Cima di Nimi (2191 m)
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Da qualche tempo Sky ed io avevamo intenzione di passare una bella giornata insieme sulle montagne ticinesi. Dopo aver trovato un accordo circa la data, non è stato difficile trovare una meta interessante per entrambi: la mia proposta per la Cima di Nimi incontra i favori di
Sky per cui, senza alcun indugio, si parte alla volta di Maggia.
Dopo aver parcheggiato in paese nei comodi posteggi situati a quota 340 m (più vicini alla montagna rispetto a quelli presso il fiume) percorriamo la strada che porta, verso destra, al primo cartello giallo: la nostra meta non è segnalata, ma le 7 ore date per Gordevio ci fanno intuire che, attraverso l’Alpe di Nimi oppure Malai, questo è proprio il sentiero che dovremo percorrere.
Il sentiero (se questo toponimo non fosse già riscontrabile altrove, lo chiamerei “scala santa”) sale ripido e costante, passando dalla cappella di Voipo di Sotto (476 m), dalle “cascine” – o meglio, “ville” – di Ovia (530 m), e poi, sempre con una scalinata infinita, punta verso E toccando prima Sciresa (864 m) e poi Moronzolo (1093 m). Da qui si addentra sul costone di Aiarlo ed, evitando il dosso quotato 1524, ci conduce al bel monte di Aiarlo di Dentro (Aiarn, Cürt d’Int, 1484 m).
Qui, dopo un rapido consulto, decidiamo di abbandonare ogni sentiero e di salire per via diretta nel bosco, puntando alla Cima d’Aiarlo, con l’intenzione di giungere alla Cima di Nimi dalla cresta OSO.
Il bosco è ripido, i prati soprastanti anche, ma senza alcun problema raggiungiamo la cresta un poco a sinistra rispetto alla “vera” Cima di Aiarlo (1904 m), che tocchiamo subito dopo. Da qui procediamo quasi sempre in cresta o sulla debole traccia che corre appena più in basso sul lato della Costa di Nimi (il lato opposto è innevato e fortemente scosceso), toccando entrambe le elevazioni intermedie (Cros Pizzit, 1952 m, e quella successiva, quotata 1996 m).
La scelta si rivela ottima, visto che la via “alternativa” (quella ufficiale che sale dall’Alpe di Nimi e raggiunge la Cima attraverso il Passo di Nimi) è innevata e la cresta S della Cima di Nimi in queste condizioni non sembra certo molto rassicurante.
Gli ultimi 200 metri di dislivello li percorriamo in scioltezza e giunti sulla cresta terminale superiamo con attenzione (data la presenza a sprazzi di neve) le facili placche che adducono agli ultimi due blocchi di vetta. Saliti anche questi, dopo 5 ore dalla partenza, con una decisa stretta di mano salutiamo la Cima di Nimi (2191 m) ed il paradiso circostante!
La Conca di Cansgell, sul versante N del Pizzo d’Orgnana, fa impressione, con tutta quella neve! Alle nostre spalle la fantastica visone del Poncione d’Alnasca e di tutte le magiche cime verzaschesi, davanti i 4000 vallesani, a sinistra il Lago Maggiore che, dopo la nebbia bassa del mattino, finalmente appare splendente, e a destra la Cima 2259 (ingiustamente senza nome) che copre, da qui, il Madom da Sgiòf.
Un grazie a gmonty che, con costanza ed abnegazione, ha diffuso “il verbo” di questa e delle altre belle cime della zona. Davvero meritevoli!
Restiamo sulla vetta quasi un’ora e mezza, tra vettovaglie, brindisi, piacevoli conversazioni e sguardi che corrono verso le vette circostanti; poi, senza fretta, decidiamo di scendere fino alla cima 1996 dal lato di salita e successivamente, attraverso il ripido pendio erboso della Costa di Nimi, raggiungere l’Alpe Nimi (1718 m). Questa variante ci viene “imposta” dal fatto che la cresta S della Cima di Nimi fino al Passo è innevata e ricca di placche e blocchi; quindi, per evitare guai, preferiamo il “ripido senza neve” al “meno ripido ma potenzialmente scivoloso”.
In fondo al pendio dobbiamo superare un canalino franoso; comunque, senza troppi affanni, raggiungiamo l’Alpe Nimi (1718 m). Da qui, dopo una breve pausa, prendiamo il sentiero a destra che attraverso la Pastura di Nimi ci riporta ad Aiarlo. I restanti 1144 metri di dislivello verranno percorsi senza storia in 1 ora e 20’ sulla scalinata infinita che portava i nostri avi alla rude vita alpestre di un tempo.
Con l’intenzione di ritrovarci prossimamente per un’altra bella giornata di montagna ci salutiamo, sicuri che la fatica sostenuta sia stata integralmente e soddisfacentemente controbilanciata. Grazie Sky per aver condiviso questa bellissima escursione!
Vista da Sky

Partiamo forte dai 350 m di Maggia, in 2h siamo ad Aiarlo (1484 m). Lì invece di proseguire per l’Alpe Nimi e passare dal Passo di Nimi, come previsto originariamente, decidiamo di comune accordo di puntare direttamente alla cresta che dalla Cima di Aiarlo porta alla Cima di Nimi. Risaliamo diretti nel rado bosco senza traccia e sbuchiamo in cresta ad un centinaio di metri dalla Cima. Di lì proseguiamo, seguendo un sentiero che sta un po’ sotto il filo di cresta, passando per un paio di altri punti quotati, finché la cresta aumenta di pendenza in corrispondenza della Cima di Nimi. In corrispondenza della cima, all’incrocio di tre creste, troviamo delle placche un poco insidiose su cui facciamo attenzione. È fatta (5h20) ! Pane e mortadella per entrambi, e la “birra di vetta” che tapio gentilmente mi offre.
La cresta che va verso il passo di Nimi è un po’ innevata.. La scelta di seguire un’altra strada è stata fortunosamente azzeccata. Per la discesa scegliamo comunque di fare un percorso diverso. Dopo aver superato (non senza complicarci la vita !) la zona delle placche, una volta individuato il punto migliore, scendiamo lungo il pendio erboso un po’ esposto, poi un canale erboso. Ci scambiamo qualche considerazione sull’uso di piccozza e bastoncini. Passiamo dall’Alpe Nimi e di lì ci dirigiamo ad Aiarlo. Per finire, l’interminabile discesa verso Maggia (1h20).
È stato un vero piacere conoscere
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