il citato sentiero, vi sono 2 ometti di sasso (affianco ad una roccia con venatura di quarzo), messi forse lì per segnare l’inizio della via. Si sale dunque attraverso l’evidente canale, perlopiù erboso con qualche roccetta e placca qua e là. A tratti, un quasi impercettibile sentierino di capre ne facilita la ripida ascesa, che si svolge in diagonale verso sinistra. A metà via, si scorge più in alto un ometto di sasso, che oltre ad agevolare l’orientamento, delimita di fatto l’uscita dal canale. Raggiunto l’ometto, non resta che percorrere il breve facile tratto roccioso che porta in vetta.
Visto l’orario (9:45), e siccome non ho altri obiettivi per la giornata, mi concedo un lungo riposo approfittando del sole, che poco ci ha accompagnati in questo inizio di stagione. A mezzodì firmo il libro di vetta (cima poco frequentata, noto) e, per la stessa via di salita, mi decido a ridiscendere pian piano a Brontallo, dove mi scolo una canonica birretta, avvolto nello splendido nucleo di rustici.
Note:
Vetta: un “omone” di sasso ospita il libro di vetta
Brontallo: ampia possibilità di parcheggio all’inizio del paese (ca. 20 posteggi).
E’ molto apprezzabile la rivalorizzazione del territorio che si sta attuando in questa zona (nucleo di rustici di Brontallo con percorso tematico, Monti di Scinghiòra - 2 agriturismo, demarcazione sentieri e riattazione rifugi).
Valutazione:
Brontallo - quota 2330 m ca.: T3
2330 m ca. - vetta: ho percepito un terreno T4+, ma si prenda come riferimento la guida CAS che valuta F.
Tourengänger:
Varoza

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