Piz Blas (3019 m) dal Lucomagno
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Giornata splendida, serena, come il mio animo all’arrivo in vetta, 38 anni dopo la prima ascensione. Allora ero partito con tre amici dalla Capanna Cadlimo, dopo avervi pernottato, oggi sono partito da solo dal Passo del Lucomagno. Non ho seguito le indicazioni dei manuali del CAS. Viste le ottime condizioni meteo mi sono fatto guidare dall’intuito: ho l’impressione di aver azzeccato la salita, ma di aver scelto un itinerario di discesa da dimenticare.
Inizio dell’escursione: ore 7:00
Fine dell’escursione: ore 17:15
Temperatura alla partenza: 5,5°C
Temperatura al rientro: 19°C
Temperatura fresca questa mattina, all’arrivo al Passo del Lucomagno. Il forte vento che spirava ieri si è comunque completamente placato. Imbocco la sterrata che dall’ospizio porta all’entrata della Val Termine e parcheggio dopo 380 m, vicino ad un bunker militare, nel quale pernottai durante un corso di ripetizione. Qualche irriducibile automobilista prosegue fino al termine della strada, lunga complessivamente 1,9 km, risparmiando circa 25 minuti di cammino. Da notare che l’inizio della sterrata è in territorio grigionese, la fine in Canton Ticino.
L’aria frizzante permette una visione perfetta di numerose cime che fanno da contorno al Lai da Sontga Maria. Giunto all’imbocco della Val Termine (1924 m) supero il ponticello sul Reno di Medel e seguo il sentiero rosso/bianco/rosso che porta alla Capanna Cadlimo.
Il pendio è caratterizzato da rocce montonate, ruscelli, cespugli di ontano verde, brugo, rododendro ed altre piante amanti del substrato siliceo.
Mi raggiunge un cristalliere proveniente dal Vorarlberg, accompagnato dal suo cane. Scambio qualche impressione. Passa le vacanze cercando cristalli, che esporrà alla borsa dei minerali di Dornbirn, che si tiene dalla fine di aprile ad inizio maggio. Oggi la sua ricerca si svolgerà nella regione del Piz Rondadura.
Superato il primo gradino di 260 m, arrivo nella bellissima Val Cadlimo, un luogo selvaggio di incomparabile bellezza: numerosi laghetti e stagni fanno da contorno al Reno di Medel che qui si presenta con cascatelle e pozze dai colori stupendi.
Il sentiero si sviluppa, salendo, sul lato destro del fiume, con una pendenza molto limitata. A quota 2229 m passo da una presa d’acqua; poco dopo mi fermo a fotografare una meravigliosa cascatella, con acqua color verde smeraldo.
Poco prima delle 9 giungo all’Alpe Stabbio Nuovo (2250 m), caricato. Una signorina si fa la toilette nel Reno. Mi ricorda il “Bidet della Contessa” in Val di Mello.

Val Cadlimo
Alle 10 arrivo all’altezza del Lago d’Isra (2322 m), ai piedi del Piz Tanelin (2847). Su un promontorio a quota 2370 m, una palina reca un cartello che segnala la Capanna Cadlimo a 1800 m di distanza. Qui decido di risalire il pendio meridionale del Piz Tanelin: dall’inizio della Val Cadlimo mi sembra il terreno migliore per guadagnare quota. Abbandono il sentiero per la capanna e mi alzo in direzione del Tanelin, più o meno lungo la coordinata 698, su facili praterie pietrose. A quota 2550 m mi immetto su una traccia di sentiero, avvalorata da omini di pietra, che prosegue in direzione NE, verso la Senda del Blas. Il sentierino di pecore si mantiene più o meno a 2600 m di quota per circa 2,6 km. Arrivo così ad un piccolo terrazzo con due nevai. Abbandono anche il sentierino di pecore e svolto a sinistra su un ripido pendio ricoperto di pietre, sfasciumi e cespugli d’erba: sono circa 500 m di fatica pura, che mi permettono di guadagnare la Bocchetta del Blas (2889 m), comunicante con la Val Curnera. Poco sotto si estendono il Glatscher da Curnera, la lunga valle omonima e il lago artificiale, posto ai piedi del Piz Cavradi.
Da qui il Piz Blas, il Pizzo del “soffio di vento”, appare come una piramide con un’impressionante parete ovest, a strapiombo sulla conca glaciale della Val Curnera. La salita si compie sul versante meridionale, tra le creste SW e ESE. Mi scelgo un percorso che non si avvicini troppo alle citate creste, entrambe assai esposte.
Giuseppe Brenna riporta la notizia che su questo versante, il 26 giugno 1903 perirono quattro persone sotto una valanga.
Ripongo bastoncini e fotocamera nello zaino e sfodero le ultime energie per superare anche la parte più ripida e faticosa dell’ascesa. A mezzogiorno e trenta raggiungo in solitaria la vetta del Blas: geschafft! Grande soddisfazione, non tanto per la quota, ma piuttosto per la lunghezza del percorso e per avere raggiunto per la seconda volta questo tremila, dopo 38 anni dalla prima scalata.
Panorama grandioso! Mi accingo a scrivere i saluti sul libro di vetta, quando, con mia sorpresa, alla spicciolata, spuntano quattro escursionisti dalla parete settentrionale. Si tratta di un padre con i suoi giovani figli, che assaporano per la prima volta l’emozione di un tremila. In effetti la parete nord, almeno nella parte terminale, sembrerebbe più dolce rispetto al versante ticinese. Sono partiti dalla diga del Lai da Nalps ed hanno raggiunto il fondo della valle con il rampichino. Il padre mi informa che in alcuni tratti ripidi ha comunque dovuto assicurare i figli con una corda.
La discesa dalla piramide terminale del Blas mi sembra più facile della salita. Dall’alto (ma non sempre è così) posso analizzare meglio il terreno scegliendo il percorso ideale. Mi concedo una sosta pranzo ai margini del laghetto poco sotto la Bocchetta del Blas, a circa 2870 m di quota.
Ridiscendo fino al sentierino sulla Senda del Blas, a circa 2630 m di quota, e qui decido di compiere una discesa alternativa, che si rivelerà assai più ostica del previsto. Le guide suggeriscono di seguire il sentierino in direzione est, passando dai laghetti in zona Foppa della Rondadura, fino all’Alpe Scaione (2130 m), da dove si perviene facilmente al Lago di Santa Maria.
Decido di raggiungere il fondovalle della Val Cadlimo abbassandomi quasi perpendicolarmente sul ripidissimo versante, che presenta ampie “placconate” di roccia perfettamente lisce, salti di roccia, torrentelli e brughiere vertiginose. In alcuni tratti non è stato facile individuare un punto di passaggio. Sono circa 330 m di dislivello in 1 km di percorso. Scelta sbagliata; fattibile, ma faticosa, nonché pericolosa: itinerario di discesa da scartare.
Ripercorro la lunga Val Cadlimo lanciando dei frequenti sguardi alle magnifiche pozze del Reno di Medel, con la tentazione di fare un bagno.
L’escursione al Piz Blas si conclude al Passo del Lucomagno dopo 10 ore e 15 minuti di cammino.
Tempo di salita: 5 h 30 min
Tempo totale: 10 h 15 min
Dislivello teorico: 1098 m
Sviluppo complessivo: 19,6 km
Difficoltà: T4
Coordinate Piz Blas: 698.830 / 159.235
Copertura della rete cellulare: alcune zone senza campo; buona sulla vetta.
Libro di vetta: sì

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