Torno per la seconda volta dopo poco più di un mese in valle di Göschenen; questa volta l’idea è quella di salire il Lochberg, una cima posta poco sopra il tracciato che collega questa valle ed i suoi rifugi con l’AlbertHeim Hütte e la valle dell’Urseren, cima della quale proprio su Hikr ho trovato alcune descrizioni.
Lascio l’auto al parcheggio a pagamento al termine della strada, attraverso la diga ed inizio a seguire il sentiero che dall’alto si sviluppa parallelo al lago, portando oltre che all’AlbertHeim anche alla Dammahütte. Poco dopo, al bivio con cartello indicatore, imbocco il sentiero bianco-blu che mi porta a risalire la valletta dell’Älpergenplatten . Il cammino è bello ripido e, almeno nella prima parte, non troppo marcato, anche se con un po’ di attenzione su qualche piccola pietraia si riesce a tenere bene la traccia. Superato il laghetto dell’Älpergensee a quota 2511 m., i segni bianco-blu diventano più numerosi ed anche più freschi, anche perché si entra ora in una pietraia piuttosto estesa dove è importante avere un riferimento. Tribolo un po’ per evitare un nevaio ripido ed insidioso, ma niente di particolare. Sempre su pietraia con qualche piccolo nevaio arrivo al valico del Lochberglücke, a quota 2815 m. Purtroppo le nubi che risalgono dall’Urseren non mi permettono di vedere letteralmente nulla, ed anche in valle di Göschenen la situazione non è migliore. A differenza della scorsa settimana, quest’oggi le nubi non me le aspettavo, ma si sa come vanno le cose in montagna. Inizio ora la risalita degli ultimi 250 metri verso la cima del Lochberg; di sentiero marcato nemmeno a parlarne, ma era atteso; devo trovare la strada migliore tra massi di dimensioni notevoli, anche se di tanto in tanto qualche piccolo gendarme appare. Comunque salgo con attenzione e calma, guardando molto bene dove metto i piedi ed evitando qualunque passaggio esposto; dal passo alla vetta impiego infatti quasi un’ora. Arrivati in cima la situazione è piuttosto deludente; non vi è nemmeno un gendarme di vetta, e la visibilità resta scarsa, anche se ogni tanto qualche spiraglio appare. Mi fermo meno di 5 minuti ed inizio il rientro; per la discesa al passo sfrutto alcuni nevai, ma poi bisogna tenersi sulle rocce di dx., altrimenti si finisce sul ghiacciaio del Lochberg. In particolare appena sopra il valico occorre valutare bene il cammino migliore, altrimenti si rischia di finire in mezzo a massi enormi con buchi di alcuni metri tra l’uno e l’altro.
Dal valico ho poi seguito a ritroso il cammino dell’andata, con sosta pranzo al laghetto ed il meteo che nel frattempo è migliorato.
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