Val di Mello, Rifugio Allievi - Bonacossa
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Età: 1.800.000 anni
Sesso: femminile
Segni particolari: bellissima
Ladies and gentlemen, Val di Mello.
Il nostro piccolo Yosemite e tempio del sassismo, illumina gli occhi spalancati, sprigionando raggi di pura bellezza, che attraverso il diaframma delle nostre pupille mutano in attrazione fisica, ovunque si volga lo sguardo.
Per raggiungere la perfezione, che si sa non essere terrena, mancherebbe solo Marvin Gaye seduto su una nuvola che canta "Sexual healing".
Qui non si cammina solamente, calpestando i ciottoli di serizzo e granito, è il cammino stesso che entra in noi, in ogni fibra muscolare striata, generando flussi di energia che si condensano negli accumulatori interni di benessere.
Non sono pagato dalla pro loco, lo giuro, la mia è ammirazione allo stato nativo!
Il ristorante "Il gatto rosso" , dove il minibus che preserva la Valle dagli attacchi degli automobilisti segna il capolinea, è il punto di partenza dell'escursione con il Cai Paullo di oggi.
Lo slargo del torrente Mello sembra una laguna incantata, acque di cristallo su ciottoli chiari, un effetto piscina naturale che invita chiunque ad entrare.
Infatti poco oltre, un ragazzo che si è appena tuffato, si lava i denti seduto su una roccia, probabilmente avrà nella sua tenda corde, magnesite e moschettoni, per disegnare percorsi astratti sull'ottimo granito circostante.
Percorrendo controcorrente la valle, si giunge brevemente ad una manciata di baite in località Cascina Piana, poco oltre svoltiamo a sinistra.
Pieni di energia entriamo nell'anticamera del bosco, dove inizia la danza della salita, che ancheggiando su una buona pendenza, si arrampica lungo il versante destro della Val di Zocca.
Abbiamo la colonna sonora dell'acqua che scroscia sulle rocce, e corre giù a capofitto verso il torrente Mello, intenta nel suo lavoro incessante e millenario di sgretolamento della pietra.
Passato il fiume su un ponte di legno, anche se siamo all'ombra di larici centenari, la temperatura aumenta progressivamente.
Sulla sinistra , incrociamo la Casera Zocca un tempo base di pastori, per il pascolo ovino.
Giungo al punto panoramico presso croce Parravicini sudatissimo, mi sembra di essere una foca messa a rosolare sul barbecue.
Tagliando il versante in obliquo, metro su metro, dopo una balza che sembra l'origine del torrente, si arriva al Pianone (2070m) un arioso ed ampio altopiano acquitrinoso, reso ancor più bucolico da una piccola mandria di asini e cavalli allo stato brado.
Il rifugio è lassù, il tetto rosso spicca come un papavero in un mare d'erba di maggio; una balconata rocciosa e altri quattrocento metri di dislivello ci separano.
Il sentiero circumnaviga completamente la destra dell'invaso di chiara origine glaciale, zigzagando su di un apparentemente breve, ma interminabile percorso, sempre ottimamente segnato.
Eccoci finalmente al rifugio Allievi Bonacossa, in dialetto locale "capàna da zòca"; adornato da una magnifica corona di granito costituita dalla slanciata punta Allievi (m. 3121), la Cima di Castello ( m. 3392), e la punta Rasica (m. 3305), che deve il suo nome al crinale a forma di sega.
Alla sinistra, la severa imponenza del Torrione di Zocca, impressionante leviatano chiaramente delegato alla sorveglianza della valle omonima.
Sotto queste cime, inchinandomi con rispetto alla grandezza della natura, sotto un cielo di nuvole veloci, ho sempre la certezza che la vita non sia un contenitore da riempire di cose, ma un solco che dobbiamo tracciare noi stessi, artefici e non spettatori del nostro destino.
La fatica ed i passi in compagnia, che, concatenandosi come perle di una collana hanno costruito questa giornata, sono una valida spinta in avanti.
La torta di Esilde, preparata per il compleanno della sorella Giusi, gustata al rifugio, cibo strappato agli dei per noi piccoli mortali.
"Ad maiora", verso cose più grandi!
soundtrack: "Sexual Healing"
Marvin Gaye(1982)
http://www.youtube.com/watch?v=zWqp46uyFhE&feature=related
Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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