Val Loana-Alpe Scaredi-Rifugio Bocchetta di Campo
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Ero stato l’ultima volta,alla Bocchetta di Campo,nel luglio 1988,undici anni prima dei lavori di recupero e restauro del Rifugio,che allora portava ancora i segni dei bombardamenti subiti durante l’ultima guerra,offrendo un’immagine quasi spettrale.
Meteo incerta,spazi di sereno alternati a spessa nuvolaglia,ma alla fine è andata più che bene.Lasciata la moto,parto in solitaria dal parcheggio della Val Loana e subito all’altezza dell’agriturismo “Le Cascine” incontro Gianfry,l’eremita della Valgrande (vedi www.nati-scalzi.org galleria foto gianfry)che sta accudendo il bestiame.Seguo la larga pista erbosa che si trasforma poi in una larga mulattierapassando dalla zona delle fornaci,dove già in tempi antichi veniva cotta la calce.Si entra quindi nel bosco,superando ripidi dislivelli su gradoni in pietra di grosse dimensioni,uscendo poi in una vegetazione di ontani e rododendri,e con un lungo diagonale arrivo all’Alpe Cortenuovo (m. 1792).Qui lascio la mulattiera principale,e per arrivare a Scaredi scelgo di passare prima dalla Cappella di Terza (m. 1870).Giunto quindi a Scaredi mi ricongiungo alla mulattiera principale che si alza a tornanti fino ad una valletta cosparsa di laghetti,e che,con un ulteriore ripido tratto,arriva all’incrocio con il sentiero Bove.
Lasciata a sinistra la direzione per il Cimone di Cortechiuso seguo quella per la Bocchetta di Scaredi che,lasciata,poco dopo,anche la deviazione per la Cima della Laurasca,raggiungo in una ventina di minuti,con alcuni saliscendi su sfasciumi.Dalla Bocchetta di Scaredi (m. 2095) il sentiero piega a destra e lambita la vetta della Cima Binà (m. 2181) segue la dorsale Val Grande Val Pogallo con un’interminabile serie di saliscendi che rendono difficile anche determinare l’effettivo dislivello percorso.Diversi tratti esposti sono attrezzati con catene.Alla fine un ripido pendio erboso,con un dislivello di un centinaio di metri,conduce alla sella della Bocchetta di Campo (m. 1994),con l’omonimo Rifugio ristrutturato da una dozzina d’anni.L’interno è molto spartano e abbastanza trascurato,del resto in linea con il precedente Bivacco Scaredi,e se qualcuno è abituato ai ricoveri svizzeri…….Davanti a me,maestoso e severo,il Pedum (m. 2111) la cui base si raggiunge seguendo un sentierino che scende a destra del rifugio,mentre il sentiero principale prosegue pianeggiante fino all'inizio delle Strette del Casè e quindi all’ancora molto lontana Cicogna.
Meteo incerta,spazi di sereno alternati a spessa nuvolaglia,ma alla fine è andata più che bene.Lasciata la moto,parto in solitaria dal parcheggio della Val Loana e subito all’altezza dell’agriturismo “Le Cascine” incontro Gianfry,l’eremita della Valgrande (vedi www.nati-scalzi.org galleria foto gianfry)che sta accudendo il bestiame.Seguo la larga pista erbosa che si trasforma poi in una larga mulattierapassando dalla zona delle fornaci,dove già in tempi antichi veniva cotta la calce.Si entra quindi nel bosco,superando ripidi dislivelli su gradoni in pietra di grosse dimensioni,uscendo poi in una vegetazione di ontani e rododendri,e con un lungo diagonale arrivo all’Alpe Cortenuovo (m. 1792).Qui lascio la mulattiera principale,e per arrivare a Scaredi scelgo di passare prima dalla Cappella di Terza (m. 1870).Giunto quindi a Scaredi mi ricongiungo alla mulattiera principale che si alza a tornanti fino ad una valletta cosparsa di laghetti,e che,con un ulteriore ripido tratto,arriva all’incrocio con il sentiero Bove.
Lasciata a sinistra la direzione per il Cimone di Cortechiuso seguo quella per la Bocchetta di Scaredi che,lasciata,poco dopo,anche la deviazione per la Cima della Laurasca,raggiungo in una ventina di minuti,con alcuni saliscendi su sfasciumi.Dalla Bocchetta di Scaredi (m. 2095) il sentiero piega a destra e lambita la vetta della Cima Binà (m. 2181) segue la dorsale Val Grande Val Pogallo con un’interminabile serie di saliscendi che rendono difficile anche determinare l’effettivo dislivello percorso.Diversi tratti esposti sono attrezzati con catene.Alla fine un ripido pendio erboso,con un dislivello di un centinaio di metri,conduce alla sella della Bocchetta di Campo (m. 1994),con l’omonimo Rifugio ristrutturato da una dozzina d’anni.L’interno è molto spartano e abbastanza trascurato,del resto in linea con il precedente Bivacco Scaredi,e se qualcuno è abituato ai ricoveri svizzeri…….Davanti a me,maestoso e severo,il Pedum (m. 2111) la cui base si raggiunge seguendo un sentierino che scende a destra del rifugio,mentre il sentiero principale prosegue pianeggiante fino all'inizio delle Strette del Casè e quindi all’ancora molto lontana Cicogna.
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