Val Formazza cap. V: Monte Giove (q. 3009) da Riale attraverso il passo del Nefelgiù
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Come in uno spettacolo pirotecnico: il finale deve essere con il botto. Per questa ultima giornata in Formazza scelgo quindi un itinerario ad (quasi) anello di largo respiro con deviazione su quello che molti definiscono "il belvedere dell'Ossola", alias Monte Giove, quota 3009 metri.
Provo, grazie anche all'elenco puntato, a scrivere una relazione assolutamente oggettiva perchè se cominciassi a descrivere i luoghi e le sensazioni non la finirei più, inquinando così i dati salienti che a qualcuno potrebbero servire se deciso a ripercorrere i miei passi.
Provo, grazie anche all'elenco puntato, a scrivere una relazione assolutamente oggettiva perchè se cominciassi a descrivere i luoghi e le sensazioni non la finirei più, inquinando così i dati salienti che a qualcuno potrebbero servire se deciso a ripercorrere i miei passi.
- Da Riale si percorre la strada asfaltata sino alla diga del Morasco che si risale sulla sinistra. In cima si comincia a percorrere l'ampio sentiero che costeggia il lago. Dopo 2/300 metri, sulla sinistra si alza un sentiero più stretto che con ampia diagonale in buona pendenza congiunge con una gippabile in alto. In alternativa, da Riale, dietro la dependance dell'hotel Aalt Dorf, parte il sentiero "Rigoni Stern" che, non segnalato, conduce sulla medesima gippabile. Chi sceglie questa opzione, arrivato alla gippabile, deve girare a sinistra e non a destra come il senso dell'orientamento vorrebbe.
- La suddetta gippabile, conduce comodamente e in breve all'alpe Nefelgiù, all'interno dell'omonimo vallone in cui si trova una casa di pastori. Dopo la casa si entra nel sentiero, evidente ma non segnalato che conduce verso il fondo del vallone che pare sbarrato da un promontorio erboso su cui, di solito, pascolano vacche. Ci sono due possibilità: o seguire il medesimo sentiero e salire sul promontorio, o guadare il facile torrente ed intercettare un sentiero più esile che quel promontorio lo supera sulla destra. Consiglio la seconda scelta perchè dopo qualche centinaia di metri questa diviene la via "ufficiale" ben marcata da bolli bianco rosso che risalgono il vallone con pendenze importanti sino a giungere, finalmente, alla depressione del passo Nefelgiù in cui sono presenti alcuni omoni.
- Dal passo, l'itinerario di discesa è elementare e ben marcato e conduce, senza troppe difficoltà, al lago Vannino, dove, sulla sinistra è presente uno stallone e poco più in alto il rifugio Margaroli.
- Giunti al rifugio, si scende di pochi metri sulla diga che si attraversa e si comincia a costeggiare il lago su terreno molto piacevole.
- A circa 2/3 del lago, all'altezza di una casupola, il sentiero comincia a salire e dopo aver superato una serie di costoni erbosi, giunge al passo Busin.
- Dal passo, volgendo lo sguardo a sinistra, si vede il gruppo di cui fa parte il Monte Giove. Scendere di un centinaio di metri sul versante sinistro del lago e seguendo il sentiero giungere nei pressi della diga, dove un cartello segnavia indica la direzione per il Giove.
- In questo tratto ripido ed erboso non ci sono bolli ma molti ometti che si puntano di volta in volta a pervenire all'interno dell'anfiteatro morenico in cui si evince la forca del Giove e, più a destra, la vetta in cui è presente una croce bianca.
- Ora i bolli bianco rosso divengono copiosi ed aiutano nella difficoltosa (ma non pericolosa) risalita della giogaia assolata che in breve consente di superare alcune centinaia di metri di dislivello ed uscire su larga cresta che in pochi minuti porta in vetta dove la visuale è molto panoramica, considerate anche le favorevoli condizioni meteo incontrate.
- Per la stessa via si ridiscende alla diga del Busin inferiore, quindi si risale al passo e si scende al lago (ci sono diverse ed evidenti possibilità di tagliare ed accorciare) e si giunge nuovamente al Margaroli.
- Dal rifugio, scendere sull'ampia gippabile che percorre tutto il vallone del Vannino sfiorando il rifugio Myriam e poi, in forte discesa, giunge alla stazione di arrivo della seggiovia Sagersboden, sopra Ponte di Formazza. (attenzione: seggiovia chiusa per guasto sino dicembre 2011).
- Dalla stazione della seggiovia, prendere a sinistra su gippabile che, con comodi tornanti, scende all'abitato di Canza dove si incontra la statale.
- L'anello può dunque essere chiuso risalendo a Riale per statale e sentiero che costeggia le Cascate del Toce. Io ho preferito accogliere l'invito di mia moglie che è venuta a prendermi ed insieme siamo andati a farci una meravigliosa merenda all'Ossolona (salami, formaggi, ecc.). Ho pertanto evitato 3/4 km molto noiosi di strada .
- Da Riale (1740) a p.sso Nefelgiù (2583): 843 m in salita, 4.6 km, 18%. 2 ore.
- Da p.sso Nefelgiù a rif. Margaroli (2194): 389 m in discesa, 1.3 km, 30%, 1/2 ora.
- Da rif. Margaroli a p.sso Busin (2493): 299 m in salita, 2.4 km, 12.5%, 1 ora.
- Da p.sso Busin a diga del Busin (2390): 100 m ca in discesa, 1.2 km, 8%, 1/2 ora.
- Da diga Busin a monte Giove (3009): 620 m ca m in salita, 1 km, 62%, 1.5 ora.
- Da monte Giove a diga Busin: 620 m ca in discesa, 1 km, 62%, 1 ora.
- Da diga Busin a p.sso Busin: 100m ca in salita, 1.2 km, 8%, 40 minuti.
- Da p.sso Busin a rif. Margaroli: 299 m in discesa, 2.4 km, 12.5%, 50 minuti.
- Da rif Margaroli a Canza (1412): 782 m in discesa, 4.2 km, 19%, 1.5 ore.
- Totale dislivello in salita: 1862 m.
- Totale dislivello in discesa: 2190 m.
- Totale sviluppo: 19.5 km circa. SE: 38 km circa (secondo la regola di upthehill)
- Tempi: 9 ore, 30 min, soste escluse.
Tourengänger:
rochi

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