Pedum e Alpe Campo di Sopra - Valgrande
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La salita al Pedum dalla valle Loana (1250 m) con l’andata dalla bocchetta di Scaredi (2095 m) e il ritorno passando dall’alpe Campo di Sopra è il completamento del giro delle Strette del Casè fatto la domenica precedente e documentato in questa relazione.
L'avvicinamento: dalla Valle Loana alla Bocchetta di Campo
Il cartello indicatore presente nei pressi del parcheggio alla fine della strada indica per la Bocchetta di Campo un tempo di 4:15; io ho impiegato 2:30, di cui circa 1:15 fino all’Alpe Scaredi e altrettanto dall’Alpe Scaredi alla Bocchetta di Campo. A prescindere dai tempi di percorrenza, comunque soggettivi, il sentiero fino alla Bocchetta di Campo è ben segnato. Trattandosi di un percorso relativamente frequentato e documentato, mi limito a segnalare che, nel tratto tra la Bocchetta di Scaredi e la bocchetta di Campo, il sentiero presenta un breve traverso esposto sulla parete nord della Cima Binà (cavo di acciaio) e una ripida discesa sul bivacco della Bocchetta di Campo. Il dislivello in salita è di circa 900 m, con una perdita di quota nell'ultimo tratto di circa 200 m.
N.B.: rispetto al percorso con partenza da Cicogna attraverso le strette del Casè, il sentiero che parte dalla Valle Loana è molto più semplice e decisamente più breve: nel primo caso sono arrivato alla Bocchetta di Campo in circa 5:30 (riducibili se si conosce già il percorso), nel secondo in 2:30.
La salita al Pedum dalla Bocchetta di Campo
Dalla Bocchetta di Campo si scende nel fornale sottostante direttamente sotto il bivacco e ci si porta sul lato sx della valle, dove si traversa con modesti saliscendi seguendo un sentiero (ometti) ai piedi del versante NE. La perdita di quota è valutabile in circa 80m, che quindi vanno considerati nel computo del dislivello complessivo. Il Pedum visto dalla Bocchetta di Campo presenta 3 cime. La parte della montagna che appare più vicina e incombe sul fornale del Pedum è il complesso della cima Est, che a sua volta presenta 3 cime, da sx: il Bastione del Pedum, la Cima Est vera e propria al centro e la Cima Oscura a dx. In secondo piano, parzialmente nascoste, appaiono la cima Centrale e, più a dx, la Cima Ovest, che è la più alta. Si veda anche sull’ottimo sito www.in-valgrande.it la sezione dedicata a questa montagna.
Il sentiero si porta alla base della Cima Oscura, ne risale il ripido pendio rivolto versa la Bocchetta di Campo con alcuni passaggi su terreno infido, in cui anche rami e radici sono di aiuto nella progressione (le difficoltà maggiori si concentrano in prossimità dell’attacco), raggiunge quindi il colletto tra la la Cima Est (a sx) e la Cima Oscura (a dx) e traversa sul lato opposto, sfruttando una cengia affacciata sul canalone che precipita a nord. Il canalone non è visibile dalla Bocchetta di Campo perché la cima Oscura lo nasconde alla vista. La cengia dopo pochi metri si interrompe e presenta un passaggio esposto che all'andata viene percorso in discesa. Si traversa quindi in piano fino al fondo del canale, da cui inizia la ripida risalita su placche inclinate fino all’intaglio che separa la cima Centrale (a sx) dalla la cima Est (a dx). Arrivati all’intaglio tra le due cime la vista si apre sul versante sud, in questa occasione resa ancor più suggestiva per effetto delle nuvole, da cui si intravede lo strapiombante profilo del Picco del Pedum. Si risale quindi il pendio terminale su rocce con numerosi appigli. Dalla cima panorama mozzafiato sulla Valgrande e oltre ma le nubi a sud mi hanno impedito di vedere i laghi.
Dalla Bocchetta di Campo alla cima, circa 1 ora (in totale dal parcheggio 3:45, incluse le soste). La difficoltà dei passaggi secondo me è valuatibile come I grado. Non ci sono attrezzature.
Il ritorno: il percorso dal Pedum all'Alpe Scaredi passando dall'Alpe Campo di Sopra
Al ritorno, anziché ripetere la via dell'andata, ho deciso di tentare un percorso alternativo in modo da raggiungere l’Alpe Campo di Sopra: il luogo del famoso eccidio all’origine del nome delle “Strette del Casè”. Rimando per approfondimenti alla lettura di “Cronache di terra lepontina” di Nino Chiovini. Questo percorso è più impegnativo di quello dell’andata perché il terreno accidentato e la vegetazione invadente ostacolano la progressione. Inoltre non si tratta di un sentiero vero e proprio ma di tracce di passaggio che appaiono (relativamente) evidenti solo da lontano, con rari ometti a fare da segnavia. Per contro il percorso non è obbligato ma bisogna navigare a vista, sapendo dove puntare.
Sceso alla base dal Pedum, ho ripercorso il sentiero seguito all’andata fino a portarmi nei pressi della sorgente sotto la Bocchetta di Campo e raggiungere la traccia che taglia il versante di fronte al Pedum. Tagliando il pendio verso dx (NO) ho attraversato un canalone e ho raggiunto il colletto della spalla quotata 1810 m sulla Carta Nazionale Svizzera. Traversando sempre verso dx ho raggiunto una zona ingombra di grandi massi che ho disceso fino a traversare nuovamente verso dx in modo da rimanere alla base delle pareti. Arrivato in corrispondenza all’ampia insellatura prativa dell’Alpe Campo di Sopra, in discesa ho raggiunto una sorgente ai piedi di una parete. Ormai quasi in piano, ho puntato direttamente ai ruderi dell’Alpe Campo di Sopra (1605 m). Fino qui ho impiegato circa 1:45 dalla cima del Pedum.
La secolare contesa per il possesso di questi pascoli tra le comunità di Cossogno e Malesco risulta ancora più sorprendente dopo avere visto quanto siano difficili da raggiungere questi luoghi che ora non interessano più a nessuno. Per chi proveniva da Cossogno l’accesso più rapido era quello dalle Strette del Casè, più la traversata dalla Bocchetta di Campo appena descritta.
Dai ruderi un sentiero evidente prosegue attraverso i prati verso nord (con bella vista sulla cascata nei pressi dell’Alpe Boschelli) e scende fino a guadare il rio Portaiola nei pressi dei ruderi dell’Alpe La Balma (1550 m). Da La Balma (25’ dall’Alpe Campo) si prende il sentiero (segnaletica bianca e rossa) che risale all’Alpe Scaredi (1841 m) in circa 45’ (sono circa 300 metri di dislivello in salita). Dall’Alpe Scaredi si scende al parcheggio seguendo il percorso dell’andata (55').
In totale per il ritorno ho impiegato 4:20 incluse le soste, senza le soste 3.50 circa, per il giro completo 8:45 comprese le soste.
L'avvicinamento: dalla Valle Loana alla Bocchetta di Campo
Il cartello indicatore presente nei pressi del parcheggio alla fine della strada indica per la Bocchetta di Campo un tempo di 4:15; io ho impiegato 2:30, di cui circa 1:15 fino all’Alpe Scaredi e altrettanto dall’Alpe Scaredi alla Bocchetta di Campo. A prescindere dai tempi di percorrenza, comunque soggettivi, il sentiero fino alla Bocchetta di Campo è ben segnato. Trattandosi di un percorso relativamente frequentato e documentato, mi limito a segnalare che, nel tratto tra la Bocchetta di Scaredi e la bocchetta di Campo, il sentiero presenta un breve traverso esposto sulla parete nord della Cima Binà (cavo di acciaio) e una ripida discesa sul bivacco della Bocchetta di Campo. Il dislivello in salita è di circa 900 m, con una perdita di quota nell'ultimo tratto di circa 200 m.
N.B.: rispetto al percorso con partenza da Cicogna attraverso le strette del Casè, il sentiero che parte dalla Valle Loana è molto più semplice e decisamente più breve: nel primo caso sono arrivato alla Bocchetta di Campo in circa 5:30 (riducibili se si conosce già il percorso), nel secondo in 2:30.
La salita al Pedum dalla Bocchetta di Campo
Dalla Bocchetta di Campo si scende nel fornale sottostante direttamente sotto il bivacco e ci si porta sul lato sx della valle, dove si traversa con modesti saliscendi seguendo un sentiero (ometti) ai piedi del versante NE. La perdita di quota è valutabile in circa 80m, che quindi vanno considerati nel computo del dislivello complessivo. Il Pedum visto dalla Bocchetta di Campo presenta 3 cime. La parte della montagna che appare più vicina e incombe sul fornale del Pedum è il complesso della cima Est, che a sua volta presenta 3 cime, da sx: il Bastione del Pedum, la Cima Est vera e propria al centro e la Cima Oscura a dx. In secondo piano, parzialmente nascoste, appaiono la cima Centrale e, più a dx, la Cima Ovest, che è la più alta. Si veda anche sull’ottimo sito www.in-valgrande.it la sezione dedicata a questa montagna.
Il sentiero si porta alla base della Cima Oscura, ne risale il ripido pendio rivolto versa la Bocchetta di Campo con alcuni passaggi su terreno infido, in cui anche rami e radici sono di aiuto nella progressione (le difficoltà maggiori si concentrano in prossimità dell’attacco), raggiunge quindi il colletto tra la la Cima Est (a sx) e la Cima Oscura (a dx) e traversa sul lato opposto, sfruttando una cengia affacciata sul canalone che precipita a nord. Il canalone non è visibile dalla Bocchetta di Campo perché la cima Oscura lo nasconde alla vista. La cengia dopo pochi metri si interrompe e presenta un passaggio esposto che all'andata viene percorso in discesa. Si traversa quindi in piano fino al fondo del canale, da cui inizia la ripida risalita su placche inclinate fino all’intaglio che separa la cima Centrale (a sx) dalla la cima Est (a dx). Arrivati all’intaglio tra le due cime la vista si apre sul versante sud, in questa occasione resa ancor più suggestiva per effetto delle nuvole, da cui si intravede lo strapiombante profilo del Picco del Pedum. Si risale quindi il pendio terminale su rocce con numerosi appigli. Dalla cima panorama mozzafiato sulla Valgrande e oltre ma le nubi a sud mi hanno impedito di vedere i laghi.
Dalla Bocchetta di Campo alla cima, circa 1 ora (in totale dal parcheggio 3:45, incluse le soste). La difficoltà dei passaggi secondo me è valuatibile come I grado. Non ci sono attrezzature.
Il ritorno: il percorso dal Pedum all'Alpe Scaredi passando dall'Alpe Campo di Sopra
Al ritorno, anziché ripetere la via dell'andata, ho deciso di tentare un percorso alternativo in modo da raggiungere l’Alpe Campo di Sopra: il luogo del famoso eccidio all’origine del nome delle “Strette del Casè”. Rimando per approfondimenti alla lettura di “Cronache di terra lepontina” di Nino Chiovini. Questo percorso è più impegnativo di quello dell’andata perché il terreno accidentato e la vegetazione invadente ostacolano la progressione. Inoltre non si tratta di un sentiero vero e proprio ma di tracce di passaggio che appaiono (relativamente) evidenti solo da lontano, con rari ometti a fare da segnavia. Per contro il percorso non è obbligato ma bisogna navigare a vista, sapendo dove puntare.
Sceso alla base dal Pedum, ho ripercorso il sentiero seguito all’andata fino a portarmi nei pressi della sorgente sotto la Bocchetta di Campo e raggiungere la traccia che taglia il versante di fronte al Pedum. Tagliando il pendio verso dx (NO) ho attraversato un canalone e ho raggiunto il colletto della spalla quotata 1810 m sulla Carta Nazionale Svizzera. Traversando sempre verso dx ho raggiunto una zona ingombra di grandi massi che ho disceso fino a traversare nuovamente verso dx in modo da rimanere alla base delle pareti. Arrivato in corrispondenza all’ampia insellatura prativa dell’Alpe Campo di Sopra, in discesa ho raggiunto una sorgente ai piedi di una parete. Ormai quasi in piano, ho puntato direttamente ai ruderi dell’Alpe Campo di Sopra (1605 m). Fino qui ho impiegato circa 1:45 dalla cima del Pedum.
La secolare contesa per il possesso di questi pascoli tra le comunità di Cossogno e Malesco risulta ancora più sorprendente dopo avere visto quanto siano difficili da raggiungere questi luoghi che ora non interessano più a nessuno. Per chi proveniva da Cossogno l’accesso più rapido era quello dalle Strette del Casè, più la traversata dalla Bocchetta di Campo appena descritta.
Dai ruderi un sentiero evidente prosegue attraverso i prati verso nord (con bella vista sulla cascata nei pressi dell’Alpe Boschelli) e scende fino a guadare il rio Portaiola nei pressi dei ruderi dell’Alpe La Balma (1550 m). Da La Balma (25’ dall’Alpe Campo) si prende il sentiero (segnaletica bianca e rossa) che risale all’Alpe Scaredi (1841 m) in circa 45’ (sono circa 300 metri di dislivello in salita). Dall’Alpe Scaredi si scende al parcheggio seguendo il percorso dell’andata (55').
In totale per il ritorno ho impiegato 4:20 incluse le soste, senza le soste 3.50 circa, per il giro completo 8:45 comprese le soste.
Tourengänger:
atal

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