Rifugio Canva in Val Marcri – giro ad anello sotto la pioggia e la neve
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Rifugio Canva in Val Marcri – giro ad anello sotto la pioggia e la neve
Sottotitolo: “i pazzi siamo noi ….”
Il meteo ci toglie ogni speranza, sembra accanirsi sui nostri weekend …
Ma noi, malati di montagna, non ci lasciamo spaventare di certo da 4 (o forse qualcuna in più) gocce d’ acqua.
Programmiamo un giretto nella terza valle del Patriziato di Personico, che non abbiamo ancora esplorato, la Val Marcri, una cosetta da 10Km e oltre, e ben oltre 1000mt di dislvello.
Bisogna spendere qualche parola su questa vallata, abbiamo visitato la Val d’ Ambra (quella del Rif. Tecc Stevan), la Val di Nedro (nella recente escursione al Rif Portri), la Val Marcri si trova in mezzo a queste due vallate, ancora più stretta, selvaggia e apparentemente impenetrabile.
La cascata terminale della Val Marcri
Il Patriziato mantiene in questa piccola vallata ben tre rifugi aperti (Alpe Canva Q1602, Stabbio di Mezzo Q1746 e Alpe Lago Q1984 con il laghetto della Val d’Ambra), bisogna fare certamente i complimenti a questo Patriziato, oltre a gestire un bel numero di rifugi, tutti sempre aperti, ne sta aprendo ancora di nuovi.
Arrivati al ben noto parcheggio della diga della Val d’ Ambra, a 600mt, guardando verso monte di vede una grossa cascata che scende da una lunga parete rocciosa, partendo da circa 1100mt.
E’ evidente che per accedere alla vallata, che parte sopra questa cascata, si deve scarpinare e non poco.
Su Hikr ci sono i rapporti di seeger (il vero esperto-esploratore di tutte queste vallate), ed anche la bella relazione di
ale84, che è salita fino al laghetto visitando tutti e tre rifugi, è stato il mio riferimento iniziale, ma la prima parte del percorso sarebbe la stessa della salita in Valle di Nedro (Faidal, Sassan, …), per evitare ripetizioni decidiamo di salire dalla Val d’Ambra e di fare un bel giro ad anello.
Alle 08:00 lasciamo la diga, salendo in Val d’Ambra, sotto una leggera pioggerella, il Barba addirittura sale con l’ ombrello aperto (dice che con la mantella suda troppo), sembra vada a fare una passeggiata in centro .....
Poco dopo Ramlitt, c’e’ un bivio, proseguendo in piano si sale la Val d’ Ambra, passando dal Tecc Stevan e proseguendo al Passo del Gagnone verso la capanna Efra, a destra invece si sale verso Cavalum a 1125mt. Salita decisa specialmente nella parte finale, comunque alle 09:00 siamo al bel gruppo di baite is Cavalum.
Fino a quando non si arriva a Cavalum, non si capisce dove siano locate queste baite, in effetti si sale tra la montagna ed un picco roccioso, scavallando in un pianoro erboso che ospita le baite. Peccato per il tempo, anzi tempaccio, nuvole basse non ci permettono di vedere molto.
Troviamo due persone a Cavalum, che come noi hanno sfidato il meteo. Chiaccherando con loro dei rifugi della zona, per scoprire che uno di loro è il presidente del Patriziato di Personico … a cui facciamo i complimenti per la gestione.
E’ vero che alcuni di questi rifugi sono alquanto spartani, è vero che sembrano “dedicati” ai cacciatori, ma sono molti, tutti ben tenuti e puliti, sempre aperti, e con nessun obbligo economico, anche se è chiaro che se non si partecipa, mancano le risorse per la gestione.
Ci avvisa anche di una prossima apertura, ma non ricordo il nome dell’ alpeggio che si trova in Val d’Ambra, sotto il Pizzo Ricuca.
A Cavalum, proseguiamo dietro le baite salendo ripidi, in bellissimi boschi di abeti.
Piove sempre più forte e ci sono fiocchi di neve che svolazzano.
Ad un bivio, a quota 1372, bisogna proseguire diritti, seguendo a sinistra (noi lo abbiamo fatto per errore) si arriva all’ alpeggio abbandonato di Tei ed eventualmente si prosegue per il rifugio Trusp.
I sentieri sopra Cavalum sono segnati ma non marcati, ma la via si capisce abbastanza bene.
Il percorso continua a salire deciso fino a 1530mt di quota, aggirando in basso una serie di paretoni di roccia, a questa quota si entra finalmente in Val Marcri (fino a qui è Val d’ Ambra), ed il percorso segue con leggeri saliscendi.
E’ proprio come aveva scritto ale84, è una valle magicamente silenziosa, il torrente che scorre tra le pinete non è mai rumoroso.
C’e’ ancora parecchia neve, a 1530mt circa guadiamo il torrente che ovviamente è ben carico d’ acqua, oltre che essere avvolto dalla neve.
Passando sul lato opposto incontriamo il sentiero che sale da Sassan, non è facile da seguire perché ricoperto da neve anche fresca.
I sei pazzi si sono divisi in tre gruppetti di due, i primi raggiungono l’ Alpe Canva alle 11:00, i secondi alle 11:05, io ed il Barba alle 11:10, molto affaticati.
La pioggia non ha mai smesso di scendere, ora anche mista a neve.
L’ alpe Canva è un gruppetto di quattro baite, in un piano erboso , contornate sui due lati da pareti rocciose, molto bello e selvaggio.
Delle quattro baite in sasso, la seconda a destra è sistemata a rifugio.
Locale unico: c’e’ un bel camino, la stufa per cucinare, stoviglie e padelle, tavolone e panche per una decina di persone, e 6 posti letto con materassi e coperte (al chiuso), ottima fornitura di legna all’ interno e grande riserva esterna.
Bagnati fradici, ci cambiamo, accendiamo camino e stufa, in breve il locale è ben caldo, e mettiamo ad asciugare scarponi e gli indumenti che sembrano usciti dalla lavatrice …
Relax totale, è stato proprio faticoso, anche per il terreno ed il sentiero che a tratti era un ruscello.
Pranziamo in serenità, mentre fuori piove e nevica.
Alle 13:00 dopo le necessarie pulizie, è giusto lasciare pulito ed in ordine, lasciamo il rifugio con il caminetto che ancora fuma.
Ovviamente fuori pioviggina. Decidiamo di scendere seguendo il percorso di ale84, un bel giro ad anello.
Passando da quota 1530mt, vediamo nella neve le nostre orme che hanno guadato il fiume Margarasca, proseguiamo diritti, fino a quota 1361 dove si “esce” dalla Val Marcri.
Fino a qui il sentiero è stato piacevole e facilmente identificabile, e fortunatamente ha smesso di piovere.
Uscendo dalla Val Marcri, si passa a lato di un grosso paretone rocciso, il bosco diventa una grande e ripidissima faggeta.
Saranno le foglie o chissà cosa, ma perdiamo il percorso, il sentiero non si vede più, ed il bosco sotto di noi è decisamente verticale. Con il gps-tablet (con sotto la citata traccia di Ale) cerchiamo di scendere, il bosco è ripidissimo e le foglie bagnate fanno da sapone …
Ritroviamo quasi 300mt più in basso il sentiero (vi assicuro che quei 300mt in salita tagliano le gambe!), scendiamo “morbidamente” verso Sassan, ma per accorciare deviamo a destra per un sentiero poco in uso che porta vicino all’ ultimo tornate della strada che sale alla diga.
Anche qui perdiamo il sentiero, arriviamo però alla funivia merci (ottimo riferimento), ed ecco di nuovo il sentiero che scende molto ripido con molti gradini in pietra e sasso. La pendenza, i sassi bagnati e le foglie obbligano ad un passo sicuro ed attento.
Alle 15:15 raggiungiamo la strada per Faidal (misto sterrato, catrame, cemento) con un sospiro di sollievo (la discesa sui gradini sembra non finire mai, ma bisogna considerare che si perdono quasi 500mt di dislivello … non voglio neppure immaginare di farli in salita ….).
L’ ultimo chilometro in salita dal tornante alla diga lo facciamo di nuovo sotto la pioggia, dove arriviamo alle 15:20, considerato tutto un’ ottima andatura.
Ultima considerazione per il Patriziato: i sentieri in alcuni tratti (soprattutto in località Larecc, da Sassan alla funivia, il bivio a Tei sopra Cavalum) sono scarsamente visibili, qualche bollo di vernice aiuterebbe l' escursionista, anche perchè ci sono tratti molto ripidi, canaloni rocciosi e scivoli d' acqua).
Mi scuso per le scarse foto e la bassa qualità, il tempo proprio non permetteva molto di più. Ho mancato anche le foto ai passaggi più importanti, tutte mosse ...
Vista da roberto59
Il mio commento odierno e’ unicamente rivolto a delle scuse a Giorgio e al Barba; scuse dovute per non averli aspettati nell’ultimo tratto di salita alla capanna.
Da sempre ci si aspetta se qualcuno si attarda sul sentiero, questa volta, non cerco scuse, ma la tanta pioggia che cadeva, la voglia di arrivare in capanna accendere il camino e asciugarsi, Paolo e Angelo che erano avanti, io e Gimmy che seguivamo sull’unico sentiero che portava al rifugio, le tracce sulla neve lasciate da tutti noi che passavamo, hanno fatto si che a gruppetti da due si arrivasse alla capanna.
Ripeto non sono scuse ma ieri e’ andata cosi’ , siamo saliti nell’ultimo chilometro a gruppi di due, pensavo potesse andar bene, al loro arrivo ho notato che non era cosi’, mi spiace…sorry.
Per il resto tutto ok, bella escursione, sotto un’acqua torrenziale ma ne valeva assolutamente la pena.
Ciao.
Vista da brown
Domenica 6 Maggio tutte le previsioni meteo danno acqua.
ebbene si anche oggi siamo usciti.
Sulla strada dopo Lugano un acquazzone ci dava il benvenuto in confederazione e lasciava pensare a pochissime speranze di poter arrivare in capanna asciutti.
Tutti equipaggiati per la pioggia , chi con mantella o kway.
Il Barba con un'ombrello variopinto sembrava andasse a fare un giro in centro, invece e' venuto con noi.
Io questa volta ho provato a camminare senza nessuna protezione antipioggia, se non sullo zaino.
Devo dire che rispetto alla volta precedente con il kway e' stato meglio.
E' stato comunque una bella camminata, con l'unico neo la mancanza di indicazioni .
Il rifugio molto accogliente, e' stato indispensabile per darci un asciutto e caldo riparo, per poter cambiarci i vestiti e mangiare i panini riscaldati sulla stufa.
Il ritorno fortuntamente e' stato senza precipitazioni importanti, ma abbiamo dovuto fare parecchia attenzione visto che il sentiero molto ripido, era formato da molti sassi e lunghe gradinate insidiose.
Alla prossima giornata piovosa con un nuovo rifugio ..... beh ... Speriamo di no
Vista da Gimmy
Nonostante le previsioni pessime abbiamo voluto fare la nostra quindicinale uscita.
Sotto la pioggia, purtroppo, ci siamo ad un certo punto spaccati in gruppetti, e non essendo il sentiero segnato, le foglie ed il terreno bagnato, hanno contribuito al resto. Giorgio e Luciano nel pezzo finale sono rimasti indietro.
Sicuramente la pioggia copiosa che cadeva e la voglia di arrivare alla capanna x asciugarci ci hanno portato ad un comportamento un pò egoistico, e questo mi dispiace x il resto nonostante tutto è stata una escursione piacevole
ciao alla prossima
Vista da Barba43
Giornata piovosa acqua e neve in alto a catinelle ... è che a noi non ci ferma nessuno.
Certo che è più bello andare sui tremila col sole, ma i matti siamo noi che vogliamo godere oltre il limite.
Provare per credere come è bello sotto l'acqua Bèla Fresca e poi col caldo del camino che goduria, mancava solo la Belen.
Bè, scherzi a parte, a noi il tempo non ci piega, siamo una bella compagnia, al momento ci accontentiamo cosi, poi col bel tempo andremo anche noi su alte vette, mai dire mai ... le cime non si spostano e noi Maomettiani andremo alla montagna.
ciao a tutti
Il solito riassuntino:
Percorso: diga della Val d’Ambra (Q600), Ramlitt (Q788), Cavalum (Q1125), Bivio vicino a Tei (Q1372), Val Marcri lato sud (Q1530), guado sulla Margarasca (Q1526), Alpe Canva e Rifugio (Q1602), pranzo, ritorno dal lato nord (sinistro orografico), Q1361 uscita dalla Val Marcri, discesa verso Sassan, Funivia Merci per Sassan (Q950), sentiero diretto per Piotta Bella Q500, ritorno alla diga.
10.6 Km, 6:30 nette – 7:30 di orologio
Dislivello: 1150 mt assoluto, 1350 mt relativo
Partecipanti: Giorgio, Paolo, Roberto, Gimmy, Luciano, Angelo
Altre foto, diario, tracce sul nostro sito (a breve)
Girovagando
www.girovagando.net escursione # 127





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