Pizzo Erra (2416 m)
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Bellissima escursione in Leventina fra lariceti, pascoli e ripari antivalangari, in una magnifica giornata autunnale. Gita per tutta la famiglia.
Inizio dell’escursione: ore 8:40
Fine dell’escursione: ore 14:50
Temperatura alla partenza: 1°C
Temperatura al rientro: 12°C
Ho visto questa montagna nella recente escursione alla Cima di Piancabella e mi sono ripromesso di raggiungerla.
Affronto di buon mattino la strada che da Lavorgo sale verso Calonico, il Monte Angone e Suaggia o Suàisa (1542 m).
L’ultimo tratto di strada, a partire dal Monte Angone, lungo circa 1300 m, è una bella sterrata pianeggiante. Lascio l’auto su un ampio slargo, 150 m prima dell’alpeggio.
Mi trovo ai margini di un bosco di abeti e larici, nel Comune di Anzonico. Parto alle 8:40, seguendo le demarcazioni bianco-rosso-bianco. Passo a monte dei quattro edifici dell’alpeggio, in direzione est. Già prima di 500 m di percorso, c’è una deviazione a sinistra, senza segnaletica, che non vedo. Seguo acriticamente i segni bianco-rossi scrutando il margine del sentiero, nella speranza di trovare un fungo. Morale della favola: mi ritrovo a Singiasco (1582 m). Guardo la carta topografica e mi rendo conto dell’errore. Scatto qualche foto e torno da dove ero venuto; consideriamoli 40 minuti di risveglio muscolare e cerebrale.
La deviazione si trova in prossimità del Ri di Suàisa ed è indicata unicamente da un cartello triangolare con il pericolo di caduta sassi.
Di fatto, il sentiero è bellissimo. Sale con modesta pendenza, con numerosi tornanti, in uno splendido lariceto nella veste autunnale.
A quota 1980 il sentiero sbocca su una bella strada forestale, che a destra scende verso la Cascina dei Piai (1950 m). Mi incammino dalla parte opposta, in leggera salita. Continuo, sempre in salita, tralasciando le deviazioni, fino al Rifugio Pizzo Erra (2200 m). Si tratta di un edificio in muratura che funge da rifugio per gli operai del Consorzio Ripari Antivalangari Pizzo Erra. Oggi gli operai sono a riposo; il cantiere è tuttavia ancora in piena attività. Imponente l’opera realizzata poco sotto il Gannone di Fiell. Un lungo e alto muro di grossi macigni delimita un’ampia conca di contenimento per le valanghe. Il versante sovrastante, molto ripido, è cosparso di ripari in ferro e di altri muri realizzati con enormi macigni a forma di parallelepipedorettangolo. Nel 1667, una grossa valanga staccatasi dal Pizzo Alto distrusse parte del villaggio di Anzonico, compresa la chiesa e causò la morte di 88 persone. La ricostruzione avvenne presso un luogo più protetto.
La facciata meridionale del rifugio reca una scritta in rosso con la direzione da seguire per la cima, nonché il dislivello che si deve ancora superare: 216 m. È il tratto più faticoso dell’escursione.
Valuto che il sentiero fino al rifugio abbia una difficoltà T1; da qui alla vetta T2+.
La traccia si divide spesso, raggiungendo i vari ripari in costruzione e quelli terminati nel corso dell’anno; la perdo più volte. La temperatura si abbassa drasticamente. Dei banconi di nebbia risalgono il versante occidentale. Una spolveratina di neve ricopre gli ultimi metri del percorso. Raggiungo la cresta, sullo spartiacque tra Leventina e Valle di Blenio, a circa 90 m a nord della vetta.
È una “vetta laica”: al posto della consueta croce, qui fa bella mostra di sé una moderna statua di ferro, opera dell’artista mendrisiense Paolo Selmoni.

Pizzo Erra (2416 m), con l'opera di Paolo Selmoni
Il libro di vetta, custodito in una gamella militare, è posto ai piedi della statua. Panorama incantevole sull’Adula e su altre innumerevoli cime che bucano il mare di nebbia. Faccio la solita carrellata video a 360° e invio i messaggini: Pizzo Erra geschafft!
Mentre scrivo i saluti agli amici di Hikr le mani mi si congelano. Un vento gelido colpisce infatti la cresta. Pochi metri più in basso è come se si entrasse in un’altra stagione: la temperatura sale di nuovo a valori molto più piacevoli. Il fatto mi suggerisce di allungare il percorso e di rientrare passando da Fragéira (1770 m), un maggengo con numerosi rustici ben riattati, adibiti a case di vacanza. Giunto alle case superiori del Monte Angone (1580 m), non mi restano che 1300 m pianeggianti per recuperare l’auto al punto di partenza dell’escursione.
Piacevolissima escursione autunnale, assolutamente facile, in un pregevole ambiente naturalistico. Oggi niente funghi. L’unico porcino che ho visto era purtroppo marcescente: risotto non assicurato!
Tempo di salita: 2:50 h (con la deviazione: 3:30 h)
Tempo totale: 6 h 13 min
Dislivello in salita: 933 m
Sviluppo complessivo: 19,9 km
Difficoltà: T2+
Coordinate Rifugio Pizzo Erra: 711.315 / 144.185
Coordinate Pizzo Erra: 711.775 / 144.030
Copertura cellulare: da discreta a buona
Libro di vetta: sì
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